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Opera d'arte allegoria della caccia di Bertos Francesco (notizie 1693-1738), a Torino

L'opera d'arte allegoria della caccia di Bertos Francesco (notizie 1693-1738), - codice 01 00201815 di Bertos Francesco (notizie 1693-1738), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in reggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano terreno, 5, Piccolo appartamento del Re
immagine - immagine non disponibile -
bene culturalescultura, opera isolata
soggettoallegoria della caccia
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00201815
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, TorinoPiazzetta Reale
contenitorereggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano terreno, 5, Piccolo appartamento del Re
datazionesec. XVIII primo quarto; 1700 - 1724 [analisi stilistica; bibliografia]
autoreBertos Francesco (notizie 1693-1738),
materia tecnicamarmo biancomarmo/ scultura
misurealt. 95, largh. 41, prof. 43,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiScultura poggiante su di un piedistallo di forma circolare costituita da un gruppo di figure disposte a piramide.Divinità: Diana. Figure maschili. Figure: putti. Animali fantastici.
notizie storico-criticheL'opera fu segnalata per la prima volta da Leo Planiscig insieme ad altri sette gruppi marmorei, conservati nel Palazzo Reale di Torino, che attestano l'attività di Francesco Bertos come scultore in marmo e non solo come modellatore e fonditore di bronzi (sempre nella residenza reale torinese si conservano due bronzi dello stesso autore, L. Planiscig, 1928). Lo studioso riconobbe come soggetto dell'opera in esame un'allegoria della caccia, individuando Diana, armata di arco e faretra con le frecce, sorretta da due figure maschili, mentre un giovane sedendo sul dorso di un mostro fantastico lo minaccia con uno stile; si vedono ancora due putti, uno in piedi, recante frutti e uno riverso a terra, di oscuro significato. Di Francesco Bertos, di cui si conservano altre opere in bronzo e marmo al Victoria and Albert Museum di Londra (J. Pope-Hennessy, 1964), si hanno scarse notizie: scultore veneziano, è documentato nel 1693 a Roma come scalpellino (A. Bertolotti, 19884) e risulta essere attivo fino al 1738 (A. Baudi di Vesme, 1963-1982). I suoi gruppi ornamentali erano utilizzati soprattutto come centrotavola, composti da numerose figure realizzate l'una sull'altra a piramide. Stilisticamente Bertos riprende motivi manieristici e del Giambologna, caratterizzando le sue opere per la resa dinamica e guizzante dei movimenti (A. Nava Cellini, 1982). Le altre opere conservate nel Palazzo Reale di Torino rappresentano allegorie delle stagioni, il trionfo della verità, un'allegoria non identificata e il ratto delle Sabine ripreso dall'opera del Giambologna: quattro di queste, collocate nel Gabinetto delle lacche cinesi, sono state oggetto di restauro nel 1998 (SBAS TO, Archivio Restauri).
altra localizzazioneluogo di collocazione successiva: Piemonte, TO, Torino
bibliografiaBertolotti A.( 1884)67; Planiscig L.( 1928)pp. 561-575; Baudi di Vesme A.( 1963)v. I, p. 128; Pope-Hennessy J.( 1964)v. II, pp. 412-413; 662-664; Nava Cellini A.( 1982)pp. 187-188
definizionescultura
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzoPiazzetta Reale
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Arena R.; Funzionario responsabile: Astrua P.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Damiano S. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2000
anno modifica2007
latitudine45.072658
longitudine7.686346

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