dati analitici | Un'impugantura in legno tornito dipinto in nero, tramite un anellino metallico, regge il ventaglio dal contorno curvilineo, il cui supporto ligneo è foderato da un orlo in velluto tagliato viola, ornatio da un cordoncino a tre fili di oro filato ritorto a Z e da chiodini in lamina sctampato di varia foggia e delimitato, internamente, da un cordoncino di cordone dorato. All'interno, su fondo bianco taffetas imitante il gros de Tours, è ricamato l0 stemma.Il fondo è in taffetas azzurro e tela bianca con trama formata da listelli lignei; il ricamoè a punto erba, punto piatto in sete policrome, argento filato, metalloa zzurro filato e riccio, oro falso filato. Cimiero e scudo applicati con imbottitura.NR (recupero pregresso)STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: stemma, Posizione: sul recto, al centro, Descrizione : Stemma inquartato nel secondo e nel terzo d'azzurro alla croce d'argento; nel primo d'argento al leone rampante con pianta, nel quarto d'argento al fiore di giglio., |
notizie storico-critiche | Varie notizie sull'esecuzione di ricami e di nastri nel laboratorio interno delle Orfane sono desumibili dai Libri degli ordinati dell'Amministarzine del Collegio. Nel 1746 l'attività di ricamo è tale da essere "sufficiente per formar un adote per la med.me solita a darsi (...) in occasione della Collocatine in Matrimonio" (Vercelli, Archivio del Collegio, Ordinati dal 1719 al 1746, al 25 novembre 1746). Trent'anni dopo l'attività principale è quella della "fabbrica di bindelli", cioè nastri. Un tale "soggetto pratico del mestiere con telaio proprio" si offre di insegnare il mrestiere, a condizine che il collegio fornisca la seta necessaria (Vercelli, Archivio del Collegio, Ordinati dal 1765 al 1798, al 19 giugno 1776). Pochi mesi dopo, non bastando l'aiuto di Giacomo Pragno, probabilmente il tessitore sopra accennato, si fa venire Anna Bauda, "figlia abilissima a Manufattura nell'opera della S.a Rosa in Torino" (ID., al 12 settembre 1776), Nel 1834 si decide di dividere i proventi del laboratorio metà al Collegio e metà alle Orfane, purchè abbiano superato i 15 anni o, straordinariamente,i 12. Per riuscire a ricavare qualcosa per se stesse, le Orfane lavoravano infatti anche al di fuori degli orari di laboratorio, cadendo spesso ammalate per la troppa fatica (Vercelli, Archivio del Collegio, Ordinati dal 1812 al 1839, al 26 dicembre 1834). Nel 1854 viene donato un "tappeto ricamato dalle Ricoverate (...) a S.E.M. Arcivescovo di Vercelli (...) nella circostanza che il medesimo compiva il cinquantesimo anno dal giorno di sua proima messa" (Vercelli, Archivio del Collegio, Ordinati dal 1854 al 1855, al 19 aprile 1854). Ancora nel 1855 viene donato un "Rochetto ricamato da una delle Allieve" al sacerdote D. Celso Cesare Brusetti esaminatore (ID., 19 novembre 1955). La nomina nel 1862 della nuova maestra di lavori femminili Serafina Magnocavalli dà nuovo impulso soprattutto all'attività di ricamo. Ella "parla il tedesco e il francese, conosce il disegno, è di ottimi costumi, e la Priora di Milano (lavorava presso il monastero della Dame Inglesi a Biessanone) accerta essere cosa difficile trovare una maestra di lavori che eguagli l'abilità della medesima, la quale oltre ai lavori in bianco, che si insegano nella stessa, sa fare lavori in seta, in lana, in capelli" (Vercelli, Archivio del Collegio, Ordinati dal 1861 al 1862, al 6 ottobre 1862). Nel 1858 il Collegio consuege la menzione Onorevole del Municipio di Vercelli nell'Esposizine industriale, agricola ed artistica (C. PELITTI, La donna nella benef icenza a Vercelli, Vercelli s.d., ma 1909, p. 63). La produzione aumenta sia in quantità, tanto che "per i crescenti lavori di ricamo affidati alle ricoverate" ci si lamenta di dover "sovente ricorrere a Disegnatrici estranee", che in qualità, e si decide un aprima esposizine interna dei lavori femminili (Vercelli, Archivio del Collegio, Ordinati dal 1872 al 1875, al 19 marzo e 24 ottobre 1873). Nel 1883 si inizia la produzione di pizzi di sete colorati, "di gran voga e continuamente ricercati" (Vercelli, Archivio del Collegio, Ordinati dal 1882 al 1886, al 19 marzo e 21 dicembre 1883). Nel 1890 il Collegio ottiene il diploma di medaglia d'oro all'Esposizine Beatrice di lavori femminili di Firenze (Vercelli, Archivio del Collegio, Ordinati dal 1882 al 1891, al 19 giugno 1890; Esposizine Beatrice - Mostra nazinale di lavori femminili in Firenze - Maggio - Giugno 1890 - Premiazioni, Firenze 1890, pp. 46, 81). La Magnocavallo muore il 14 agosto 1894, ma la partecipazione ad Esposizini continua: all'Esposizine Nazinale del dl 1898 di Torino al Collegio viene conferita un amedaglia d'oro nella Divisine III, II Assistenza, per "oggetti in ricami, in rammendi, in confezione oggetti di biancherie e (...) pregevolissime" ed un'altra nella Divisine VII, Sezine XVI, Prodotti di più industrie per "oggetti di ricamo in bianco e disegni a matita" (Vercelli, Archivio del Collegio, Ordinati dal 1892 al 1898, al 18 maggio 1897, 5 gennaio e 28 ottobre 1898; Ordinati dal 1899 al 1905, al 24 gennaio 1899). Uno dei due diplomi di medaglia d'oro è conservato, incorniciato, nella Sala dell'archivio dell'amministrazione. Ancora il Collegio declina l'invito a partecipare all'Esposizine di PArigi del 1900, e partecipa nel 1902 all'Esposizine Didattica di Vercelli con Medaglia d'artgento (C. PELITTI, 1909, p. 63) e nel 1903 alle "Mostre Artistiche pro emigrantis di Milano e di Vercelli" (Vercelli, Archivio del Collegio, Ordinati dal 1899 al 1905, al 28 aprile 1899 e 11 maggio 1903). La coppia di ventagli in questione, probabilmente ideati come ventagli da caminetto, per la loro funzione più esornativa che utile e perchè stilisticamente databili alla fine dell'Ottocento per particolari quali la foggia dei chiodini, furono con ogni probabilità eseguiti per una delle Esposizini, quella di Firenze o di Torino. CONTINUA IN CAMPO OSS. |