notizie storico-critiche | Il pessimo stato di conservazione delle tele, con le medesime dimensioni e della stessa mano, e le diffuse ridipinture, non permettono una precisa lettura stilistica dei quadri. Una scritta, in basso, inserita in una decorazione con conchiglia, ricorda le cartelle seicentesche e il loro scopo didattico esplicativo. Tale tipologia appare diffusa, nell'alessandrino, per tutto il XVIII secolo. Si legge in essa la data del 1566, che non può valere per l'esecuzione dei dipinti, ma che si riferisce all'unificazione dell'Ospedale di S. Antonio a quello di S. Biagio. Tale unificazione avvenne nella sede dell'Ospedale di S. Antonio, in via Treviso, e solo nel 1790 vi fu il passaggio alla sede attuale in via Venezia. Anche tale data non può valere per l'esecuzione dei dipinti, ma si potrebbe ipotizzare interventi e ridipinture per adattare la vecchia tela alla nuova collocazione. I dipinti si trovano alla sommità dello scalone, in un riquadro del muro a sinistra dell'entrata (oggi in disuso) al Salone delle Adunanze, è collocato quello di S. Antonio, mentre a destra si trova quello rappresentante S. Biagio. Lo scalone venne progettato dall'architetto Alessandro Antonelli, e realizzato dopo il 1835 (Agapiti, L'ospedale Civile di Alessandria, in "Alexandria", II, 1934, fasc. 4, p. 5, fig. a p. 2), ma non si sa se venne studiata l'architettura della parete in funzione delle preesistenti tele o se queste vennero adattate alla forma e alle dimensioni dei riquadri. Le vicende della costruzione dell'Ospedale non forniscono, quindi, date plausibili per l'esecuzione dei dipinti che rivelano, seppur genericamente, caratteri stilistici di area piemontese sulla fine del XVII secolo. Il dipinto con S. Antonio compare in un inventario del 1960 (Archivio Ospedale) al n. 62 definito come "quadro grande a muro - 1566", mentre è su tela e la data è da riconnettersi a quella dell'iscrizione; quello con S. Biagio, nel medesimo inventario, è indicato al n. 63 con la descrizione "quadro grande a muro - 1566". |