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bene culturale | pastorale, Pastorale del Gran Priore |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 08 00405743 |
localizzazione | Italia, Emilia Romagna, PR, Parma |
datazione | sec. XVIII ; 1719 - 1719 [documentazione] |
autore | Cruer Michele (notizie 1690-1725), |
materia tecnica | argento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ fusione/ doratura/ cesellaturalegno |
misure | alt. 203, |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico non territoriale |
dati analitici | Il ricciolo è costituito da una voluta in argento fuso e dorato con ornati a bulino, rivestita da un aereo gioco di foglie avvolte; al centro della voluta, su di una mensola decorata da un motivo a lambrecchini, campeggia la figura a tuttotondo di San Giorgio che trafigge il drago; sul nodo piriforme, arricchito da volute vegetali, è inciso il Crismon con l'alfa e l'omega, emblema dell'Ordine Costantiniano. L'innesto a tubo dell'asta lignea è privo di decorazioni.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | L'insediamento dell'Ordine Costantiniano presso la Chiesa della Steccata diede l'avvio ad una serie di ordinazioni che riguardarono arredi, paramenti, argenterie. Era lo stesso Duca Francesco Farnese che dall'agosto 1718 sollecitava l'acquisto del corredo necessario per la prima solenne cerimonia dell'ordine: abiti per i cavalieri, collari, mitre, pastorale, abiti pontificali, baldacchino e faldistorio per il Gran Priore etc. La commissione relativa al pastorale è del 24 novembre 1718: "...che si faccia fare il pastorale di cui devesi servire detto Monsignore Gran Priore (Oldrado Maria Lampugnani) nelle funzioni, tutto d'argento". Il nome dell'artefice, Michele Cruer, compare in alcuni mandati della primavera del 1719 relativi alla consegna dell'argento per la lavorazione e poi nuovamente, a lavoro ultimato, in una nota rigurdante la contrattazione tra orafo e fabbriceri sul calo dell'argento "...che deve regolarsi di un denaro per oncia (19 agosto 1719). La spesa complessiva per il pastorale fu di £. 4026, di cui £. 1216 di manifattura al Cruer, £. 2625 per l'argento (once 150), £. 105 per tre zecchini destinati alla doratura del pezzo ed infine £. 80 per la custodia realizzata da Francesco Giovannelli. Questa ampia e precisa documentazione permette di identificare un artista sconosciuto ai repertori, che lascia qui in Steccata gli unici lavori finora noti, pezzi importanti talora di diretta commissione ducale, a testimoniare non solo la considerazione nella quale doveva essere tenuta la sua opera, ma forse anche un rapporto consolidato con la corte parmense. Dalla documentazione, purtroppo assai scarsa, relativa all'Arte degli Orefici parmensi (ASPr) il Cruer risulta tra gli iscritti dal 1690 al 1711, data dell'ultimo atto conservato, comparendo più volte come Cassiere o Cancelliere e anche come Anziano. Il nome fa supporre un'origine straniera, comune peraltro ad un numero piuttosto elevato di argentieri ctiati negli Statuti (si può forse ipotizzare per il Cruer un'origine nordica, rivelando la sua produzione una certa affinità con l'arte orafa settentrionale nella grande attenzione alla resa naturalistica del repertorio vegetale). Assai notevole è la qualità delle sue opere, caratterizzate da un fare mosso ed esuberante come nel pastorale, dove la struttura ancora massiccia del ricciolo è alleggerita da un animato e raffinato gioco di volute e foglie che preannuncia la fantasiosa levità rococò. In stretta relazione col Cruer lavorò in Steccata fino alla metà del XVIII secolo un altro orafo di grande levatura, Stefano Barbieri, più volte citato nei documenti come "compagno del signor Michele Cruer argentiere", a nome del quale firmò anche alcune ricevute di pagamento del pastorale, alla cui realizzazione non è escluso abbia collaborato. Se per i primi due decenni del secolo è Cruer l'argentiere di fiducia della Congregazione (suo primo lavoro documentato tra 1700 e 1702 una lampada perduta), dagli anni Venti è il Barbieri a soddisfare le commissioni della chiesa, sostituendo il "compagno" deceduto o allontanatosi da Parma. L'ultima menzione documentaria relativa a Cuer risale all'Inventario del 1725, dove è citato come "pesatore" di alcune argenterie. |
committenza | Duca Farnese Francesco (1718) |
bibliografia | Testi L.( 1922)p. 240; Santangelo A.( 1934)p. 78; Fornari Schianchi L.( 1979)p.450; Bentini J.( 1980)p. 168; Colla S.( 1991)pp. 57-58; Tesori Steccata( 2002)p.35 |
definizione | pastorale |
denominazione | Pastorale del Gran Priore |
regione | Emilia Romagna |
provincia | Parma |
comune | Parma |
ente schedatore | S36 |
ente competente | S36 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Colla S.; Funzionario responsabile: Fornari Schianchi L.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Colla S. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Colla S. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1991 |
anno modifica | 2006 |