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Opera d'arte a Torino

L'opera d'arte sedia, serie - codice 01 00210431 si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturalesedia, serie
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00210431
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, Torino
datazionesecc. XIX/ XX fine/inizio; 1890 - 1910 [analisi stilistica; bibliografia documentazione]
ambito culturaleproduzione Italia settentrionale(analisi stilistica; bibliografia; documentazione)
materia tecnicalegno di noce/ intaglio/ verniciatura/ doraturacuoio/ impressione/ doraturapellemetallo/ doratura
misurealt. 106, largh. 40, lungh. 45,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiSchienale in cuoio marrone con decoro impresso in oro: cornice con fascia centrale a piccoli punti continui; elemento centrale sagomato, di forma ellettica con fogliette in corrispondenza delle estremità e motivo centrale dal profilo polilobato con elementi circolari. Seduta imbottita con rivestimento sostituito in pelle marrone ocra. Cintura della sedia con rivestimento in cuoio con decoro impresso in oro: cornice rettangolare a piccoli motivi geometrici entro la quale vi sono rombi con elementi circolari e fogliette stilizzate. Il rivestimento è fissato con borchie di metallo dorato a sezione circolare, in doppia fila in corrispondenza dei montanti dello schienale alla cui sommità sono posti finalini con foglia di acanto stilizzata dorata. Quattro sostegni, uniti da traversa laterale con motivo a volute, due torniti nella parte anteriore con piedi circolari, e due diritti a sezione quadrata in quella posteriore.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheLa serie di sedie fa parte del gruppo di arredi che vennero acquistati, con delibera del luglio 1940, dalla Provincia di Torino a seguito dell'acquisizione di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, fino a tale data proprietà di Casa Savoia-Aosta. "14 sedie in pelle" sono indicate nella "Sala da pranzo" e stimate L. 2800. Si tratta di alcuni tra i pochi arredi che non andarono venduti durante le numerose tornate d'asta che nella prima metà del Novecento portarono alla dispersione della mobilia originale del palazzo, benchè non si trovino più nella posizione originale, come dimostrato da alcune fotografie d'epoca, ove si trovano però, esemplari assai simili a quelle in esame, pubblicate nel catalogo d'asta edito nel 1932 dalla Galleria Dante Giacomini, Catalogo delle collezioni private d'arte appartenute a S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta, Galleria Dante Giacomini, Roma, 1932, tav. LXX. La serie di sedie, infatti, fa parte degli arredi commissionati dal duca en suite con la decorazione in stile neorinascimentale da lui voluta che trasformò il volto del palazzo settecentesco. La preferenza accordata alla cultura figurativa del XV/XVI secolo, si inserisce nell'ambito della caratteristica inclianazione della cultura ottocentesca al recupero degli stili storici, spesso connessi, nelle varie aree regionali, al richiamo di un passato glorioso. Contrariamente alla tendenza diffusa in Piemonte, tesa al recupero del tardo gotico, come testimonia il riallestimento del castello di Issogne da parte di Vittorio Avondo, Emanuele Filiberto preferì il più consolidato ed internazionalmente diffuso gusto fiorentino. La tipologia in esame, infatti, rimanda proprio prototipi toscani della metà del Cinquecento, C. E. Rava, Storia del mobile - La sedia, Milano, 1964, n. 109; A. M. Massinelli, Il mobile toscano, Milano, 1993, p. 44, n. 57, ma largamente diffusi e replicati in Italia settentrionale, compreso il Piemonte, nel corso del XVII secolo, E. Colle, Museo d'Arti applicate, mobili e intagli lignei, Milano, 1996, pp. 227-229, nn. 328-331. Pur non essendo state reperite precise note di pagamento che documentino la commissione degli arredi, coordinati, naturalmente, anche ad esemplari reperiti sul mercato antiquario, è noto da una guida commerciale della città di Torino che due studi fossero interessati, in quegli anni, da committenze da parte di Casa Savoia-Aosta, ovvero, quello di Carlo Albertoni e quello di Giuseppe Anguissola; inoltre, da un annuncio pubblicitario dei fratelli Mora di Milano risulta che anche i famosi mobilieri lombardi fossero tra i fornitori della famiglia ducale, Augusta Taurinorum. Torino illustrata nelle sue cose e nei suoi cittadini, Torino s.d. [ma 1902], pp. 256-258; E. Colle, Museo d'Arti applicate, mobili e intagli lignei, Milano, 1996, pp. 26-28. Lo stile rinascimentale, secondo una manualistica ampiamente diffusa alla fine del XIX secolo, era considerato particolarmente adatto proprio all'arredo della sala da pranzo, di anticamere e studi, R. Pavoni, La casa dell'Ottocento. Moda e sentimento dell'abitare, Torino, 1992, pp. 52-65.
bibliografiaAugusta Taurinorum( 1902)pp. 256-258; Catalogo delle collezioni( 1932); Rava C. E.( 1964)n. 109; Pavoni R.( 1992)pp. 52-65; Massinelli A. M.( 1993)p. 44, n. 57; Colle E.( 1996)pp. 26-28, pp. 227-229, nn. 328-331
definizionesedia
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
ente schedatoreTO
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Facchin L.; Funzionario responsabile: Mossetti C.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Rocco A. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2003
anno modifica2007

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