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Opera d'arte Apollo, Tentazione di Adamo ed Eva, allegoria della Giustizia, grottesche con figure a Perugia

L'opera d'arte Apollo, Tentazione di Adamo ed Eva, allegoria della Giustizia, grottesche con figure - codice 10 00077965 si trova nel comune di Perugia, capoluogo dell'omonima provincia sita in villa, Villa del Cardinale, NR (recupero pregresso), interno, piano primo, sala della Creazione, volta
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bene culturaledecorazione pittorica, ciclo
soggettoApollo, Tentazione di Adamo ed Eva, allegoria della Giustizia, grottesche con figure
tipo schedaOA_3.00
codice univoco10 00077965
localizzazioneItalia, Umbria, PG, PerugiaNR (recupero pregresso)
contenitorevilla, Villa del Cardinale, NR (recupero pregresso), interno, piano primo, sala della Creazione, volta
datazionesecc. XVI/ XVII fine/inizio; 1590 - 1610 [analisi stilistica; analisi storica]
ambito culturaleambito Italia centrale(analisi stilistica; bibliografia)
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
condizione giuridicaproprietà Stato, NR (recupero pregresso)
dati analiticiDa ds, motivo di fusto con vite attorta; uccelli che beccano grappoli/ nel la lunetta sn, tra teste di putto e nastri, riquadro con cornice sagomata ed arpie addossate, includente paesaggio naturalistico con albero, al cen tro in primo piano, con serpente attorcigliato verso cui si volge Eva, in piedi a sn, mentre Adamo siede a terra nella vela, su basamento sovrappost o a cigno, trimonte su cui poggia la Giustizia come figura femminile recan te nella ds bilancia e nella sn spada in alto oltre il vertice della vela, clipeo includente figura femminile al centro: testina alata tra festoni; vaso fiorito; biga guidata da figura che leva in alto la frusta; clipeo co n Apollo coronato d'alloro, recante lira alla sua ds felino e drago alato su scala che trattengono festone; figura femminile alata e tronca tra gru, su vaso su cui poggiano uccello e cane.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheHa inizio con le due scene nelle quali Dio Padre plasma dalla polvere l'uo mo e quindi gli trasmette la vita con un soffio e con il tocco della mano, il breve ciclo di storie dei Progenitori tratte dai primi tre capitoli de lla Genesi, che prosegue con la creazione di Eva, la tentazione e il pecca to, quindi la perdita del Paradiso e l'inizio dell'esistenza di lavoro e d i sofferenza per Adamo ed Eva. Nel riquadro in oggetto è raffigurato l'episodio del Peccato Originale (Ge nesi,3, 1-7) conformemente all'iconografia tradizionale. Questo tema insie me a quello dell'originaria innocenza edenica, si intreccia con quello pag ano delle Quattro Età con cui esordiva la teoria della creazione del mondo nelle leggende mitologiche di tradizione greca e latina, riprese da Ovidi o nelle "Metamorfosi" (I, 89-150). La prima è l'età dell'Oro, una condizio ne idealizzata di primitiva armonia con la natura, già così dipinta da Esi odo -esponente, secondo Panofsky, di quel "primitivismo molle o positivist ico" che concorda con l'interpretazione religiosa del destino umano e con la dottrina del Peccato Originale (cfr. Panofsky E, 1939, 1975, pp.47 s): è l'epoca in cui regnava Saturno, l'antico dio romano dell'agricoltura, ch e si trova infatti raffigurato nel clipeo centrale tra le prime due lunett e che includono Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre. Si esplicita in quest o modo l'intenzione di instaurare un rapporto analogico tra storia sacra e mitologia che è sottesa a questa figurazione. A Saturno segue dunque Apol lo, protettore delle arti e delle attività umane che contraddistinguono la successiva Età dell'Argento: nella lunetta successiva, la scena della Ten tazione segna la perdita della felice condizione primeva e l'inizio del la voro e delle sofferenze proprie dell'esistenza umana. Sulla parete opposta , Minerva armata di lancia allude alla terza età, quella del Bronzo, in cu i gli uomini conobbero la violenza e la guerra. Conclude la serie Mercurio che, come simbolo della Ragione e dell'Eloquenza, apre la strada alla nuo va umanità dell'età del Ferro cui spetta il progresso della civiltà. Quanto al ciclo biblico, si svolge attraverso i dieci riquadri che impegna no le lunette all'innesto della volta, mentre il centro del soffitto è r iservato al grande quadro con la Creazione del Cielo e della Terra dove la figura di Dio Padre -nel tipo "patriarcale" introdotto in epoca rinascime ntale- campeggia all'interno di un paesaggio ancora in gran parte desertic o. Accanto ai coincisi brani veterotestamentari, torna una nuova serie di fig ure allegoriche -tra cui la Speranza, la Fede, la Gloria, l'Abbondanza, la Giustizia, la Fortezza e la Vigilanza- insieme a numerosi soggetti profan i, scene mitologiche, divinità pagane, animali simbolici e creature fantas tiche, che animano il ritmo delle grottesche e ne scandiscono la simmetria . Alquanto alterata per ripetuti interventi di ridipintura e molto danneggia ta nella zona al di sopra della parete che ospita il camino a causa di vas te infiltrazioni in corrispondenza della canna fumaria, nel suo complesso questa decorazione si distacca nettamente, sia dal punto di vista stilisti co che formale e sintattico, dagli affreschi del piano terra e dalle prece denti sale del primo piano; pur se, di queste ultime, ripropone sia la sce lta tematica di ambito veterotestamentario, sia i motivi decorativi deriva ti dal repertorio delle grottesche, ampiamente illustrato qui alla Villa. Risulta evidente una diversa semplificazione degli elementi ornamentali, u na certa ripetitività e una significativa rarefazione dei moduli compositi vi; come pure, un nuovo sbilanciamento caricaturale nella resa dei mascher oni antropomorfi e degli animali, con esiti, in alcuni casi, parodistici. Questi caratteri, oltre all'uso di una tecnica più rapida e compendiaria e alla mancanza di uno schema compositivo complesso e serrato a favore di u na alleggerita disposizione "a festone" dei motivi decorativi tutt'intorno al quadro centrale, suggeriscono di posticipare la datazione della decora zione di questa sala, distanziandola dal complesso cronologicamente omogen eo degli affreschi del piano terra e delle sale del primo piano, e colloca ndola nell'ambito del primo quarto del XVII secolo. Infatti, sono qui anco ra presenti i simboli araldici della famiglia Della Corgna -il trimonte e i tralci di corniolo- che rimase proprietaria della villa fino al 1643 qua ndo Fulvio II, ultimo duca di Castiglione, coinvolto nella guerra di Castr o tra Urbano VIII e Odoardo Farnese e per questo caduto in disgrazia press o il papa, si vide espropriare, come traditore, tutti i possedimenti, comp resi quelli ricevuti in eredità dall'avo cardinale Fulvio come beni person ali: in quell'anno la Villa e la tenuta del Colle furono acquistate per 39 .160 lire minute da Cornelio II Oddi. Da a
committenzaDella Corgna Della Penna Diomede (1596)Della Corgna Ascanio II (1606)
bibliografiaVasari G.( 1906)v. VII, pp.606-608; Canuti F.( 1926)pp.275-280; Sapori G.( 1982)pp.27-61
definizionedecorazione pittorica
regioneUmbria
provinciaPerugia
comunePerugia
toponimoColle Umberto (frazione)
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreS38
ente competenteS38
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Cannistrà A.; Funzionario responsabile: Abbozzo F.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Tassini A. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Tassini A. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2001
anno modifica2006
latitudine43.136300
longitudine12.394855

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