notizie storico-critiche | Il Famedio Militare di Ferrara è situato all’interno della Certosa, in fondo alla prospettiva del secondo Gran Claustro della chiesa di San Cristoforo. Il Famedio è una costruzione a forma di tempio, posta generalmente all'ingresso del cimitero e destinata alla sepoltura o alla memoria di personaggi illustri: talvolta, come nel caso di Ferrara, indica il luogo in memoria dei Caduti in guerra. Il termine, un neologismo coniato nel 1889 dal latino fama, "fama", e aedes, "tempio", significa letteralmente "tempio della fama". L’edificio e le costruzioni adiacenti furono progettate dall’ingegnere Carlo Savonuzzi, nell’ottica di trasformare il quattrocentesco monastero certosino eretto dal duca Borso d’Este in cimitero monumentale. I lavori si svolsero tra il 1956 e il 1958, sotto la direzione dell’ingegnere comunale Cesare Monti e con l’opera della ditta di Isidoro Roversi. Tra il 1958 e il 1962, fu completato il secondo Gran Claustro, realizzato in perfetta simmetria con quello quattrocentesco. Edificato in mattoni della fornace Bagni di Reno Centese, il Famedio ha pianta ellittica con pronao anteriore e copertura a catino ribassato in cemento e laterizio. In alzato presenta un’elegante facciata in mattoni, impostata su paraste angolari e sormontata da un timpano lineare. Sotto al timpano corre il fregio e si apre un portale con arco a tutto sesto. L’imponente accesso è completato da raffinate decorazioni in cotto realizzate da maestranze ferraresi a modello di quelle presenti nei tempietti terminali dei porticati curvilinei del chiostro. Nel fregio si alternano angeli e palmette modulari; nei capitelli si arricciano volute ioniche e foglie di acanto; nell’arco si allineano candelabri, conchiglie, pellicani e teste di cherubini; nelle porzioni di muro si distendono nicchie con conchiglie e nastri attorcigliati. All’interno del Famedio sono collocate le lapidi in onore dei Caduti. In fondo all’abside, un altare consacrato designa l’uso della cappella al culto. Il Famedio-ossario, eretto dal Comune in onore degli ottocento soldati deceduti negli ospedali militari e da campo, fu inaugurato il 15 novembre 1961. Bibliografia: A. Poggiali, I segni della guerra. Lapidi e monumenti, in Provincia di Ferrara, ai caduti italiani nel XX secolo, Claudio Nanni Editore, Ravenna 2011, vol. I, pp. 156-157. I. Roversi, Nel cimitero dell’homo faber. La Certosa di Ferrara e i lavori per il completamento del II Gran Claustro, 1956-1962, Ferrara 1994. G.P. Bertelli, Inutile strage o quarta guerra di indipendenza. I caduti di Ferrara e Provincia della grande guerra, Ferrara 2005, p. 3. Documentazione d'archivio: ASCFE, Le feste patriottiche del 4 novembre. La lapide dei Caduti e la Targa della Vittoria in “Gazzetta Ferrarese”, 31 ottobre 1922. ASCFE, Repertorio XX secolo, 1900-1950, Militari e guerre, busta 20 militari morti, fasc. 03 (concessione in uso gratuito di area nel cimitero della Certosa per l’ampliamento dell’attuale campo adibito per la tumulazione dei militari deceduti in servizio, 1932); fasc. 06 (sistemazione salme caduti, 1945). ASCFE, Repertorio XX secolo, 1900-1950, Sanità, busta 58 cimitero della Certosa, fasc. 03 (costruzione di chiostro rettilineo e di casetta ossario nel cimitero della Certosa, 1949). Comitato Celebrazione Centenario dell’Unità d’Italia Ferrara (a cura di), XVIII Anniversario Eccidio di Castello Estense, 15 IX 1943 – 15 XI 1961, inaugurazione Famedio ai caduti della guerra1915-1918, Ferrara 1961, pp. 3-4. Sitografia: http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it/108/ricerca-itinerari/47/606 http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Savonuzzi |