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Opera d'arte di Vacca Mario (1887/ 1954), Marzaroli Alessandro (1868/ 1951), a Colorno

L'opera d'arte di Vacca Mario (1887/ 1954), Marzaroli Alessandro (1868/ 1951), - codice 08 00430537 di Vacca Mario (1887/ 1954), Marzaroli Alessandro (1868/ 1951), si trova nel comune di Colorno nella provincia di Parma sita in piazza, Piazzale Vittorio Veneto - Colorno (PR)
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bene culturalemonumento, Colorno a' suoi figli
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00430537
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, PR, Colorno, ColornoPiazzale Vittorio Veneto - Colorno (PR)
contenitorepiazza, Piazzale Vittorio Veneto - Colorno (PR)
datazionesec. XX ; 1924 - 1925 [bibliografia]
autoreVacca Mario (1887/ 1954), Marzaroli Alessandro (1868/ 1951),
materia tecnicaporfido/ scultura/ intarsiomarmo/ scultura/ tornituramarmo bianco/ intagliopietra/ martellatura/ sbozzaturabronzo/ fusionepasta vitrea/ mosaicogranito grigio/ sagomatura
misurem, alt. 6.60, largh. 6.60, prof. 6.60,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Colorno
dati analiticiMonumento commemorativo ai caduti colornesi della prima guerra mondiale, costituito da una monumentale piramide ricoperta da blocchi regolari di granito e pietra lavorata alla martellina, sormontata da un sarcofago in porfido, a sezione trapezoidale su colonne marmoree tornite. In origine il sarcofago si completava con una gigantesca figura muliebre, rappresentante la Nazione-Patria in veste d'Atena, opera dello scultore Marzaroli, fusa nel 1941 per esigenze belliche. Altri elementi decorativi in bronzo, costituiti da corone di lauro e quercia intrecciate a nastri, ornano gli specchi della piramide, ad eccezione della fronte, ove è innestata la lapide commemorativa originaria, in caratteri bronzei applicati. Nel 1952 il monumento fu completato con apposite lastre in marmo bianco, collocate sui prospetti laterali della piramide, recanti incisi in ordine alfabetico i nomi degli eroi caduti nel primo e nel secondo conflitto mondiale.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheIl monumento ha una lunga storia, ampiamente documentata nell'archivio del Comune e resa nota in occasione dei restauri eseguiti nel 2004 (Cfr. Tamani 2004). Fin dal 1921 a Colorno si era costituito un comitato per l'erezione di un monumento in ricordo dei concittadini caduti in guerra, che aveva aperto una sottoscrizione fra la cittadinanza allo scopo di ricavare una somma sufficiente ad erigere un'opera degna del sacrificio compiuto dai 167 giovani colornesi "che fecero olocausto della vita per la Nazione". Del comitato facevano parte: Francesco Barvitius, Proclo Bisi (sindaco del comune nonché presidente provvisorio, cui subentrerà nel 1922 Carlo Beatrizzotti), Arnoldo Bonardi, Giuseppe Ferrari, monsignor Giuseppe Gazzi, Paride Negri e Gino Pellegreffi. Nel dicembre del 1921 il sindaco Bisi rivolgeva alla popolazione un appello all'elargizione "affinchè più degno e più solenne riesca l'omaggio verso i nostri martiri", ma la cittadinanza non rispose secondo le aspettative e allo scopo di integrare i fondi già incassati, anche a Colorno, come in altri paesi della provincia, nel febbraio del 1922 si diede corso ad una lotteria i cui premi, "per conseguire un reale e sensibile beneficio", avrebbero dovuto essere donati da facoltosi cittadini e da Enti. Intanto si costitutiva la commissione per la scelta del progetto, formata dall'architetto Lamberto Cusani, dai professori Glauco Lombardi e Mario Borlenghi, e dall'ingegnere Gino Villetti. Riunitasi il 12 settembre del 1922 nel salone della Villa Farnese, la commissione giudicò i lavori presentati dai tre concorrenti (fra i quali Alberto Bazzoni, che nell'occasione propose lo stesso bozzetto poi ripresentato a Salsomaggiore e a Reggio Emilia nel 1925, dove risulterà vincitore fra molte polemiche e sospetti), scegliendo a voti unanimi il bozzetto, opera dell'architetto Mario Vacca, a forma di piramide sormontata da un sarcofago in porfido corredato da una austera figura muliebre (riconducibile alla consueta tipologia della Nazione-Madre-Patria) ideata dallo scultore Alessandro Marzaroli. Il 6 aprile 1923 il sindaco di Colorno, Domenico Vela, e i due progettisti (che sempre in coppia avevano progettato anche i monumenti ai caduti di Borgotaro, Sala Baganza, Cortile San Martino, Sissa e Tabiano) firmarono il contratto per l'esecuzione. Le parti bronzee furono fuse dalla Fonderia artistica Grassi & Gattini di Greco Milanese, mentre la statua venne ultimata nel 1924. I materiali per la realizzazione del grande basamento piramidale, pietra e granito, furono lavorati da artigiani locali, dopo essere stati forniti da una ditta di Domodossola. Solennemente inaugurato l'8 novembre 1925 nell'allora piazzale Andrea Costa, il monumento fu sacrificato al mito della fusione bellica in era di sanzioni, come molti altri che furono vittima dell'esempio offerto da un piccolo comune alle porte del Chianti, San Casciano Val di Pesa, che per primo nel settembre del 1940 aveva offerto alla Patria "il bronzo che eterna la memoria dei propri Caduti, orgoglioso che questo metallo trasformato in potenti armi affretti l'ora del trionfo fascista" (Bronzi da fondere, "Il Bargello", 15 settembre 1940). Il 13 novembre 1941 la statua in bronzo che rappresentava l'Italia in veste d'Atena, chiamata comunemente dai colornesi "Mariane", fu rimossa per la fusione per farne "piombo per il nemico", come ebbe a sottolineare nell'occasione l'oratore in uno slancio di enfatico patriottismo. Successivamente, nel 1952, la giunta comunale presieduta dal sindaco Aldo Zinelli, prese atto della necessità di "far incidere i nomi dei caduti delle due guerre su apposite lastre di marmo da collocare sui fianchi del monumento e di collocare, al posto della statua, un tripode su disegno dell'Istituto d'Arte di Parma" (Tamani 2004). Nel 2004 il monumento fu sottoposto ad un accurato restaturo, finanziato da imprenditori locali e diretto dall'Ufficio tecnico del comune, che ha interessato sia la parte strutturale di sostegno interna in laterizio, sia le superstiti decorazioni in bronzo. Smontate la grande urna in porfido del peso di 90 quintali e le lastre di copertura in pietra e granito, sostituite le lapidi in marmo recanti i nomi dei caduti (deteriorate dallo smog) il monumento, riemerso in tutta la sua splendida grandiosità, è stato nuovamente inaugurato il 7 novembre 2004 in occasione dell'86° anniversario della fine della prima guerra mondiale.
committenzaComitato "pro erigendo monumento ai Caduti" di Colorno (1921/ 1925)
bibliografiaMemorie pietra( 2002)p. 145; Tamani R.( 2004)p. 20; Tamani R.( 2004)p. 21
definizionemonumento
denominazioneColorno a' suoi figli
regioneEmilia Romagna
provinciaParma
comuneColorno
localitaColorno
indirizzoPiazzale Vittorio Veneto - Colorno (PR)
ente schedatoreS36
ente competenteS36
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Mavilla A.; Funzionario responsabile: Fornari Schianchi L.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Mavilla A. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Mavilla A. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2008
anno modifica2006
latitudine44.928267
longitudine10.375274

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