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bene culturale | cornice di dipinto |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 09 00287183 |
localizzazione | Italia, Toscana, FI, Firenzepiazzale degli Uffizi |
contenitore | palazzo, Palazzo degli Uffizi, Complesso vasariano, piazzale degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, sala 35 Michelangelo e i fiorentini |
datazione | sec. XVI ; 1506 (ca) - 1506 (ca) [bibliografia] |
autore | Del Tasso Francesco (1463/ 1519), Del Tasso Marco (1465/ notizie fino al 1514), |
materia tecnica | legno/ intaglio/ doratura |
misure | cm, diam. 176, sp. 26.5 |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali |
dati analitici | NR (recupero pregresso)Decorazioni: ovuli; palmette; girali acantiformi; mascheroni antropomorfi;cinque tondi modanati con teste a tutto tondo di Cristo; Sibille e Profeti; mezza luna dello stemma Strozzi; baccellature.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: arme, Qualificazione: gentilizia, Identificazione: Strozzi, Posizione: in alto a sinistra, Descrizione : ai tre crescenti addossati, |
notizie storico-critiche | La storia di questa cornice è piuttosto complessa: citata una prima volta in un inventario della tribuna relativo agli anni 1635-1638, viene descritta di seguito al dipinto come "il suo adornamento tondo largo tutto intagliato e dorato con cinque teste di rilievo che erano di detto ornamento alto". Negli inventari successivi della tribuna (1638 - 54, 1704, 1735 -69) si precisano inoltre gli "intagli a rabeschi" e nelle teste ad alto rilievo si individuano "angeli ed altri santi". Nel 1780 la cornice viene trasferita alla Guardaroba e separata dalla composizione, tanto che nell'inventario del 1784 si parla di una cornice quadrata, "moderna": già nei disegni del De Greys e dei suoi collaboratori, per quanto riguarda la Tribuna nel corso del 1704, la "Sacra Famiglia" compare cinta da una semplice cornice tonda modanata. La cornice originale ricompare solo nel 1796, adattata ad una "Natività" di Lorenzo di Credi; probabilmente, al gusto dell'epoca essa appariva degna della Galleria, ma adatta ad un'opera meno prestigiosa di quella michelangiolesca. Soltanto nel 1902 il Bock ne ripropone l'abbinamento con il Tondo Doni, sulla base di considerazioni stilistiche che suggerivano allo studioso l'accostamento di cornici di produzione prevalentemente di area senese: infatti gli esemplari più prossimi citati nel suo studio si trovavano all'epoca nel Museo dell'Opera del Duomo di Siena (Da San Francesco), e nel South Kensington Museum di Londra. A questi due esempi C. Caneva aggiunge la cornice di identico formato circolare conservata al Museo Horne di Firenze, che racchiude una "Sacra Famiglia" di Domenico Beccafumi. Tra i nomi di intagliatori più versati in invenzioni di tipo zoomorfico e vegetale, intrecciate alle invenzioni tipiche del Cinquecento manierista, secondo il saggio del Bock, emerge con forza il nome di Antonio Barile. E' il saggio di questo studioso ad aprire la vicenda della cornice: nel 1905 il Ridolfi considera una delle più importanti iniziative del suo direttorato l'aver restituito all'opera di Michelangelo - sempre esposta in Tribuna - la cornice originaria, identificata in base alla "descrizione da me trovata negli antichi inventari". Nel 1906 Giuseppe Poggi, grazie alla presenza delle lune dello stemma Strozzi identificate tra gli intagli, suggerisce l'ipotesi di una esecuzione dell'opera legata al matrimonio tra Maddalena Strozzi e Agnolo Doni, che, all'epoca, si sapeva avvenuto tra la fine del 1503 e l'inizio del 1504, e che oggi possiamo collocare al 31 gennaio 1504. Quasi unanimemente tutta la critica successiva tende ad unificare la genesi cronologica dei due pezzi, cornice e dipinto. Più complessa la vicenda critica circa l'esecutore materiale della cornice. Già infatti nel 1931 Urlich Middeldorf abbandona l'attribuzione al Barile per avanzare l'ipotesi di Domenico del Tasso. Fondamentale per l'attribuzione dell'opera il contributo della Lisner (1967) che si spinge molto più a fondo nell'individuare i precedenti tipologici, dalle pitture di Cimabue e Duccio, alle vetrate del Duomo e di Santa Maria Novella, Benedetto da Maiano, Giuliano da Sangallo. Per quanto riguarda la genesi dell'opera, i disegni conservati agli Uffizi (n. 233F) e al British Museum di Londra (1895-9-15-496 v) confermano l'ipotesi di una progettazione globale da parte di Michelangelo. Dall'esame delle teste scolpite, emerge un'ipotesi legata al nome di Baccio da Montelupo e suffragata da raffronti con opere dello stesso scultore, i cui rapporti con Michelangelo datano con il soggiorno bolognese di entrambi. Recentemente il Cecchi ha avanzato l'ipotesi di attribuzione della cornice alla bottega di Domenico del Tasso e in particolare ai figli Francesco e Marco, ad un'opera dei quali - gli intagli alla Badia Fiorentina - sarebbe stilisticamente riferibile. La modernità dei motivi a grottesca sarebbe anche per il Cecchi da collegare all'invenzione di Michelangelo. |
altre attribuzioni | Baccio da Montelupo |
bibliografia | Wölfflin H.( 1891)p. 34; Bock F.( 1902)p. 78; Berenson B.( 1903)p. 216; Ridolfi E.( 1905)pp. 41-42; Allgemeines Lexicon( 1907-1950)v. XXXI, p. 460; Thode H.( 1908-1913)v. I, p. 118; Schottmüller F.( 1921)p. 248, n. 490; Schottmüller F.( 1928)pp. 219-232; |
definizione | cornice di dipinto |
regione | Toscana |
provincia | Firenze |
comune | Firenze |
indirizzo | piazzale degli Uffizi |
ente schedatore | S156 |
ente competente | S156 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Pilati E.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Romagnoli G./ Rousseau B. (2002), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); D'Andrea G. (20 |
anno creazione | 1989 |
anno modifica | 2002; 2006; 2015 |
latitudine | 43.768826 |
longitudine | 11.255744 |