notizie storico-critiche | Il salotto proviene, come testimoniano le etichette e l'inventario del 1983, dall'Istituto Provinciale per l'Infanzia e, molto probabilmente, venne acquistato, unitamente all'edificio di C.so Lanza che ospitava la clinica Sanatrix, dalla Provincia di Torino nel 1952. Nell'elenco degli arredi pervenuti all'Ente a seguito dell'acquisto, compilato nel 1955, infatti, nel Padiglione C, presso la Sala Ristorante "Verde" sono indicati "N. 1 sofà legno scolpito stile/ N. 2 poltrone legno scolpito stile/ N. 4 sedie legno scolpito stile". Da un punto di vista stilistico, l'insieme presenta evidenti caratteristiche della produzione "in stile" propria della cultura artistica storicista della seconda metà del XIX secolo. In questo caso, si tratta di un recupero di tipolgie diffuse nel cosiddetto periodo rococò, con attenzione alle tipologie di arredo in auge intorno al secondo e terzo quarto del XVIII secolo, epoca che, secondo la terminologia entrata in uso prorio nella seconda metà dell'Ottocento, venne definita Luigi XV e che fu particolarmente cara alla regina Margherita di Savoia-Genova (Torino, 1851-Bordighera/IM, 1926). Tuttavia, non si tratta di un recupero di elementi d'arredo con caratteristiche proprie della produzione piemontese, quanto piuttosto, con un certo eclettismo, dell'abbinamento di pecularità del mobilio veneziano, non solo per la scelta della laccatura con colori chiari, quanto per la scelta dello schienale della sedia, con tipologie di origine francese, sebbene ampiamente diffuse in tutta Europa, quale la poltrona "bergere" con orecchie, detta anche, per l'ampio sedile, "alla duchesse" ed il divano "a pozzetto". Per alcuni confronti G. Morazzoni, Mobili veneziani laccati, Milano, 1958, tavv. L, LVII; E. Baccheschi, Mobili laccati del Settecento veneziano, Milano, 1962, pp. 33, 34, 41; C. E. Rava, Storia del mobile-La sedia, Milano, 1964, nn. 264, 279, 320, 378, 323; A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, Italia, in A. Disertori, M. Griffo, A. Griseri, A. M. Necchi Disertori, A. Ponte, Il Mobile del Settecento, Novara, 1999, pp. 42-49. |