notizie storico-critiche | Lettura difficoltosa della seconda parte della firma: lacuna in FI(?)AMEN, abbreviazione su IN e difficoltà di scioglimento dell'abbreviazione PT.; Dipinto di una certa rilevanza, ben valutato dalla Gabrielli, che non ne aveva però letto la firma, ma aveva registrato la presenza di una parte superiore con Dio Padre in gloria tra putti e angeli musicanti, che oggi non si trova con la parte inferiore.; Secondo Giovanni Romano (comunicazione orale), il pittore potrebbe in via ipotetica essere identificato con il fiammingo Pietromartino di Pietromartino d'Anversa, noto a Perugia dal 1594, di cui si conservano nella Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia due opere su tavola (Santi F. Dipinti sculture e oggetti dei secoli XV-XVI, vol. II, Roma 1985, pp. 221-223, figg. 234, 235); Thieme U. Becker F. Allgemeines lexikon der bildenden Kunstler, vol. XXVII, 1933, p. 23. La Pala di San Simonino (inv. 485), datata 1607 e firmata PETRUS MARTIN FLANDER, sembra alquanto distante stilisticamente; la Madonna con il Bambino, San Giovanni Battista e San Girolamo (inv. 472), non firmata, che una fonte settecentesca attribuisce allo stesso pittore e data al 1597, è una copia della cosiddetta Visione di San Girolamo di Parmigianino ora alla National Gallery di Londra. Un confronto tra le due opere di Perugia sembra mettere in dubbio trattarsi dello stesso pittore, anche se condizionato dalla necessità di una copia, ma il dipinto ora a Racconigi potrebbe chiarire il percorso stilistico dell'artista. L'Annunciazione potrebbe essere stata realizzata in prossimità della copia da Parmigianino, e avere in qualche modo subito l'influenza stilistica dell'illustre modello: si confrontino gli analoghi gesti del braccio rivolto verso l'alto dell'Angelo Gabriele e del Battista, e le teste dalla morbida capigliatura riccioluta dello stesso Angelo e di Gesù Bambino.; Confrontando le due opere firmate, annotazioni interessanti si possono fare per quanto riguarda l'ambiente architettonico in cui si svolge la scena (in entrambi i casi in un interno visto in prospettiva centrale con arcone sullo sfondo), e l'attenta descrizione degli oggetti, carattere tipicamente fiammingo (a Racconigi, il cestino per il cucito con le forbici, il vaso con motivo di puttini danzanti, il banco con testina angolare e motivi fitomorfi e il tappeto sotto il libro di preghiere; a Perugia la brocca, il bacile, le pinze per terra). Pietro Martino fece probabilmente parte di quel folto gruppo di pittori fiamminghi giunti in Italia nell'ultimo quarto del Cinquecento, e alcuni confronti interessanti per l'ambientazione della scena si possono trovare in P. Leone de Castris, Pittura del Cinquecento a Napoli, 1573-1606, L'ultima maniera, Napoli 1991 (Annunciazioni di Dirk Hendricksz, pp. 41, 59, 73, 76, 89). E'noto comunque un altro pittore con il quale l'autore dell'Annunciazione potrebbe essere identificato. Si tratta di un certo Pietro fiammingo, attivo a Napoli intorno agli anni cinquanta del XVI secolo, del quale però non sembra si siano conservate opere: Thieme U. Becker F. vol. XXVII, 1933, p. 18.; Per il momento non è possibile ricostruire la provenienza dell'Annunciazione: è ipotizzabile una sua presenza ab antiquo in qualche chiesa di Racconigi o del Piemonte ? Oppure è più probabile una provenienza centroitaliana ? I numeri di inventario sul retro della tela non consentono di risalire oltre il XX secolo (numero giallo del 1951, mantenuto nel 1955, e numero azzurro ante 1951, ma post 1933), quindi forse non faceva parte delle collezioni sabaude, ma Umberto II lo ricevette in dono o lo acquistò o comunque lo fece portare al Castello di Racconigi.; Dal 1982 l'opera si trova nella localizzazione attuale; prima di questa data era in un deposito situato nei pressi di un corso d'acqua, possibile causa del deterioramento. |