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bene culturale | dipinto |
soggetto | angelo |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 09 00056627 A |
localizzazione | Italia, Toscana, PI, CalciNR (recupero pregresso) |
contenitore | monastero, certosino, Certosa Monumentale, NR (recupero pregresso), Museo Nazionale della Certosa di Calci, corridio delle cappelle |
datazione | secc. XVI/ XVII ; 1500 - 1699 [NR (recupero pregresso)] |
autore | Barbatelli Bernardino detto Bernardino Poccetti (1548/ 1612), |
materia tecnica | intonaco/ pittura a fresco |
misure | alt. 340, largh. 113, |
condizione giuridica | proprietà Stato, NR (recupero pregresso) |
dati analitici | Le figure sono collocate frontalmente nelle nicchie di due edicole, affrescate in rosa, rosa pallido su basamenti verde chiaro. Gli angeli sono rivolti, rispettivamente verso destra e verso sinistra di tre quarti, reggenti un cero con ambo le mani, con un nastro che si prolunga oltre la nicchia verso il frontone triangolare delle edicole e hanno grandi ali sfumate di rosa cupo e bianco. L'angelo di destra compiendo un passo muove la veste ocra, aperta sulla gamba e il movimento del panneggio si comunica alla tunica bianca orlata di piccolo pizzo e lagata da cintura rossa. L'angelo di sinistra poggia il suo peso su un piede mentre l'altro si solleva sulla punta, scoprendo la gamba per la veste corta verde chiaro a sfumare sul giallo. Busto e viso ruotati in senso contrario al movimento del corpo e al movimento delle braccia. La tunica rosa e la camicia bianca seguono ariosamente il movimento della veste. I volti acerbi e aggraziati, sono contornati da capelli biondi e arricciati alzati sulla fronte. I calzari sono rosa ocra e bianco.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | P. Titi, Guida per il passeggere, 1751, p. 305, nell'illustrare la cappella del capitolo, descrive i due angeli del Poccetti ai lati dell'altare, narrando che vi furono trasportati dalla chiesa con somma diligienza e con tutto il muro. G. Piombanti, La Certosa di Pisa, 1884, p.141, li ricorda nell'attuale ubicazione dicendo che li dipinse il Poccetti ai lati dell'altare della chiesa e quando questo fu fatto nuovo, furono trasportati ai lati dell'altare della cappella del capitolo fino a quando il Giarrè ebbe l'incarico di dipingere quell'ambiente. In quell'occasione vennero rimossi per la seconda volta, e collocati dove ora si trovano. A. Manghi, La Certosa di Pisa, 1911, pp. 95-97, avendo consultati i documenti di archivio, i contratti e i pagamenti, fra la Certosa e gli artisti che vi operarono, non trova traccia dell'attività del Poccetti e fa riferimento al Titi il quale narra che essendo tale artista in rapporti di amicizia con i religiosi, veniva alla Certosa a passare un pò di tempo per suo divertimento e che in tali occasioni, fece le opere che a suo tempo si vedevano: "la cena" del reffettorio, gli angeli ai lati dell'altare della chiesa, poi trasportati nel Capitolo, la tela della Crocifissione per la cappella del SS. Crocifisso, il S. Giovanni nella cappella omonima che, propende ad attribuire ad un suo allievo con la Madonna dei sette dolori e il Cristo trionfante, allora ancora nella cappella del capitolo. Menziona inoltre, un quadro della Maddalena scomparso dopo la soppressione napoleonica. Tra i fasci di ricevute, non compare il nome del Poccetti ma, sono numerose le dispersioni di documenti dal 1557 a quasi tutto il sec. XVII. In un libro di ricordi dal 1648 al 1760, è citato il nome del pittore fiorentino, intorno al 1670, un monaco annotava fra le cose degne di memoria, la Madonna con Bambino nella foresteria della Madonna, La S. Maddalena, il SS. Crocifisso, il S. Giovanni Evangelista, la Madonna addolorata, il Trionfo di Gesù, il crocifisso in tela nella cella del priore, una piccola S. Caterina da Siena, la visitazionedi S. Maria e S. Elisabetta nella cella del canto del claustro a settentrione, la Visitazione in muro all'altarino del "Cellino", le due pitture laterali in "grande" nella cappella del Capitolo, tutte del Poccetti. Tale testimonianza vicina all'epoca del pittore ha il suo peso se si considera l'autenticità dell'ultima cena del refettorio ormai acquisita, sia per i confronti stilistici con altre opere di detto artista, sia per la firma sullo sgabello su cui siede Giuda, che presenta analogie per la scelta della collocazione col cenacolo di S. Appolonia in Firenze. |
altra localizzazione | luogo di provenienza: Toscana, PI, Calci; luogo di collocazione successiva: Toscana, PI, Calci |
bibliografia | Titi P.( 1751)p. 305; Manghi A.( 1911)pp. 95- 97; Piombanti G.( 1884)p. 141 |
definizione | dipinto |
regione | Toscana |
provincia | Pisa |
comune | Calci |
indirizzo | NR (recupero pregresso) |
ente schedatore | S39 |
ente competente | S39 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Lolli Redini G.; Funzionario responsabile: Caleca A.; Trascrizione per informatizzazione: Selis M. (2007); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Selis M. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1976 |
anno modifica | 2007 |
latitudine | 42.205924 |
longitudine | 12.423642 |