dati analitici | Le librerie angolari, poste su pedane aggettanti, si compongono di due moduli accostati nel lato lungo, di un piccolo scaffale nell'angolo e di un modulo di ridotte dimensioni sul lato corto. Presentano una parte inferiore a otto pannelli lignei a specchiatura rettangolare, una sezione a scaffale con nove ante chiuse da grate in ottone ed un settore superiore a scaffale. Le due parti inferiori, simili ad un armadio, sono scandite da cinque semicolonne tornite sormontate da ornamenti a trottola. Gli scaffali superiori presentano dimensioni digradanti man mano che si procede verso l'alto. Il cornicione arriva fino al ballatio che percorre tre lati della sala, oltre il quale proseguono altre librerie a scaffale. Ogni libreria presenta un cartello contrassegnato da lettere alfabetiche relative alla collocazione dei testi.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | L'iscrizione sopra indicata si trova sulla libreria posizionata sulla parete est, ad angolo con quella nord, l'altra libreria, ad angolo con quella sud, presenta il numero 450 su etichetta in plastica nera.La ricerca archivistica condotta per la catalogazione ha permesso di individuare le maestranze artefici delle librerie presenti nel salone, già attribuite dalla bibliografia all'architetto Ignazio Michela. Tale ipotesi fu formulata da Cavallari Murat sulla base di un rilievo del 22 giugno 1825 con "proposta di loggiato o di scaffalatura nel Salone" (A. Cavallari-Murat, "Architettura dipinta e architettura costruita nel confronto Galliari-Quarini del 1786-87" in "Studi piemontesi", Torino 1979, v. 8 fasc. 2 p. 334; fig. 3) e ripresa da Andreina Griseri, secondo cui "il Salone restava il punto più alto, adatto alle cerimonie laiche del sodalizio, una energia emotiva avvalorata proprio dalla presenza dei libri e loro legature, nel perimetro rastremato degli scaffali appositamente disegnati dal Michela" (cfr. Andreina Griseri "Veritas et Utilitas. Un traguardo da Guarini al Settecento" in "Tra società e scienza. 200 anni di storia dell'Accademia delle Scienze di Torino", catalogo della mostra, Torino 1988, p. 30). Nell'archivio dell'Accademia delle Scienze è stato individuato un fascicolo relativo alle scaffalature ed opere in legno contenente vari progetti, schizzi, rilievi e preventivi di spesa sottoposti ai soci (cfr. AASTO/ Cat. 9 Beni patrimoniali dell'Accademia; classe III Ristrutturazioni, riparazioni e restauri del Fabbricato dell'Accademia 1784-1947, m. 312 Ristrutturazioni, riparazioni e restauri del Fabbricato dell'Accademia 1812-1945, fasc. 6 Lavori per scaffali o su legno (1812-1947)). Dalle carte esaminate emerge che fin dall'inizio dell'Ottocento erano presenti varie librerie nelle sale dell'Accademia, citate in una lettera di Ferdinando Bonsignore al "Comitato d'amm.e del 12 aprile 1812", non identificabili però con quelle oggi allestite negli ambienti al primo piano. Per le scaffalature del salone delle adunanze si conservano sia la trattativa iniziale, iniziata nel mese di gennaio 1879, sia il contratto ufficiale firmato il 1° luglio 1879 dal barone Antonio Manno, per l'Accademia delle Scienze, e dall'ebanista "Quarelli Giacomo di Torino". Nell'ambito della trattativa si segnala anche un preventivo, datato 3 maggio 1879, presentato da "Negri Giacomo/ Stipettaio in ogni genere 15 via Goito N. 15" per la realizzazione delle librerie, scartato verosimilmente per il prezzo proposto (£. 294 al metro lineare). Il carteggio fornisce inoltre preziosi dettagli di fabbricazione, con misure delle varie parti e indicazioni sul materiale impiegato ("noce con fodera e piani in abete bianco"). Giacomo Quarelli, con laboratorio in "via Ospedale n. 16", firmò un primo contratto per "due grandiosi scaffali di libreria da collocarsi nel gran Salone dell'Accademia", da realizzare al costo di "£. 185 ogni metro lineare corrente" nei mesi di luglio-agosto 1879. Pochi mesi dopo fu stipulato un secondo contratto, il 3 marzo 1880, per "eseguire i quattro scaffali che ancora mancano per completare la parte inferiore della libreria da riporsi nel grande salone accademico", secondo le disposizioni date "con convenzione del ° luglio 1879". I contraenti furono i medesimi, Antonio Manno e Giacomo Quarelli, la scadenza fu fissata a maggio 1880 con pagamento in due rate nel 1880 e nel 1881. Due anni dopo l'Accademia commissionò allo stesso ebanista Quarelli le librerie dell'adiacente sala cataloghi.Le scaffalature furono sottoposte ad un intervento di restauro, consistente in una pulitura generale e in piccoli interventi di protezione dagli insetti xilofagi, sotto la direzione di Michela Di Macco, da parte dell'équipe di Guido Nicola a ridosso del 1988 (cfr. G. Nicola-G. R. Arosio, "Il restauro delle sale dell'Accademia delle Scienze" in Tra società e scienza. 200 anni di storia dell'Accademia delle Scienze di Torino", catalogo della mostra, Torino 1988, pp. 48-51). Le scaffalature furono sottoposte ad un intervento di restauro, consistente in una pulitura generale e in piccoli interventi di protezione dagli insetti xilofagi, sotto la direzione di Michela Di Macco, da parte dell'équipe di Guido Nicola a ridosso del 1988 (cfr. G. Nicola-G. R. Arosio, "Il restauro delle sale dell'Accademia delle Scienze" in Tra società e scienza. 200 anni di storia dell'Accademia delle Scienze di Torino", catalogo della mostra, Torino 1988, pp. 48-51). |