dati analitici | Frammento ertinente a pitto con basso piede a disco e tesa piana. Impasto rosato, duro, consistente e ben depurato. Smalto bianco, coprente, abbastanza assorbito, leggermente grigiastro a causa di fenomeni chimici avvenuti in giacitura. Decorazione a tutto campo nello stile "italo - moresco tardo", dipinto in blu diluito, verde, giallo ferraccia. All'esterno tre fasce verdi concentriche.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | Il tipo di decorazione presente nel piatto trova confronti a Montelupo nel genere "italo-moresco tardo" della fine del XVI-inizi XVII secolo, sviluppatosi probabilmente dal genere primo - cinquecentesco "ad intrecci" con l'aggiunta della cromia al disegno in solo blu. Il motivo della campitura punteggiata rappresenta una semplificazione del tipo a ghirigori di derivazione decisamente moresca; di quest'ultima versione numerosi esemplari, per lo più su forme aperte (piatti, ciotole sono visibili al Museo di Montelupo (vetrina n.51), in quello Intern. di Faenza (inv.n.1262-63) che raccoglie i due esemplari della "Collezione Cora" (AA.VV., 1985, nn.511-512) ed in quello di Grosseto (vetrine E e F). Il motivo decorativo, con la sua vaiante della campitura punteggiata, è attestato su numerosi esemplari dell'area toscana (Vannini, 1977, p.27;Berti-Pasquinelli, 1984, p.82; Francovich - Vannini, 1976, p.78, n.23, p.79 nota 53; Francovich et alii, 1978, p.173, n.834, nota 11 e p.187 nn989-992, nota 26; Francovich- Gelichi, 1980, p.101, n.90; Cecconi-Vanni Desideri, 1981, p.144 n.39). Questa produzione era in gran parte destinata all'esportazione come si ricava dai rinvenimenti in Liguria (Milanese, 1976, tav.5, fig.4; Gardini-Milanese, 1978, tav.11, fig.4), fino alla Sicilia (Guastella, 1976, p.251, tav.IXa) e recentemente anche in Sardegna (Porcella, cs, n.24). La sua popolarità è testimoniata anche dai numerosi rinvenimenti all'estero (Delpy, 1954, tav.5d; Mallet, 1972, p.254, fig.10; Baart, 1983, fig.8). |