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Opera d'arte apparizione della Trinità ai Santi Giuseppe, Maria Maddalena de' Pazzi e Sant' Agostino di Cerrini Gian Domenico (1609/ 1681), a Roma

L'opera d'arte apparizione della Trinità ai Santi Giuseppe, Maria Maddalena de' Pazzi e Sant' Agostino di Cerrini Gian Domenico (1609/ 1681), - codice 12 00821708 A - 6 di Cerrini Gian Domenico (1609/ 1681), si trova nel comune di Roma, capoluogo dell'omonima provincia sita in chiesa, parrocchiale, Chiesa di S. Maria in Traspontina, Borgo S. Angelo, 15, cappella di S. Maria Maddalena de' Pazzi, transetto destro, altare
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bene culturalepala d'altare
soggettoapparizione della Trinità ai Santi Giuseppe, Maria Maddalena de' Pazzi e Sant' Agostino
tipo schedaOA_3.00
codice univoco12 00821708 A - 6
localizzazioneItalia, Lazio, RM, RomaBorgo S. Angelo, 15
contenitorechiesa, parrocchiale, Chiesa di S. Maria in Traspontina, Borgo S. Angelo, 15, cappella di S. Maria Maddalena de' Pazzi, transetto destro, altare
datazionesec. XVII ; 1639 (ca.) - 1639 (ca.) [contesto]
autoreCerrini Gian Domenico (1609/ 1681),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm., alt. 360, largh. 245,
condizione giuridicaproprietà Stato, parrocchia di S. Maria in Traspontina
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: Cristo; Dio Padre; Madonna; San Giuseppe; Santa Maria Maddalena de'Pazzi ; Sant'Agostino. Figure: due angeli; quattro angioletti. Allegorie-simboli: colomba/ Spirito Santo. Fenomeni metereologici: nuvole.
notizie storico-criticheL'opera è la più antica testimonianza pittorica del Cerrini e in assoluto la prima opera del suo soggiorno romano. Da sottolineare la complessiva disomogeneità del dipinto che alterna brani pittorici notevoli (quali soprattutto i volti dei due santi maschili), particolari che ritorneranno come cifra del pittore (il volto della Madonna o l'angioletto in alto a sinistra), accanto a inserti francamente disastrosi (la sciancata anatomia degli arti inferiori del Cristo o l'inverecondo inserto dell'Eterno senza spessore che plana sugli astanti) e a una partizione dello spazio (in tre zone sovrapposte e in uno schema a croce di S. Andrea per le figure principali) ancora schematica. Cerrini dunque, da poco giunto a Roma, paga l'evidente scotto di una formazione condotta su modelli ormai consunti (lo Scaramuccia padre) che si mostrano inutilizzabili in una situazione molto più avanzata quale è quella romana: Cerrini cerca quindi di elaborare una nuova sintassi e nuove formule pittoriche, per le quali la Borea, scartati i canonici nomi dei bolognesi, propone come possibile fonte ispirativa, soprattutto per le opere successive, i modi di Cristoforo Roncalli. Un cenno a parte merita l'iconografia del dipinto che è centrata sulla figura della beata, per cui forse più corretta sarebbe una lettura dell'opera come "visione" della santa. L'esecuzione dell'opera, che dovette sostituire una precedente pala di Ricci da Novara non dovrebbe discostarsi troppo dai lavori fatti eseguire per l'altare da padre Francesco Bido nel 1639, nonostante il parere contrario del Catena.
bibliografiaFreeman Bauer L.( 1983)p. 32; Giffi E.( 1983)p. 28; Barroero L.( 1984)II, p. 51 sgg.
definizionepala d'altare
regioneLazio
provinciaRoma
comuneRoma
indirizzoBorgo S. Angelo, 15
ente schedatoreS50
ente competenteS50
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Del Frate I.; Funzionario responsabile: Pedrocchi A.M.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Colonna D. (2005); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Colonna D. (2005), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1986
anno modifica2005
latitudine41.904993
longitudine12.460175

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