notizie storico-critiche | La critica ha per lungo tempo riconosciuto nel Pegaso di Boboli il monumen to che una volta decorava il cosiddetto "Monte Parnaso" di Pratolino (Zang heri 1979, p. 256, n.66; Zangheri 1987, p. 86; Lolli Ghetti 1999, pp. 84-8 7, n. 60; Medri 2003, p. 163, n. 20). Da un inventario del 1587 della Vill a di Pratolino sappiamo che il Pegaso era una scultura in parte antica e c on ali di rame dorato ( Lolli Ghetti 1999, p. 87, n. 60; Medri 2003, p. 16 3, n. 20). Nel 1773 Pietro Leopoldo decise di dismettere la villa di Prato lino e gran parte dell'arredo scultoreo della villa e del suo giardino fu trasportato a Boboli. Le sculture ridotte in rottami furono condotte nello studio di Innocenzo Spinazzi, per essere restaurate prima della collocazi one in giardino (Zangheri 1987, p. 86; Galletti 2000, pp. 246-257). Qui f u riposto anche il Pegaso di Pratolino, come risulta da un inventario del 1773 che censiva le opere in marmo condotte nel laboratorio dello Spinazzi (cit. in Lolli Ghetti 1999, p. 87, n. 60; Medri 2003, p. 163, n. 20). Gli studiosi ipotizzarono che la scultura dovesse essere rimasta nelle stanze dello Spinazzi fino all'intervento del Costoli nel 1856. Tuttavia i docum enti hanno indicato che il Pegaso di Boboli era stato realizzato da Aristo demo Costoli tra il 1827 e il 1851 (termine ante quem), ed era destinato o riginariamente al Parco delle Cascine (Cappa 2010, pp. 33-37). Nel maggio del 1827 Aristodemo Costoli, allievo dell'Accademia di Belle Arti, ottenne l'incarico di realizzare per il Parco delle Cascine una scultura raffigur ante Pegaso che doveva sostituire una statua in terracotta dello stesso so ggetto, realizzata da Angelo Zini nel 1794 . Nell'aprile del 1828 i lavori per la scultura erano già iniziati e in quell'anno Costoli presentò al di partimento delle Regie Possessioni anche un progetto per il basamento del Pegaso (Rinaldi 1995, pp. 91-92). I lavori della scultura dovettero interr ompersi nel 1829, quando lo scultore vinse il pensionato quadriennale a Ro ma (fino al 1832), evento, questo, che segnò l'inizio di una lunga gestazi one per la scultura del Pegaso. Dovranno passare anni prima che nel 1834 r icominci la vicenda del Pegaso. Non si sa di preciso perché Costoli abbia trascurato la scultura per così tanti anni, ad ogni modo, Aristodemo, rien trò definitivamente a Firenze nel 1833 e, l'anno successivo, iniziò una de lle sue più celebri sculture: la statua di Galileo per la Tribuna del Regi o Museo delle Scienze (Matucci 2003, pp. 17-25). Per poter scolpire Galile o, la Direzione delle Regie fabbriche gli aveva assegnato un ambiente nel Liceo di Candeli (Cappa 2010, p. 35). Da una lettera del 27 ottobre del 18 34, si apprende che Costoli apportò delle modifiche nello studio di Candel i, perché aveva bisogno di maggiore spazio per poter scolpire Galileo e Pe gaso, che ricompare nei documenti. Non si hanno notizie sulla conclusione dei lavori del cavallo alato, ma da una lettera del presidente dell'Accade mia di Belle arti, datata 1851, sappiamo che la scultura di Pegaso superò le aspettative quindi parve conveniente darle una più consona sistemazione rispetto all'originario Parco delle Cascine. Costoli chiese che venisse s istemata nel Prato della Meridiana nel Giardino di Boboli. L'idea venne ac colta favorevolmente e il 13 giugno del 1851 la Direzione delle Fabbriche scrisse ad Aristodemo Costoli di accordarsi con l'architetto Giraldi per l a realizzazione del basamento. Bisognerà aspettare il 1854 affinché venne approvata la costruzione del basamento per la scultura. Nella settimana da l 16 al 21 di ottobre venne rimossa la statua di Giunone che era di fronte il piazzale della Merdiana per lasciare posto alla statua di Pegaso, e fu trasportata con il suo basamento nell'Anfiteatro. Da novembre a dicembre si lavorò per la costruzione del basamento del Pegaso, di cui esisto tutti i pagamenti. Il 21 dicembre si finì di montare il la base della scultura. Passò poi quasi un anno prima della ripresa dei lavori e il 27 ottobre de l 1855 fu venne ordinato il trasferimento del cavallo alato dallo studio d el Costoli a Palazzo Pitti, mentre nel mese di dicembre Pegaso fu finalmen te portato a Boboli. Nle gennaio del 1856, Costoli apportò alcune modifica in loco, e forse in questa occasione aggiunse l'iscrizione visibile sul s ostegno della statua. Nel Novecento il Pegaso è stato usato ripetutamente come macchina mobile di scena per le regie teatrali del Maggio Musicale Fi orentino, che all'epoca si svolgevano all'interno del Giardino di Boboli, tra il prato della Meridiana e l'Anfiteatro. Il cavallo e il suo basamento poggiavano su un carrello di ferro, che scorreva su dei binari ancora esi stenti. Tuttavia, l'uso improprio e prolungato della scultura causò al cav allo dei grossi problemi di staticità, a cui si cercò di porre rimedio già durante il primo restauro del 1983. |