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bene culturale | paramento liturgico, insieme |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 08 00405790 |
localizzazione | Italia, Emilia Romagna, PR, Parma |
datazione | secc. XVI/ XVII fine/inizio; 1590 - 1610 [analisi stilistica] |
ambito culturale | manifattura italiana(analisi stilistica) |
materia tecnica | seta/ damascofilo dorato/ lavorazione a telaiotela di lino |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico non territoriale |
dati analitici | Parato composto di pianeta, due tonacelle, due stole, due manipoli, un velo da calice e una borsa per corporale. Fondo e disegno impiegano rispettivamente la faccia ordito e la faccia trama di un raso da 5. Seta viola. Disegno a maglie romboidali definite da coppie affrontate di foglie dentate entro le quali si dispongono, in teorie alterne, mazzi di tulipani stilizzati e mazzi di gigli fra fiori a sei petali. Fondo e disegno viola. Il tessuto impiegato nel velo e nella borsa prresenta un modulo di dimensioni leggermente inferiori e una sola tipologia di mazzi fioriti. Galloni tessuti a telaio in oro filato e seta avorio. Una frangia dorata roborda il cappuccio del piviale. Stole e manipoli recano all'estremità croci ricamate in oro filato, cordoncino dorato e canutiglia. Fodera in tela di lino verde petrolio.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | Benchè non sia menzionato nella lunga nota inventariale redatta nel 1648, il parato è certamente uno dei più antichi tra quelli pervenuti, l'unico riconducibile al primitivo complesso di arredi tessili della Steccata. La Congregazione aveva già iniziato ad acquisire tale patrimonio subito dopo la fondazione della chiesa, nei primi decenni del XVI secolo, continuando poi ad incrementarne l'entità. All'interesse documentario che il parato riveste come suppellettile sacra se ne aggiunge un altro, di carattere più specifico, riguardante la storia della produzione tessile italiana del tardo Cinquecento. Il damasco in seta viola, infatti, documenta la svolta attuata nella decorazione tessile nell'ultimo quarto del secolo, allorchè i generi di abbigliamento si andarono differenziando sempre più marcatamente da quelli destinati al rivestimento parietale: per il tema dei soggetti, ora ispirati prevalentemente al tema della natura anche se delineate in forme schematiche e semplificate; ma soprattutto per le loro dimensioni, via via sempre più ridotte. Elemento qualificante della nuova tipologia fu il motivo cosiddetto "a mazze" o "a bastone rotto", completamente nuovo. Le varianti elaborate su questo tema, di cui purtroppo non si conoscono con certezza le origini, furono innumerevoli. Fra esse si inserisce anche il damasco della Steccata la cui peculiarità risiede nella presenza delle caratteristiche foglie dentate, disposte a coppie affrontate specularmente, e nella partitura a maglie romboidali. Benchè i minuti triangoli che campiscono foiri e foglie costituiscano un esplicito richiamo alla tradizione cinquecentesca, la libera interpretazione dei mazzi fioriti, presenti in due diverse tipologia, e il ritmo sciolto della composizione inducono ad approssimare fra Cinque e Seicento la datazione del tessuti, la cui manifattura si colloca verosimilmente in ambito italiano. |
bibliografia | Cuoghi Costantini M.( 1991)pp. 119-120 |
definizione | paramento liturgico |
regione | Emilia Romagna |
provincia | Parma |
comune | Parma |
ente schedatore | S36 |
ente competente | S36 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Cuoghi Costantini M.; Funzionario responsabile: Fornari Schianchi L.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Cattani R. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Cattani R. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1991 |
anno modifica | 2006 |