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bene culturale | pendola da tavolo |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 11 00205351 |
localizzazione | Italia, Marche, PU, Pesarop.zza Toschi Mosca, 29 |
contenitore | palazzo, Palazzo Toschi Mosca, p.zza Toschi Mosca, 29, Musei Civici, deposito |
datazione | secc. XVIII/ XIX fine/inizio; 1790 - 1810 [analisi storica] |
autore | Rastelli Raphael (notizie fine sec. XVIII-prima metà sec. XIX), |
materia tecnica | legno/ intaglio/ impiallacciatura/ pittura/ doraturaottonesmaltovetro |
misure | alt. 30, largh. 24, prof. 13, |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Pesaro |
dati analitici | Pendola da mensola o da tavolo con cassa in legno di rosa con profili ebanizzati e bronzi dorati a mercurio applicati sul fronte a motivo di reticolo sotto il quadrante, con due fregi laterali sopra lo stesso e con pinnacoli nella parte sommitale agli angoli e un cestino di frutta al centro. Nel quadrante in smalto bianco tondo con numeri delle ore romani e dei minuti arabi sono presenti due fori di carica, uno per il tempo e l'altro per la sveglia; lancette in acciaio brunito.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | Nel XVII secolo si ha un'importante svolta nell'orologeria con l'invenzione del pendolo le cui oscillazioni di tipo isocrono ne fecero il primo vero e proprio organo regolatore dell'orologio, un'applicazione che aprì la strada alla cronometria di precisione. Galileo Galilei aveva teorizzato intorno al 1636 le leggi che davano luogo all'isocronismo delle oscillazioni del pendolo, ma fu lo scienziato olandese Christiaan Huygens, circa vent'anni dopo, a ideare il sistema che ne consentiva l'utilizzo fino alla realizzazione, nel 1658, del primo modello di strumento del tempo a pendolo, costruito dal suo collaboratore Salomon Coster. Da quel momento e per tutto il XVIII secolo si sviluppò una nuova tipologia di orologi d'uso domestico che venivano collocati su diversi piani di appoggio ed erano costituiti da casse di medie dimensioni (generalmente l'altezza era di 40-50 cm.) al cui interno funzionavano meccanismi con scappamenti per lo più a verga regolati dal pendolo. Spesso oltre alle misurazioni del tempo c'erano altre indicazioni come calendari, sveglie e suonerie al passaggio oppure a richiesta. Caratteristica costante era l'uso del legno per la realizzazione delle casse che venivano poi decorate con lastronature in tartaruga, ebanizzazioni, intarsi, intagli o applicazioni di fregi in metallo dorato per ottenere fisionomie che dalle più semplici arrivavano a raffigurare vere e proprie strutture architettoniche. Per quanto riguarda i quadranti solitamente le pendole da mensola utilizzavano piastre di metallo variamente lavorate, sulle quali era applicata una fascia oraria con incise le indicazioni del tempo. La pendola in esame, perfettamente funzionante dopo il restauro del 1996 (è possibile metterlo all'ora spostando la lancetta dei minuti solo in senso orario), ha il movimento inserito in una gabbia con platine in ottone rettangolari con quattro colonnine cilindriche; la durata della carica, con sveglia, è di otto giorni, lo scappamento è a verga e la regolazione dell'anticipo e del ritardo del tempo si trova sul pendolo. Nella piastra posteriore c'è la firma dell'orologiaio, Raphael Rastelli, e l'indicazione della città di produzione, cioè Roma: l'artista è documentato per lo più nella capitale dove firmò nel 1797 una piccola pendola con sveglia e nel 1820 un orologio montato su un pomposo basamento di marmo pompeiano ornato di obelischi e cariatidi egizie conservato nel museo di Capodimonte a Napoli. Affinità stilistiche sono rilevabili con una classico esempio dell'orologeria romana del '700, una pendola da mensola più elaborata ma con analoghe apllicazioni decorative in bronzo dorato e con identici pinnacoli nella parte sommitale (Negretti G.-De Vecchi, 1993). Relativamente all'acquisizione del pezzo da parte dei Musei Civici di Pesaro si è scelto di indicare genericamente come terminus post quem l'anno di morte della marchesa Vittoria Toschi Mosca (1885), anche se si segnala che fin dal 1877 l'illustre cittadina stilò un testamento in cui lasciava alla città il Palazzo Mazzolari da lei acquistato per collocarvi la propria collezione artistica con l'obbligo espresso di stabilirvi subito un pubblico museo rivolto alla studiosa gioventù (Barletta C.-Marchetti A., 1994). |
altra localizzazione | luogo di provenienza: Marche, PU, Pesaro |
bibliografia | Negretti G./ De Vecchi P.( 1993)pp. 96, 105 |
definizione | pendola da tavolo |
regione | Marche |
provincia | Pesaro Urbino |
comune | Pesaro |
indirizzo | p.zza Toschi Mosca, 29 |
ente schedatore | S70 |
ente competente | S70 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Vanni L.; Funzionario responsabile: Costanzi C.; Aggiornamento-revisione: Eusebi C. (2003), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Vitali R. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 2003 |
anno modifica | 2003; 2006 |
latitudine | 43.911161 |
longitudine | 12.913268 |