notizie storico-critiche | l'etichetta di questo importantissimo strumento è ormai pressocchè illeggibile in quanto l'inchiostro è molto scolorito; ci siamo dunque serviti per aiutarci nel decifrarla, della lettura che nel 1933 ne fece Eugenio Albini, studioso che si occupò in un primo tempo, di riordinare le collezioni Gorga- Moroli. Nel suo articolo ( Un raro istrumento a corda del '500 in una collezione romana, in Rassegna Dorica, num.8, anno IV, 20 giugno 1933, Roma, ed. De Santis) egli ci riporta per esteso l'etichetta, definendola "ben leggibile" e ci dà una descrizione dello strumento; fra le notizie da lui forniteci, tuttavia, ce n'è sicuramente una del tutto errata. Egli sostiene che la viola da gamba che nel 1888 faceva ancora parte della collezione Valdrighi di Modena sia la stessa attualmente conservata in questo Museo, prima di tutto perchè il Museo Civico di Modena (che ha rilevato la collezione Valdrighi) non è mai entrato in possesso di questa viola da gamba, e in secondo luogo, sempre secondo Albini, perchè lo strumento del Valdrighi aveva le stesse caratteristiche del nostro, e soprattutto era dello stesso anno. Ma Valdrighi nella "Nomocheliurgografia antica e moderna. Aggiunta all'edizione del 1884" (Modena, 1888, p.18) ci dice di essere entrato in possesso di "...una viola da gamba entro cui stà scritto: Ventura (di Francesco), Linarol fece in Venetia a.1591".In conclusione non sappiamp dove si trovi oggi la viola da gamba del Valdrighi, ma certamente non è questa conservato nel Museo di Roma, che ha invece strettissima affinità, come fa notare Albini, con un'altra conservata nel Kunsthistorisches Museum di Vienna, e proveniente dal Catajo (J. Schollesser, Alte Musikinstrumente, Vienna 1920, p.64, tav.XVIII). L'etichetta è identica, come anche le effe, la sagoma del corpo e la scelta della radica di acero, legno sempre prediletto da Ventura Linarol (figlio di Francesco Linarol, nato a Bergamo e attivo a Venezia verso il 1540), liutaio veneziano della seconda metà del '500; il nostro strumento, tuttavia, fu costruito come quello di Vienna, in un breve periodo che egli strascorse a Padova, forse al servizio degli Obrizzi fra il 1585 ed 1591 circa. Altri suoi strumenti sono un violino (C. 96- Venezia 1581) e una lira da braccio (C.108 - Venezia 1580) sempre a Vienna; un lirone da braccio (n.780 - Venezia 1577) della Collezione Heyer già in Colonia ed ora a Lipsia; infine una viola a cinque corde della Collezione Kiel di Lisbona (n.13) |