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Opera d'arte di Bonfigli Benedetto (1420 ca./ 1496), a Perugia

L'opera d'arte di Bonfigli Benedetto (1420 ca./ 1496), - codice 10 00016204 - 0 di Bonfigli Benedetto (1420 ca./ 1496), si trova nel comune di Perugia, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, comunale, Palazzo dei Priori, Palazzo dei Priori, Corso Vannucci 19 - 06100 Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria, esposto sala 14
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bene culturalepolittico, insieme
tipo schedaOA_2.00
codice univoco10 00016204 - 0
localizzazionePG, PerugiaCorso Vannucci 19 - 06100 Perugia
contenitorepalazzo, comunale, Palazzo dei Priori, Palazzo dei Priori, Corso Vannucci 19 - 06100 Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria, esposto sala 14
datazionesec. XV terzo quarto; 1465 (ca.) - 1466 (ca.) [documentazione]
autoreBonfigli Benedetto (1420 ca./ 1496),
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurealt. 187, largh. 168,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticitavola priva di cornice e carpenteria originariaSoggetti sacri: adorazione dei re Magi.
notizie storico-criticheLa tavola principale, proveniente dalla chiesa di san Domenico a Perugia, pervenne in Galleria nel 1863 a seguito delle demaniazioni, dopo essere stata trasferita a Parigi nel 1812 ed essere ritornata in san Domenico nel 1816. La recente scoperta documentaria relativa ad un pagamento avvenuto nel 1466 è stata messa in relazione con alcune notizie riguardanti un certo “Niccolò di Gaspare di Lello de’ porta Soli”, che solo pochi anni prima aveva fatto costruire la cappella intitolata ai Magi nella chiesa perugina. La scelta del soggetto fu probabilmente influenzata dal nome del committente e da quello del padre. Il riconoscimento dell’autografia bonfigliesca risale al 1548, da allora in poi quasi tutta la critica si è trovata concorde nel vedere all’opera l’artista perugino. La discussione si è invece concentrata sui riferimenti stilistici ed iconografici dell’autore: Gentile da Fabriano, la scuola senese, Domenico Veneziano, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Filippo Lippi e la pittura fiamminga. Le vicende storiche delle tavolette di predella differiscono da quelle relative alla tavola principale; infatti, dopo il loro distacco, avvenuto in epoca imprecisata, esse ebbero diverse collocazioni (una delle quali perfino nel pollaio del convento domenicano!). Nel 1872 entrarono nella allora Pinacoteca Vannucci e dal Guardabassi furono messe in relazione con l’Adorazione. Più volte interpretate come opera di collaborazione tra Bartolomeo Caporali e Benedetto Bonfigli; recentemente, rifacendosi ad una intuizione dello Gnoli, sono state ascritte al catalogo del solo Bonfigli. La produzione del quale in più di una occasione si caratterizza per l’uso di un linguaggio arcaicizzante in date tarde, cioè dopo le importanti esperienze toscane e romane. In quest’opera, in particolare, l’attenzione del pittore sembra fissata sul singolo particolare (abiti e corone dei Magi, tiara di san Nicola, volti grotteschi e caricaturali dei personaggi nel corteo) e non sulla costruzione plastico-spaziale. Il paesaggio è visto in una prospettiva empirica e le rocce risultano sproporzionate nelle loro dimensioni; la scena sembra come compressa da tutti e quattro i lati. Le figure sono ritratte in pose rigide, le vesti cadono pesantemente a terra, senza evidenziare le forme anatomiche dei personaggi. D’altro canto la presenza di una veduta marina e di una città nella parte alta del dipinto o la resa “naturalistica” dell’arido terreno in primo piano, da cui spuntano piccoli speroni rocciosi e piccole piantine grasse ricordano prototipi fiamminghi (van Eyck, Roger van der Weyden, ma soprattutto il Maestro di Flémalle), non sappiamo se visti personalmente o mediati attraverso Domenico Veneziano, con il quale stette certamente a contatto alla fine del quarto decennio del XV secolo a Perugia e forse anche a Firenze. L’opera, quindi, più che essere interpretata come una sorta di involuzione da parte del Bonfigli (artista ormai pienamente formato e capace di dare esempio delle nozioni acquisite durante il suo soggiorno romano in opere pressoché contemporanee, come la cappella dei Priori), deve essere letta come una personale interpretazione di modelli antichi, quali l’Adorazione dei Magi dipinta da Gentile da Fabriano nel 1423 per Palla Strozzi o la produzione di maestri fiamminghi come ad esempio il Maestro di Flémalle, il cui catalogo si data negli anni venti del Quattrocento (Natività, Museo Civico di Digione). Il paesaggio di questa Adorazione, in particolare, si pone a metà strada tra quello tardogotico (linea d’orizzonte molto alta, netta separazione tra il piano di fondo e il primo piano) e quello rinascimentale (fatto di orizzonti ribassati, rigorosi inquadramenti prospettici e figure plasticamente definite). D’altro canto non mancano citazioni da opere pressoché coeve quali l’Adorazione di Filippo Lippi oggi conservata a Washington, dove analoga sembra la soluzione della capanna.
altra localizzazioneluogo di provenienza: PG, Perugia; luogo di provenienza: PG, Perugia; luogo di provenienza: PG, Perugia; luogo di provenienza: PG, Perugia
committenzaNiccolò di Gaspare di Lello (1464 ca.)
bibliografiaSanti F.( 1985)pp.40-41 scheda 27; Todini F.( 1989)I, p.43; Mancini F.F.( 1992)pp.70, 115-120; Scarpellini P.( 1988)pp.114-116; De Marchi A.( 1985)p.57 nota 8; Toscano B.( 1987)II, pp.367-368; Lunghi E.( 1996)p.126; Bonfigli suo tempo( 1998)
definizionepolittico
regioneUmbria
provinciaPerugia
comunePerugia
indirizzoCorso Vannucci 19 - 06100 Perugia
ente schedatoreS38
ente competenteS38
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Mercurelli Salari P.; Funzionario responsabile: Garibaldi V.; Trascrizione per informatizzazione: Mercurelli Salari P. (1996); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Sargentini C. (2006);
anno creazione1996
anno modifica2006
latitudine43.111423
longitudine12.388740

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