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Opera d'arte di Froni Giovanni (1721-1725/ notizie fino al 1787), a Parma

L'opera d'arte di Froni Giovanni (1721-1725/ notizie fino al 1787), - codice 08 00405761 di Froni Giovanni (1721-1725/ notizie fino al 1787), si trova nel comune di Parma, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturalereliquiario, a ostensorio
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00405761
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, PR, Parma
datazionesec. XVIII metà; 1740 - 1760 [analisi stilistica; punzone]
autoreFroni Giovanni (1721-1725/ notizie fino al 1787),
materia tecnicaargento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ doratura/ cesellatura
misurealt. 42.5, largh. 16,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico non territoriale
dati analiticiLa base, fortemente bombata su alta fascia mistilinea, è percorsa da un gioco di volute, foglie, conchiglie e cartouches includenti cherubi dorati; l'impugnatura è costituita da un nodo piriforme con decorazioni dorate a conchiglie, volute e foglie; nodi a disco e a rocchetto fanno da raccordo alla mostra sagomata, definita da volute vegetali concave-convesse e concluda da un fastigio a doppia valva di conchiglia.NR (recupero pregresso)STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: punzone, Qualificazione: argentiere, Identificazione: Froni Giovanni, Posizione: sull'orlo del piede, Descrizione : GF cfr. foto SBAS PR,
notizie storico-criticheDi gusto pienamente settecentesco nella forma e nelle scelte decorative, il reliquiario reca una punzonatura generalmente riferita alla bottega dei Froni, una famiglia orafa che compare nello "Stato degli orefici principali di bottega esistenti in Parma e loro figli nel corrente anno 1787" (Archivio di Stato di Parma, fondo Commercio, busta 4, fasc. orefici) con Giovanni di anni 66 ed i figli Cristoforo di anni 27 e Giuseppe di anni 22, quest'ultimo avente bottega distinta dal padre. Nella seconda metà del XVIII secolo è più frequentemente reperibile nell'argenteria parmense il bollo letterale, cioè il monogramma dell'orafo esecutore, che è ancora in genere assente nella prima metà del secolo. Del pari assenti sono i bolli di garanzia, impressi da un ufficio preposto al controllo della bontà del metallo e in altre città regolarmente utilizzati. Nonostante numerose disposizioni in tal senso da parte delle autorità e dell'Arte, il saggio comincia ad essere di norma segnalato con apposito punzone solo in epoca luigina (cfr scheda 45); nella produzione anteriore è stato talora riscontrato, prevalentemente su oggetti tardoborbonici, un punzone di Zecca costituito da uno scudo partito, a sinistra sbarrato, con animale rampante a destra (cfr. Donaver-Dabbene 1987, p.79). Gli esemplari noti dei Froni, il calice di Maria Amalia del Duomo di Parma (1772) ed i quattro busti della chiesa di S. Bartolomeo a Busseto (1783) mostrano una notevole quanto precoce sensibilizzazione al linguaggio neoclassico di stampo petitotiano, certamente stimolata dai frequenti contatti con ambienti di corte, essendo i Froni "orefici della Real Casa", come segnala il già citato documento. Il pezzo della Steccata, ancora estraneo ai nuovi stilemi, va presumibilmente datato non oltre gli anni '50-'60 del secolo e sarebbe quindi da riferirsi al solo Giovanni.
bibliografiaColla S.( 1991)pp. 82-83; Tesori Steccata( 2002)p. 29; Fornari Schianchi L.( 1979)pp.460 e 462
definizionereliquiario, a ostensorio
regioneEmilia Romagna
provinciaParma
comuneParma
ente schedatoreS36
ente competenteS36
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Colla S.; Funzionario responsabile: Fornari Schianchi L.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Colla S. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Colla S. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1991
anno modifica2006

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