notizie storico-critiche | L' "Inventaro de mobili, ed altri oggetti esistenti nel Palazzo della Vigna di S. M." (Torino, Biblioteca Reale - sc. 45) compilato nel 1755 non offre alcuna indicazione circa la presenza di un lambriggio nella "Camera verso Levante detta del Trucco" dell'Appartamento del Re. La prima notizia interessante è data da un documento conservato all'Archivio di Stato di Torino datato 11 maggio 1813: si tratta di una "Note des Ouvrages et fournitures faite par moi soussigné Jean Baptiste Pozzi Peintre d'ordre de l'Intendance des biens de la Couronne eu dela' des Alpes, en reparation du Palais à la Vigne Imperiale pendant le premier trimestre 1813", in cui dichiara di aver "restauré la peinture des pilastrades et lambris dans la Chambre à manger avec ornament en fleurs, animaux, et figures dans Le gout de Raphael [...] 100" (ASTO, Governo Francese, mazzo 189, n. 17). Che si tratti proprio del lambriggio della stanza 30 è confermato dall'inventario redatto nel 1819 che registra l'ambiente con la nuova denominazione di "Camera a mangiare". Le prime descrizioni inventariali dello zoccolo risalgono alla metà del XIX secolo, quando l'"Inventario di tutti li mobili, oggetti di addobbamento ed altri diversi di Regia Spettanza esistenti nel Palazzo della Vigna Reale detta della Regina e nelli fabbricati dipendenti [...]" (ASTO, Corte, Archivi Privati, Castelli Berroni - m. 19) posti sotto la custodia del consierge Felice Boozoky nel 1845, registra nella stanza indicata come "Prima camera a levante arrivando dal Salone" negli Appartamenti Reali a mezzanotte, un "parapetto all'ingiro della camera a scompartimenti dipinti con medaglie chinesi nel centro decorato di membrature parte liscie e parte intagliate a bacelli e dorate". Indicazioni utili si ricavano anche dai "Testimoniali di Stato della Vigna della Regina ed annesso Palazzo Chiablese" (ASTO, Corte, Istituti Assistenza e Beneficenza - cat. 11, m. 653) compilati nel 1864 che, indicando la stanza ormai solo con il numero 20, vi segnalano la presenza di un "imbasamento in legno simile a quella descritta al N. 19 [con base e cimasa intagliate e dorate diviso da pilastrini e campi contornati da cornici/ dorate con sfondo; li campi dipinti ad arabeschi con figure e li pilastrini con cifre sormontate da corona]". Nel XX secolo il primo a menzionare il lambriggio è Eugenio Olivero che nel 1942 lo descrive brevemente nel testo dedicato a "La Villa della Regina in Torino": "[...] lo zoccolo in legno [...] mostra una graziosa decorazione a medaglioncini, ornati varii, fiori e frutta" (p. 27). In quello stesso anno cinque bombardamenti con spezzoni e bombe incendiarie compresi tra novembre 1942 e agosto 1943, provocano gravi danni alla villa; in particolare l'incursione dell'8 agosto 1943 colpisce numerosi ambienti del piano nobile. Gli "infissi decorativi: zoccolo, pannelli soprastanti, specchiere, spalle per aperture, sopraporte" di tutte le stanze sono smontati durante il periodo bellico per metterli in salvo in depositi temporanei e rimontati con i lavori di ristrutturazione a partire dal 1948 (cfr. S. Garnero, Dai danni di guerra agli anni sessanta. Documenti sugli interventi di manutenzione, in C. Mossetti, a cura di, Villa della Regina. Diario di un cantiere in corso, Torino 1997, pp. 113-114, nota 11 p. 116). Anche lo zoccolo della stanza 30 è stato certamente smontato come dimostrano le iscrizioni ancora visibili sul retro di alcuni pannelli con il riferimento alla stanza di provenienza "Sala E" e, a pennello rosso, l'indicazione di numeri forse relativi alla posizione dei diversi moduli all'interno del locale. L'indicazione sala E non corrisponde però alla definizione data da Olivero che indica la stanza con la lettera L. Non è quindi possibile per il momento sapere si tratta dello stesso ambiente o se la definizione "sala E" faccia riferimento ad un altro locale della villa dal quale quindi proverrebbe lo zoccolo in questione. Il lambriggio si compone di undici moduli realizzati in legno di pioppo, indicati nell'inventario corrente con i numeri 30.10 Z (altezza 85, larghezza 31, profondità 7), 30.11 Z (altezza 85, larghezza 47, profondità 7.5 (con lo stesso numero è registrato un altro modulo: altezza 83.5, larghezza 411, profondità 7.5), 30.13 Z (altezza 84.5, larghezza 231, profondità 8), 30.14 Z (altezza 85, larghezza 43.5, profondità 7.5), 30.16 Z (altezza 85, larghezza 408.5, profondità 7), 30.18 Z ( altezza 85, larghezza 77, profondità 7 (con lo stesso numero è registrato un altro modulo: altezza 84, larghezza 50.5, profondità 8), 30.19 Z (altezza 86, larghezza 412, profondità 7), 30.21 Z (altezza 85, larghezza 74.5, profondità 7.5) e 30.22 Z (altezza 85, larghezza 34.5, profondità 7.5). (prosegue in Osservazioni). |