notizie storico-critiche | La lapide ricorda un'opera sostruttiva eretta da Traiano a difesa della via Salaria. Probabilmente si riferiva ai Fornici di Paterno, giganteschi muraglioni assai lunghi e pericolosi. Il manufatto costruito dall'imperatore proteggeva la via dalla caduta dei massi. E la lapide, per l'appunto, si riferiva a questo manufatto. Già G. A. Guattani (Monumenti sabini, Roma 1828, t. II, p. 269) nel 1828 riferiva che da circa una quarantina d'anni l'epigrafe era stata trasferita ad Antrodoco. Sono sconosciute le ragioni. R. Fabretti (Inscriptionum antiquarum, Roma 1702, p. 400, n. 392) la dice "prope Cutilias repertam" e cioè rinvenuta presso le Cutilie. Su ciò non è d'accordo A. Persichetti (Viaggio archeologico sulla via Salaria, Roma 1893, p. 62), ritenendo l'agro cutiliano troppo esteso e in parte pianeggiante, senza la presenza di pericolosi massi. Il critico suppone quindi la lapide proveniente dalle gole del Sigillo, sebbene ad un successivo esame essa risultò essere troppo piccola per quell'incavo. Inoltre secondo il Persichetti se la lapide fosse stata rinvenuta "prope Cutilias" sarebbe stata portata entro quel circondario e a Castel Sant'Angelo. Cosa che certamente avvenne, tanto che M. Micheli (Memorie storiche della città di Rieti e dei paesi circostanti dall'origine all'anno 1560, Rieti 1897, vol. I, p. 109) dice espressamente: "Nella biblioteca Barberini di Roma è riportata questa iscrizione accompagnata dalle seguenti notizie: "A Castel S. Agnel v'è una antichità che dicon fosse la Cutilia o villa Falacrina palazzo di Vespasiano imperatore". Anche P. Brezzi (Rieti e la Sabina, Milano 1976, p. 135) la ritiene proveniente da Castel Sant'Angelo. Poiché i Fornici presso Paterno sono vicini a Cutilia sembra più probabile che essa fosse rinvenuta ivi e poi trasportata a Castel Sant'Angelo e da lì infine ad Antrodoco. E' citata in: P. Brezzi, Rieti e la Sabina, Milano 1976, p. 135; G. Caprioli, Antrodoco, in "Terra Sabina", VII (1929), p. 613; R. Fabretti, Inscriptionum antiquarum, Roma 1702, p. 400, n. 392; G. A. Guattani, Monumenti Sabini, Roma 1828, t. II, p. 269; M. Michaeli, Memorie storiche della città di Rieti e dei paesi circostanti dall'origine all'anno 1560, Rieti 1897, vol. I, p. 109; A. Persichetti, Viaggio archeologico sulla via Salaria, Roma 1893, p. 62. |