notizie storico-critiche | Il dipinto si trova nella Sala del Trono del Re, nell'ala di mezzogiorno di Palazzo Reale, quella parte della reggia costruita fra il 1646 ed il 1660, ossia la più antica. In origine era Sala di Parata di Madama Reale, detta anche "della Pace" dal soggetto rappresentato nel dipinto centrale, poi Sala del Trono della Regina e solo dopo il 1830 Sala del Trono del Re (M. BERNARDI, 1959, tav. I; M. DI MACCO, Quadreria di palazzo e pittori di corte. Le scelte ducali dal 1630 al 1684, Torino 1988, p. 131, dov'è trascritta la descrizione dei dipinti della stanza contenuta nell'inventario Allemandi del 1682). Il grande quadro al centro del soffitto fu dipinto nel 1662 da Jean Miel, rappresentandovi "La Pace, fra le nubi, che tiene ai piedi il Furor guerriero, in terra Marte addormentato". Il fregio in legno del soffitto fu realizzato tra il 1660 e il 1662 da Pietro e Bartolomeo Botto su disegno di Carlo Morello. Rovere ricorda che Carlo Emanuele II aveva commissionato il dipinto già nel 1658 per la Sala di Parata ad un pittore milanese, di cui non ha rintracciato il nome; ma l'opera non piacque al duca, che nel 1662 diede l'incarico a Miel. Il quadro, però, subì un restauro già nel 1682 dal pittore Antonio Pollone (C. ROVERE, Descrizione del Reale Palazzo di Torino, Torino 1858, pp. 120-121; 194-195, nota 33). Miel, pittore nato nel 1599 nei pressi di Anversa, arrivò a Torino da Roma, dove risiedeva probabilmente dal 1620, nel 1658 chiamato da Carlo Emanuele II dopo contatti avviati nella capitale pontificia dal principe Maurizio di Savoia con il clan dei Pamphili, filospagnoli, per lavorare al Palazzo Reale di Torino e alla Venaria. Già apprezzato in Piemonte per precedenti commissioni di pale d'altare (1651, invio da Roma della pala con la "Madonna presenta il Bambino a Sant'Antonio da Padova", per la cappella di Sant'Anna nel Duomo di Chieri sotto il patrocinio del conte Robbio di San Raffaele), Miel, pur essendo nominato nel 1661 priore della Compagnia di San Luca, non è coinvolto nei lavori che interessano in quegli anni le chiese cittadine, lavorando soprattutto per Venaria e Palazzo Reale, fra cui Andreina Griseri aveva notato espliciti rimandi, proprio nel dipinto in esame con lo scomparto centrale del salone della residenza di caccia (A. GRISERI, 1963, vol. II, pp. 31, 63). Qui, nella Sala del Trono Miel aveva dipinto anche le sovrapporte con soggetti affini a quello raffigurato sul soffitto, dipinti che si trovavano ancora nella sala quando Carlo Alberto salì al trono, ma che vennero eliminati durante la rimodernazione degli appartamenti per opera di Palagi (ID., p.195, nota 34). Tra le tredici sovrapporte rinvenute da G. Romano nei depositi di Palazzo Reale, provenienti da varie sale e sacrificate ai riarredi del palazzo si riconosce uno dei dipinti presenti nella Sala del Trono del Re, "Orfeo in atto di suonare la lira" (G. ROMANO, Jean Miel, pittore di storia tra Roma e Torino, in I rami incisi dell'Archivio di Corte: sovrani, battaglie, architetture, topografia, catalogo della mostra a Torino, Torino1981, p. 327, nota 38; M. DI MACCO, 1989, pp. 118-119, con elenco delle opere ancora conservate e finora ritrovate in Palazzo Reale). Sull'arrivo e l'attività del Miel alla corte torinese si veda G. ROMANO,1981, pp. 323-328; M. DI MACCO, 1988, pp.61-67, in specifico per il dipinto in esame, p. 66 e tav. 23. La scelta da parte di Carlo Emanuele II di un pittore di cultura romana doveva garantire un'apertura centro italiana capace di mantenere una certa autonomia dalla cultura della corte francese, rappresentata dal secondo comprimario attivo in questi anni, Charles Dauphin, dal 1658 pittore del principe di Carignano. In Palazzo Reale Miel abbandona il genere della "bambocciata", dispiegando una pittura classicista, aulica, volta verso Poussin e Sacchi. Miel lavora a Torino fino al 1663, anno della sua morte (P. SAN MARTINO, voce Miel Jan, 1989, vol. II, p. 816, con bibliografia precedente). |