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bene culturale | porta, ad un battente, opera isolata |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 03 00151466 |
localizzazione | Italia, Lombardia, MN, Mantovap.zza Sordello 40 e p.zza Paccagnini 3 |
contenitore | reggia, museo, Palazzo Ducale/ A, 2, 8-11/ Corridoio delle Prigioni- Prigione di T. Speri, p.zza Sordello 40 e p.zza Paccagnini 3, quartiere Castello/ A, 2, 8-11/ museo |
datazione | sec. XIX ; 1814 - 1849 [analisi storica; bibliografia] |
ambito culturale | produzione mantovana(bibliografia) |
materia tecnica | legnoferro |
misure | cm, alt. 227, largh. 91, prof. 7, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali/ SPSAE BS, CR, MN |
dati analitici | Porta ad un battente,composto da un doppio ordine di tavole sovrapposte e disposte in senso orizzontale da una parte e in senso verticale dall'altra, unite da un fitto sistema di chiodi a grosse teste e con la punta ribattuta; sul fronte esterno, opposto alla cella, compaiono: portellino apribile in alto al centro munito di piccolo catenaccio con sistema di chiusura a chiave. Un grande chiavistello, sistema di serratura a chiave protetto da piastra metallica con grosse borchie e lunghe cerniere a barra sempre sullo stesso fronte esterno della porta.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | La porta è situata nelle carceri politiche in cui furono imprigionati i Martiri di Belfiore, al secondo piano del Castello di San Giorgio. Più in particolare la porta immette nell'ambiente - chiuso da un'ulteriore porta - che fu prigione di Tito Speri. Trattandosi di una cella di prigione, si spiegherebbe la presenza di due porte d'accesso, nonchè il loro spessore e i particolari dispositivi di chiusura. Il castello di San Giorgio fu costruito sul finire del '300 da Bartolino da Novara, ingegnere degli Estensi, per il marchese Francesco I Gonzaga, sfruttando forse precedenti strutture fortificate, come suggeriscono una torre priva di merlature e i capitelli di un lato del portico del cortile di fattura precedente. L'opera sorse in città, fenomeno alquanto nuovo almeno nell'area padana determinato dalle esigenze delle nuove signorie che si andavano via via affermando e che avevano la necessità di creare una valida struttura difensiva e contemporaneamente il desiderio di manifestare la propria potenza: fino ad allora, infatti, i castelli erano stati per lo più costruiti al di fuori delle città, ed erano stati considerati nella mente dell'uomo medievale realtà diverse, estranee fra loro e in un certo senso anche opposte. Bartolino da Novara decise che il castello dovesse sorgere proprio all'entrata di Mantova per permettere ai Gonzaga di garantire la protezione del ponte, servire come posto di avvistamento sull'intero bacino lacustre, diventare un rifugio sicuro per la corte in caso di sommosse interne ed essere soprattutto un monito e un emblema per la città e per chiunque. Per garantire tutto questo il castello fu progettato a pianta quadrata, con quattro torri angolari e controtorri che difendono le tre porte d'ingresso munite di ponte levatoio sul fossato che lo circonda. Il castello venne adibito a residenza da Ludovico II in occasione del Concilio di Mantova (1459) e venne adattato allo scopo da Luca Fancelli, cui si deve anche l'elegantissima loggia su due lati del cortile (1472). Gli interni mostrano i segni, a volte confusi, dei diversi interventi susseguitisi dal tardo Quattrocento sino alla fine del Cinquecento. E' pertanto difficile imbattersi in sequenze coerenti di stanze; la situazione è aggravata dalle successive trasformazioni ad archivio e a carcere (prima metà del '800) da parte degli austriaci. L'interesse è qui più che altro rivolto alle memorie risorgimentali, specialmente a quelle relative ai martiri di Belfiore, il cui episodio riguarda la prima di una lunga serie di condanne a morte per impiccagione irrogate dal governatore generale del Lombardo-Veneto, fedelmaresciallo Josef Radetzky; tutto questo rappresentò il culmine della repressione seguita alla prima guerra d'indipendenza e segnò il fallimento di ogni politica di riappacificazione. Presso l'ingresso, nella torre sud-ovest, vi è una stanza dello Zodiaco, carcere di Ciro Menotti, con una volta a crociera dipinta da Leonbruno e aiuti: al centro la figura di Ercole recante la scritta "Ubique fortis" sulla clava, circondata da dei olimpici e segni zodiacali, emana raggi che colpiscono un paesaggio roccioso brulicante di piccole figure. Sul lato occidentale, dopo le stanze del Custode, si trovano i luoghi dove furono detenuti don Enrico Tazzoli, Carlo Montanari e dove, in seguito, fu rinchiuso Felice Orsini, che riuscì ad evadere; nella torre nord-ovest, che reca tracce dipinte di festoni e imprese risalenti a Francesco II, fu incarcerato Tito Speri; nella prigione a nord, Carlo Poma; nel braccio meridionale erano situate le carceri femminili; nel torrione sud-orientale furono rinchiusi Bernardo da Canale e Angelo Scarsellini. Nell'ala est vi sono locali come l'infermeria, il corpo di guardia, il camerino dei Morti, la camera della Bastonatura; nella torre nord-est si trovava il carcere di Attilio Mori e sopra di esso, infine, quello di Francesco Montanari. |
bibliografia | Berzaghi R.( 1992)pp. 69-79; Pacchioni G.( 1921)pp. 42-43; Salvadori R.( 1985)pp. 9-22; Bazzotti U.( 1985)pp. 23-28; Bertolotti A.- Portioli A.( 1883) |
definizione | porta, ad un battente |
regione | Lombardia |
provincia | Mantova |
comune | Mantova |
indirizzo | p.zza Sordello 40 e p.zza Paccagnini 3 |
ente schedatore | S23 |
ente competente | S23 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Veneri S.; Funzionario responsabile: Rodella G.; Trascrizione per informatizzazione: Veneri S. (2008); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Rodella G. (2010), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 2008 |
anno modifica | 2010 |
latitudine | 45.159391 |
longitudine | 10.798823 |