notizie storico-critiche | La facciata neoclassica di questo edificio ripropone una tipologia di gran de successo all'inizio dell'Ottocento, quando fu applicata alla costruzio ne di padiglioni, casini di caccia e annessi funzionali a differenti desti nazioni: tra le quali, in particolare, quella di coffee-house, confortevol e ambiente adibito al convivio e, naturalmente, al consumo di questa bevan da, diffusasi in Italia già alla fine del Seicento. Sull'autorevole esempi o fiorentino della famosa Kaffeehaus di Boboli terminata nel 1775, prolife rerranno presso le residenze patrizie strutture di questo tipo conformando si, tra la fine del Settecento e l'inizio del secolo successivo, al gusto neoclassico: è il caso della caffetteria di Villa Chigi Saracini a Casteln uovo Berardenga edificata negli anni '20 dell'Ottocento proprio secondo la stessa tipologia utilizzata nell'Uccelliera della Villa. Tale struttura, costituita attualmente da un ambiente principale voltato e da 2 piccoli locali annessi, è indicata come Uccelliera in virtù di un di segno (Regione dell'Umbria) datato 1834, a firma di Filippo Cecchini e Bar tolomeo Bartoccini, in base al quale il preesestente edificio settecentesc o posto sul lato S della Villa - e già presente in una mappa catastale del 1729 - venne trasformato e adattato alla nuova destinazione. L'Uccelliera è ricordata anche nell'opera in versi dedicata da Francesco Ansidei nel 1 835 alla celebrazione della nobile residenza e dei suoi proprietari; attua lmente risulta alquanto modificata sia nelle coperture che nelle aperture esterne, in seguito alle trasformazioni susseguitesi nel secolo scorso. Relativamente alle vicende della Villa, è nel corso del XVIII secolo che i l parco, originariamente limitato al parterre all'italiana sul lato N-NE d ella Villa, subisce notevoli trasformazioni in base ad un articolato proge tto aggiornato al nuovo stile francese che amplificava, sulla scala del gr andioso e del monumentale, l'impianto formale ripreso dal giardino all'ita liana. Riguardo a tale progetto ci sono pervenuti 12 disegni - acquisiti d alla Soprintendenza B.a.a.a.s. dell'Umbria e recentemente pubblicati nel t esto di Maovaz, Ranfa e Romano (Maovaz M., Ranfa A., Romano B., Studio pre liminare sul restauro del Giardino storico e del parco di "Villa del Colle del Cardinale", 1998, pp.11 ss.) - a firma "Capitano Adriani" e "Giuseppe Alemanni". Evidentemente ispirati, con puntuali corrispondenze, al tratta to settecentesco "La theorie et la pratique du Jardinage" di Antoine Josep h Dezallier D'Argenville, essi forniscono indicazioni utili a ricostruire i principali interventi effettuati tra il 1729 - anno cui risale la già me nzionata mappa catastale Chiesa dove tali interventi non risultano ancora realizzati, mentre ben evidenziato è il parterre cinquecentesco a NE - ed il 1795 cui datano alcuni dei progetti menzionati. Si tratta in particolare della realizzazione del giardino pensile con ninf eo sul lato S-SO della Villa, del Giardino d'Inverno su quello S-SE ad una quota superiore e dell'allestimento della maestosa emiciclica "Piazza gra nde" inserita, con fine scenografico e prospettico, altermine del viale d' accesso, oltre al rinnovamento delle zone già esistenti secondo il nuovo g usto. Dunque, a partire da questa fase, si procede ad una ridefinizione dell'are a circostante la Villa e compresa entro il quadrilatero indivuaduato ai ve rtici dai 4 annessi principali ed originari, pianificata secondo schemi ar ticolati a diversi livelli del parco e progettati per rispondere alle vari e esigenze, a partire da quella estetica di fornire prospettive allettanti e scenografiche dell'edificio e del giardino, a quella funzionale di rend ere fruibile il parco nelle diverse stagioni e di fornire apparati specifi ci per le varie attività ludiche e ricreative. Con il secolo successivo, sull'onda delle nuove istanze romantiche si diff onde gradualmente anche in Italia la nuova moda del giardino all'inglese c he solleciterà, anche riguardo alla Villa, profonde modificazioni orientat e nel senso di una riscoperta del "naturale" sul modello del parco natural istico. In realtà, il giardino romantico privilegerà il "finto naturale" c he contrappone agli artifici del parco barocco e settecentesco la finzione di un paesaggio ricreato, dotato cioè di elementi fortemente simbolici e di spunti quanto più suggestivi e pittoreschi (cfr. Vita in villa nel Sene se, 2000, pp.217 ss.). Continua in OSS. |