notizie storico-critiche | Nel 1859 il Governo della Toscana bandisce un concorso per due monumenti equestri in bronzo dedicati rispettivamente a Vittorio Emanuele II e a Napoleone III, da eseguire a spese dello stato e da collocarsi nell'attuale Piazza Indipendenza (per questa e le altre notizie sul monumento cfr. Vasic Vatovec 1996, pp. 36-54, che pubblica anche una parte dei documenti). Il concorso è vinto dallo scultore Salvino Salvini e nel 1864 il modello della nuova statua è pronto. Con la creazione di Firenze capitale nello stesso anno Giuseppe Poggi, nell'ambito del suo piano di riordinamento della città, progetta di inserire il monumento equestre all'ingresso delle Cascine (oggi Piazza Vittorio Veneto). Il progetto rimane tuttavia sulla carta, così come la realizzazione del monumento stesso, visto che il Governo, contrariamente agli impegni presi, decide di non finanziarlo più. Nel 1878, anno della morte del re, il Comune di Firenze decide di celebrarlo commissionando un nuovo monumento in suo onore. Il Comitato promotore, presieduto dal sindaco Ubaldino Peruzzi, riunitosi più volte e sentito il parere del Collegio dell'Accademia di Belle Arti, delibera infine la realizzazione di una statua equestre in bronzo da collocarsi in Piazza Indipendenza (l'alternativa prevedeva l'erezione di una colonna monumentale). Nel programma del primo concorso risalente al 15 giugno 1881,la commissione si riserva tuttavia di spostare il monumento nella nuova piazza del centro di Firenze (attuale Piazza della Repubblica), come in effetti avviene al momento dell'inaugurazione. Per i dieci partecipanti selezionati, nel giugno dell'anno seguente, è indetto un secondo concorso, di cui risulta vincitore Emilio Zocchi con un progetto distinto dal motto "A colui che rese l'Italia unita e indipendente". Nel contratto, stipulato il 15 novembre 1882, si stabilisce, tra le altre cose, che la fusione a cera persa avvenga presso la Reale Fonderia delle Statue F.lli Galli di Firenze e si definisce il soggetto dei due bassorilievi del basamento, che avrebbero dovuto raffigurare "la presentazione del Plebiscito Toscano a Sua Maestà Vittorio Emanuele II" e "la partenza del Re per Roma". La fusione avviene nel 1888 e nel gennaio del 1890 è approvato il progetto definitivo del basamento. L'inaugurazione avviene il 20 settembre 1890. Già nel 1932 si decide comunque di spostare il monumento nell'attuale ubicazione. Giudicato "tra le più infelici opere scultoree del tardo ottocento" (Ibidem, p. 36), Emilio Zocchi non riuscì a conferire maestosità e splendore al ritratto del monarca, colto nel momento in cui osserva fiero e concentrato la sfilata dell'esercito; anzi, gli intenti naturalistici dello scultore sortirono il risultato di una retorica celebrazione di stampo accademico e la scultura non fu esente da critiche, che sottolinearono una certa goffaggine nella figura, ribattezzata presto dal popolo il "monumento al re pompiere" a causa del suo copricapo. Nei primi anni del Novecento il monumento ha subito diversi interventi di restauro: nel 1911 è stata ripulita la base in pietra forte; nel 1932, in occasione del trasferimento del monumento, oltre ad nuovo restauro delle pietre del basamento e sostituzione di alcuni elementi, si restaurò anche la base della statua equestre. Si provvide inoltre a sostituire i tre gradini della base con un solo zoccolo. Infine in occasione della visita di Hitler nel 1938, si effettuò un intervento conservativo a tutto il monumento (per queste notizie cfr. B. Gondino "Monumenti celebrativi nelle piazze fiorentine tra otto e novecento (1860-1915)", tesi di laurea discussa presso l'Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Architettura, a.a. 1999-2000). |