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bene culturale | ombrellino processionale |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 08 00024954 |
localizzazione | Italia, Emilia Romagna, BO, Bolognapiazza San Domenico |
contenitore | chiesa, basilica, Chiesa di S. Domenico, chiesa e convento di San Domenico, piazza San Domenico, museo |
datazione | sec. XVIII ; 1722 (ca.) - 1762 (ca.) [analisi stilistica] |
ambito culturale | ambito bolognese(analisi stilistica) |
materia tecnica | oro filato e lamellaremetalloavoriolegnoseta/ gros de Tours |
misure | diam. 90, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.) |
dati analitici | Fondo gros de Tours prodotto da un ordito e da due trame di seta color avorio. Disegno a ricamo: negli otto spicchi, a cui corrispondono altrettante bandinelle lunghe e brevi dove si ripete la decorazione, campeggiano mazzetti di fiori ricamati a punto raso con sete policrome (tonalità sfumate di rosa, azzurro, rosso, arancio, giallo, verde) raccordati da girali vegetali e motivi rocaille ricamati a punto steso in oro filato, riccio e lamellare; le zone a rilievo impiegano imbottiture e sono ricamate a punto piatto. Ricca frangia a fiocchi di oro filato e seta gialla. Fodera bianca di cotone. Puntale con globo e crocetta di metallo argentata. E' sorretto da asta tortile a doppia presa in avorio lavorato a tortiglione. Intorno all'asta è avvolto a spirale un cordoncino in metallo.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | L'ombrellino processionale conservato presso la basilica di S. Domenico è esemplificativo di una tipologia di manufatti che, in tessuto operato o preziosamente ricamati con sete policrome e filati metallici in oro o argento, facevano parte degli apparati che accompagnavano le processioni solenni del Corpus Domini, della Passione, delle ricorrenze mariane o dei santi patroni. La sua funzione liturgica era quella di coprire il sacerdote che portava l'ostia consacrata nel tratto della processione che si svolgeva all'interno della chiesa, compito che all'esterno era assunto dal più impegnativo baldacchino. In alcune chiese se ne sono conservati più d'uno appartenenti ad epoche diverse: capitava frequentemente, infatti, che venissero commissionati nuovi arredi aggiornati sugli ultimi orientamenti delle mode che influenzavano i repertori decorativi comuni a tutti i manufatti delle arti applicate, dai tessuti alla suppellettile in argento, dalle ceramiche all'intaglio ligneo di mobili e cornici, dagli stucchi alle scagliole. A titolo di esempio si può citare la chiesa parrocchiale di S. Biagio, soppressa nel 1806, che sfoggiò due nuovi baldacchini processionali a distanza di quaranta anni: il primo fu utilizzato per la processione generale del 29 maggio 1742 e il secondo (oggi presso la chiesa della SS.ma Trinità), che fu ricamato da Anna Barocci, apparve in occasione della processione generale del 3 giugno 1782 (Galeati B 86 c. 100 e B 90, c. 176). Leggendo i diari del tempo si ha quasi l'impressione che nel Settecento le comunità delle diverse chiese facciano a gara per mostrare, in occasioni di particolari celebrazioni come le decennali eucaristiche, i paramenti liturgici, gli apparati processionali, gli arredi lignei e le suppellettili in argento più belli ed elaborati. La presenza di più ombrellini, di più baldacchini e di diversi paramenti liturgici era determinata anche dalle esigenze della liturgia: i tessuti a sfondo bianco erano ad esempio indicati per la festa del Corpus Domini, mentre quelli a sfondo rosso erano utilizzati nelle celebrazioni pasquali. A volte ombrellino e baldacchino erano in pendant ed erano confezionati con tessuti aventi lo stesso decoro: questo era forse il caso di quelli di "ricamo dentro e fuori" donati alla chiesa di S. Petronio dal cardinale Aldrovandi nel 1743 (Galeati B. 86, c. 172). Oltre all'ombrellino, la chiesa di S. Domenico conserva il baldacchino processionale inaugurato in occasione della processione del Corpus Domini del 1763 (vedi scheda relativa in questo stesso catalogo), lo stendardo processionale o paliola e il paramento liturgico che furono commissionati nel 1767 e che dovevano essere adoperati per la festa del Corpus Domini e per quella di san Domenico a partire dall'anno successivo. L'ombrellino però non è citato né nella relazione del Consiglio dei Padri Domenicani in cui il 6 marzo 1762 si approva la commissione del baldacchino né in quella in cui il 1° aprile 1767 si approva la spesa di 600 scudi romani di cui 520 per pianeta, due dalmatiche, piviale ed 80 per il velo omerale (continentia). Nello stesso passo manoscritto del Liber Consiliorum si fa riferimento anche ai "vessilla e palliola" e si specifica che i tessuti per la confezione delle vesti liturgiche devono essere "opere phrigio", cioè ricamati, come il baldacchino. Risulta difficile definire una cronologia per questo oggetto che presenta strette affinità stilistiche (motivi decorativi, tecnica di ricamo, filati utilizzati) con tutto il paramento citato e che ha un gemello nella cattedrale di S. Pietro già datato intorno al 1760 (Bentini, p. 156, n. 345), ma su cui è stata rinvenuta la data 1722 (Varignana, p. 191 n. 38). Identiche, per quel che è consentito ad un manufatto, sono le riconoscibilissime varietà floreali che uguali a due a due campeggiano negli spicchi contrapposti, le sete policrome adottate, i motivi delle cornici dorate che si intrecciano ai mazzi di fiori, le aste tortili con cordoncino metallico e doppie prese in avorio. Rispetto a quello di S. Domenico, l'ombrellino di S. Pietro ha solo un cappelletto più elaborato con ricamo in filati dorati. I modelli venivano certamente reiterati più volte e nel corso di anni successivi e forse l'ombrellino di S. Domenico è una semplice copia più tarda, ma si può presumere anche la provenienza di entrambi da una stessa bottega che li ha realizzati contestualmente per un committente che ne ha destinato uno alla cattedrale (insieme alla data compaiono anche le lettere A.M.C.G.R.E.) e l'altro alla basilica domenicana. Resta comunque il fatto che le cornici dorate, che hanno zone di diversa luminosità a seconda della presenza di oro filato, riccio o lamellare e dei diversi punti di ricamo, presentano precocemente rocailles che godranno di ampia fortuna fino agli anni sessanta del secolo.(1) |
bibliografia | Spazio tempo( 2001)pp. 274-276 |
definizione | ombrellino processionale |
regione | Emilia Romagna |
provincia | Bologna |
comune | Bologna |
indirizzo | piazza San Domenico |
ente schedatore | S08 |
ente competente | S08 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Sabbatini S.; Funzionario responsabile: Stanzani A.; Trascrizione per informatizzazione: Orsi O. (2004); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Orsi O. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 2001 |
anno modifica | 2006 |
latitudine | 44.490099 |
longitudine | 11.343529 |