notizie storico-critiche | Le colonne, recentemente oggetto di un intervento conservativo curato dal Comune di Firenze - che ha provveduto a reintegrare e incollare le parti in pietra mancanti - fanno parte del progetto di arredo del parterre delle Cascine ideato nel 1791 da Giuseppe Manetti per Ferdinando III Lorena. In esso i singoli elementi sono legati da un filo conduttore comune costituito dal tema dionisiaco, che ben si addice al carattere del nuovo "Casino delle Delizie" (oggi sede della Facoltà di Agraria), progettato dallo stesso Manetti per Pietro Leopoldo alcuni anni prima, nel 1786. Poiché "il carattere della fabbrica è quello della vaghezza, essendo essa destinata principalmente al trattenimento civile ed al piacere della tavola. Dunque conviene un tono vivace, con tutto ciò che è relativo al brio delle seducenti espressioni baccanali" (cfr. A.S.F., Possessioni 1500 a.128. G. Manetti Appendice all'idea dell'ornato proposto per la piazza della nuova fab.ca delle RR. Cascine dell'Isola con relazione de' 3 aprile 1789; in Rinaldi 1995, p. 56). Si spiega quindi la presenza dell'elegante tralcio di vite, che avviluppandosi intorno alla colonna, la percorre a spirale per tutta la sua altezza. Il lavoro è affidato non "a degli scultori propriamente detti", ma "a dei giovani scalpellini, che avendo qualche idea del disegno, molto genio, e volontà di prodursi, si contentino di guadagnare poco più della mercede che si paga per i lavori ordinari da fabbriche" (Ibidem). Ma il progetto del Manetti nasconde anche una fitta rete di significati allegorici di stampo illuministico-massonico (cfr. Trotta 2011, pp. 136-207) direttamente legata alla committenza granducale (i Lorena erano vicini alla massoneria), che vede il parco diviso idealmente in quattro settori corrispondenti alle stagioni, la cui alternanza indica lo scorrere della vita e il percorso terreno dell'anima dalla nascita fino al ritorno nei cieli della 'ragione'. Il settore del parterre, nello specifico, costituirebbe il "regno del fuoco", quindi dell'estate, il cui protagonista è proprio il dio Bacco-Dioniso. All'Archivio di Stato di Firenze esiste ancora il disegno preparatorio di queste colonne, intitolato bozzetto per un "imbasamento a foggia di candelabro sostenete un vaso" (A.S.F., Possessioni , 1500 a. 128; in Rinaldi 1995, p. 57 fig. 20). Giuseppe Manetti (Firenze 1762-1817) fu allievo di Gaspero Paoletti e poi studente a Roma sussidiato da Pietro Leopoldo. Professore di Architettura all'Accademia delle Arti e del Disegno e dal 1784 "Maestro di Architettura" all'Accademia delle Belle Arti, fu impegnato come tecnico in diverse amministrazioni statali e si distinse anche nella progettazione di giardini (oltre al Parco delle Cascine ricordiamo, tra gli altri, il Giardino di Annalena). Fu definito da Pietro Leopoldo "di talento e capacità, ma con grandissima presunzione di sé, portato sempre a delle idee grandiose e di sommo dispendio" (per le notizie biografiche sul Manetti cfr. Zangheri in Scoperta Toscana 1984, pp. 15-20). Ricordiamo che agli inizi del Novecento nel piazzale d'ingresso del parco, all'epoca intitolato a Vittorio Emanuele II, erano presenti altre "due colonnine con tralcio di vite con vaso alla sommità [...] ultimo scorcio del XVIII secolo", ricordate dal Lensi (cfr. Catalogo dei Monumenti pubblici, delle fontane, delle logge e dei fabbricati monumentali di proprietà del Comune di Firenze, 1915-1916, Archivio Storico dell'Ufficio Catalogo Soprintendenza Speciale Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico e Polo Museale della città di Firenze, n. 95) oggi non più esistenti. |