dati analitici | La figura è rappresentata in ginocchio con il corpo di profilo ed il volto di tre quarti, con lo sguardo fisso. L'angelo porta capelli corti, rigonfi ai lati e presenta una fronte spaziosa. Indossa una veste rossa e oro a giro collo con colletto a punta; ampie maniche fittamente panneggiate. La veste è fermata in vita e la gonna scende fino a terra, nascondendo i piedi con ampie pieghe. Con entrambe le mani, l'una al di sotto della base, l'altra lungo il fusto, tiene un grosso candeliere con piede a sezione circolare intagliato a motivi vegetali stilizzati, fusto scanellato e piattello co motivo a racemi e orlo filettato che contiene porta candela (adattato per il passaggio della luce elettrica). Poggia su alta base dorata sfaccettata, profilata superiormente ed inferiormente da cornice modinata con fascia centrale intagliata con motivo a girali vegetali e fiori stilizzati.Soggetti sacri. Figure: angelo. Abbigliamento. Oggetti: candelabro. |
notizie storico-critiche | La coppia di angeli stanti, unitamente a quella con angeli inginocchiati, fa parte della serie di arredi che vennero acquistati, con delibera del luglio 1940, dalla Provincia di Torino a seguito dell'acquisizione di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, fino a tale data proprietà di Casa Savoia-Aosta. Nell'elenco topografico sono indicati genericamente "due angeli soprammobili" nella "Sala ricevimento", stimati L. 1000 e altri due nella "Sala d'aspetto", valutati per una cifra lievemente maggiore, L. 1200. Pur trattandosi, evidentemente, delle due serie di sculture a tutt'oggi conservate nel palazzo, non è quindi possibile distinguerle. Si tratta di alcuni dei pochi arredi che, non andarono venduti durante le numerose tornate d'asta che nella prima metà del Novecento portarono alla dispersione della mobilia originale del palazzo. Tuttavia, nel catalogo d'asta edito nel 1932 dalla Galleria Dante Giacomini, ove vennero poste in vendita le ricche e variegate collezioni di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta (Torino, 1869-1931), ultimo abitante dell'edificio, nelle quali, secondo una tendenza del gusto ampiamente diffusa tra l'ultimo quarto del XIX secolo e gli inizi del XX, sono annoverati, contemporaneamente, opere d'arte antica, prodotti di alto artigianato realizzati in materiali preziosi e vere e proprie curiosità, figurano anche numerosi oggetti sacri, inclusi gli esemplari in esame, molto ricercati dagli amatori dell'epoca per essere utilizzati, magari adattandone la struttura, quali suggestivi elementi d'arredo, Catalogo delle collezioni private d'arte appartenute a S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta, Galleria Dante Giacomini, Roma, 1932, pp. 18, 65. In assenza di riferimenti circa la provenienza della coppia di sculture, è possibile ipotizzare una loro collocazione originaria al di sopra di una mensa d'altare e proporre, sulla base dell'analisi stilistica, sia per la posizione piuttosto statica, sia per la ricca veste con fitta panneggiatura che rimanda, latatamente a modelli nordici, una datazione alla seconda metà del XVI secolo, o inizi del XVII. |