dati analitici | Piede a sezione circolare: bordo esterno decorato con motivo curvilineo; il settore centrale, bombato, è scompartito in campi da una serie di nervature che si dipartono dal centro del piede. Fusto con triplo nodo che riprende la stessa semplice decorazione del piede con l'aggiunta di foglie stilizzate. La mostra, di forma ovale, circondata da foglie di acanto stilizzate che ne seguono il profilo e decorata, alla sommità, da trionfo vegetale formato da foglie centralie e da volute affrontate, è raccordata al piede da elemento a bulbo, decorato da elementi vegetali. Teca a luce circolare, protetta da vetro, profilata da cornice formata da foglie di lauro stilizzate; le reliquie di Sant'Albano poggiano su un fondo rivestito di velluto tagliato rosso porpora a doppio corpo con motivo decorativo a grosso modulo con infiorescenza centrale.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | Nessun reliquiario è indicato nell'inventario compilato all'atto d'acquisto del complesso abbaziale da parte della Provincia di Torino nel 1973. Nell'inventario del 1827 è ricordata la presenza di reliquie del solo S. Placido, conservate in una cassa di legno dorata; inoltre, sono indicati, senza precisazione della reliquia contenuta, due "Reliquaires contenant reliques de cire en bois argentè, montes sur un bapied" ed altri due "Autre en bois vernicé, relevé en bosses", tra i quali è, forse possibile individuare l'esemplare in esame, (AST, Corte, Abbazie, Novalesa, mazzo 1, documenti antichi, Inventaire des ornaments, linges et meubles de l'eglise du monastère de la Novalèse" del 30 giugno 1827, G. Gentile, Antichi arredi della Novalesa, in Nuove scoperte alla Novalesa. Raccolta di studi presentati al convegno per il 1250esimo dell'atto di donazione di Abbone alla abbazia benedettina, "Segusium. Società di ricerche e studi valsusini" n. XIII, 1979, p. 103). Nessuna menzione del reliquiario e del suo pendent neppure nella nota degli oggetti che vennero consegnati a varie persone private alla soppressione del monastero del 1856, a seguito delle leggi Siccardi, G. Lunardi, L'Abbazia di Novalesa nel secolo XIX, Pinerolo, 1996, pp. 149-158. Da un punto di vista stilistico, l'esamplare in esame presenta una tipologia che, per la compostezza del fusto e della teca, che mostra motivi intagliati strettamente simmetrici, prelude a forme neoclassiche, con stretti rimanti all'oreficeria coeva. Per un confronto, si vedano alcuni esemplari della Collezione Garzolini di Trieste, Gf.S., schede nn. 154, 157, in G. Pavan (a cura di), La collezione Garzolini a Trieste, Trieste, 1986, pp. 156-157. Non è stato possibile, in assenza di ulteriori specificazioni, individuare la figura di S. Albino, al cui nome rispondono varie importanti personalità, tra cui alcuni vescovi francesi ed il quinto della diocesi di Vercelli, nessuna delle quali, sulla base del dato biografico, strettamente collegabile alla devozione dell'ordine benedettino, varie voci, in Bibliotheca Sanctorum, vol. I, Roma, 1961, pp. 720-728. |