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bene culturale | scultura, opera isolata |
soggetto | allegoria della caccia |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 01 00201815 |
localizzazione | Italia, Piemonte, TO, TorinoPiazzetta Reale |
contenitore | reggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano terreno, 5, Piccolo appartamento del Re |
datazione | sec. XVIII primo quarto; 1700 - 1724 [analisi stilistica; bibliografia] |
autore | Bertos Francesco (notizie 1693-1738), |
materia tecnica | marmo biancomarmo/ scultura |
misure | alt. 95, largh. 41, prof. 43, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali |
dati analitici | Scultura poggiante su di un piedistallo di forma circolare costituita da un gruppo di figure disposte a piramide.Divinità: Diana. Figure maschili. Figure: putti. Animali fantastici. |
notizie storico-critiche | L'opera fu segnalata per la prima volta da Leo Planiscig insieme ad altri sette gruppi marmorei, conservati nel Palazzo Reale di Torino, che attestano l'attività di Francesco Bertos come scultore in marmo e non solo come modellatore e fonditore di bronzi (sempre nella residenza reale torinese si conservano due bronzi dello stesso autore, L. Planiscig, 1928). Lo studioso riconobbe come soggetto dell'opera in esame un'allegoria della caccia, individuando Diana, armata di arco e faretra con le frecce, sorretta da due figure maschili, mentre un giovane sedendo sul dorso di un mostro fantastico lo minaccia con uno stile; si vedono ancora due putti, uno in piedi, recante frutti e uno riverso a terra, di oscuro significato. Di Francesco Bertos, di cui si conservano altre opere in bronzo e marmo al Victoria and Albert Museum di Londra (J. Pope-Hennessy, 1964), si hanno scarse notizie: scultore veneziano, è documentato nel 1693 a Roma come scalpellino (A. Bertolotti, 19884) e risulta essere attivo fino al 1738 (A. Baudi di Vesme, 1963-1982). I suoi gruppi ornamentali erano utilizzati soprattutto come centrotavola, composti da numerose figure realizzate l'una sull'altra a piramide. Stilisticamente Bertos riprende motivi manieristici e del Giambologna, caratterizzando le sue opere per la resa dinamica e guizzante dei movimenti (A. Nava Cellini, 1982). Le altre opere conservate nel Palazzo Reale di Torino rappresentano allegorie delle stagioni, il trionfo della verità, un'allegoria non identificata e il ratto delle Sabine ripreso dall'opera del Giambologna: quattro di queste, collocate nel Gabinetto delle lacche cinesi, sono state oggetto di restauro nel 1998 (SBAS TO, Archivio Restauri). |
altra localizzazione | luogo di collocazione successiva: Piemonte, TO, Torino |
bibliografia | Bertolotti A.( 1884)67; Planiscig L.( 1928)pp. 561-575; Baudi di Vesme A.( 1963)v. I, p. 128; Pope-Hennessy J.( 1964)v. II, pp. 412-413; 662-664; Nava Cellini A.( 1982)pp. 187-188 |
definizione | scultura |
regione | Piemonte |
provincia | Torino |
comune | Torino |
indirizzo | Piazzetta Reale |
ente schedatore | S67 |
ente competente | S67 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Arena R.; Funzionario responsabile: Astrua P.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Damiano S. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 2000 |
anno modifica | 2007 |
latitudine | 45.072658 |
longitudine | 7.686346 |