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bene culturale | monumento funebre, Sforzino Sforza |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 08 00001881 |
localizzazione | Italia, Emilia Romagna, PR, Parma |
datazione | sec. XVI ; 1528 - 1538 [documentazione] |
autore | Ferrari D'Agrate Giovan Francesco (1489/ post 1570), |
materia tecnica | marmo rosso di Veronamarmo biancone di Verona |
misure | alt. 490, largh. 307, |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico non territoriale |
dati analitici | Alto basamento affiancato da due pilastri che sostengono lesene corinzie racchiuse da bassa trabeazione, fra cui si apre un'arcata con fondo piano che ospita l'urna, sostenuta da due tartarughe stilizzate in bronzo. La scultura, adagiata sull'urna, raffigura Sforzino Sforza dormiente, con il capo poggiato su di un elmo, a sua volta sostenuto da un libro, tipici attributi che vogliono sottolineare la Virtus del personaggio.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | Il monumento funebre a Sforzino Sforza, duca di Castell'Arquato, morto il 9 ottobre 1526, fu commissionato a Giovan Francesco d'Agrate, in seguito ad un notevole lascito testamentario dello Sforza alla Confraternita della Steccata. Il primo dicembre del 1526 Giovan Francesco aveva già eseguito il modello del monumento, ma soltanto nel 1528, dopo che il bozzetto fu presentato anche all'erede di Sforzino, Francesco II Sforza duca di Milano, e dopo continue e numerose modifiche volute dalla Confraternita, si diede inizio all'esecuzione dell'opera, che fu ultimata, a distanza di ben dieci anni, nel 1538; eccettuato il completamento della doratura nel 1539. Tra il secondo ed il terzo decennio del Cinquecento il d'Agrate poteva ritenersi come lo scultore più affermato a Parma e la sua officina deteneva il monopolio nella produzione in serie di parti in pietra di comune impiego. Il monumento Sforza appartiene al periodo più maturo del d'Agrate, quando il rigore formale e i principi dell'arte rinascimentale, presero piede rispetto al decorativismo della tradizione lombarda che aveva caratterizzato i suoi lavori precedenti, come ad esempio il sepolcro Montini nel Duomo di Parma. La struttura compositiva d'impianto regolare, la sobrietà d'accenti, le linee e i profili spiccatamente geometrici, si affiancano a cornici, rilievi e repertori decorativi ridotti a classicheggianti foglie d'acanto e rosoni. L'opera riprende l'antica tipologia, frequentemente adottata dal d'Agrate, della cassa su mensole e si pone in continuità cronologica e stilistica con il monumento Carissimi in Duomo e con il monumento funebre a Rodolfo Tanzi in S. Ilario a Parma. Giudicato da alcuni piuttosto disarmonico, per lo stilobate troppo alto, l'arcata troppo larga e tozza, la trabeazione bassa e scarna, e da altri l'opera di scultura del d'Agrate fra le meglio risolte, è documento di alto interesse dell'arte e della cultura locali, aperte ai fermenti innovativi lombardo - veneti e toscani del primo Cinquecento. |
bibliografia | Baistrocchi R.( 1780)p. 53; Affò I.( 1796)p. 54; Bertoluzzi G.( 1830)p. 179; Ronchini A.( 1863)pp. 18-20; Malaspina C.( 1869)p. 48; Pelicelli N.( 1913)p. 73; Testi L.( 1922)pp.46, 50, 168, 170, 231, 250; Venturi A.( 1933)p. 507; Canali M.C.( 1952)pp. 56-5 |
definizione | monumento funebre |
denominazione | Sforzino Sforza |
regione | Emilia Romagna |
provincia | Parma |
comune | Parma |
ente schedatore | S36 |
ente competente | S36 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Speculati F.; Funzionario responsabile: Fornari Schianchi L.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Nemi S. (2006); Aggiornamento-revisione: Casoli C. (2005), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Nemi S. (200 |
anno creazione | 2002 |
anno modifica | 2005; 2006 |