notizie storico-critiche | Benché la coppia di console non sia identificabile nella serie di arredi che vennero acquistati, con delibera del luglio 1940, dalla Provincia di Torino a seguito dell'acquisizione di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, fino a tale data proprietà di Casa Savoia-Aosta, la tipologia dei due elementi di arredo rientra pienamente nel gusto dell'allestimento del palazzo settecentesco promosso da Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta (Torino, 1869-1931). Inoltre, nel catalogo d'asta, edito nel 1932 dalla Galleria Dante Giacomin, sono illustrati dei mobiletti del tutto analoghi ad essi, come dimostrato da alcune fotografie d'epoca, Catalogo delle collezioni private d'arte appartenute a S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta, Galleria Dante Giacomini, Roma, 1932, tav. LXIX. La presenza di stemmi sulla fronte, allusivi, data la presenza del giglio, al mondo fiorentino, contrinbuisce a confermare l'ipotesi che la coppia di consolles sia parte della serie di arredi commissionati dal duca en suite con la decorazione in stile neorinascimentale da lui voluta che trasformò il volto del palazzo settecentesco. In alternativa alla preferenza accordata alla cultura figurativa del XV/XVI secolo, compaiono, spesso, specie per mobili destinati a sale da pranzo o biblioteche, secondo una precisa codificazione tardo ottocentesca, imitazioni di elementi di arredo risalenti alla seconda metà del Seicento, che si inseriscono nell'ambito della caratteristica inclinazione della cultura ottocentesca al recupero degli stili storici, spesso connessi, nelle varie aree regionali, al richiamo di un passato glorioso. Pur non essendo state reperite precise note di pagamento che documentino la commissione degli arredi, coordinati, naturalmente, anche ad esemplari reperiti sul mercato antiquario, è noto da una guida commerciale della città di Torino che due studi fossero interessati, in quegli anni, da committenze da parte di Casa Savoia-Aosta, ovvero, quello di Carlo Albertoni e quello di Giuseppe Anguissola; inoltre, da un annuncio pubblicitario dei fratelli Mora di Milano risulta che anche i famosi mobilieri lombardi fossero tra i fornitori della famiglia ducale, Augusta Taurinorum. Torino illustrata nelle sue cose e nei suoi cittadini, Torino s.d. [ma 1902], pp. 256-258; E. Colle, Museo d'Arti applicate, mobili e intagli lignei, Milano, 1996, pp. 26-28. |