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Opera d'arte arpie a Torino

L'opera d'arte arpie - codice 01 00210455 si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturalepanca, opera isolata
soggettoarpie
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00210455
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, Torino
datazionesec. XIX ultimo quarto; 1875 - 1899 [analisi stilistica; bibliografia documentazione]
ambito culturaleproduzione Italia settentrionale(bibliografia; documentazione; analisi stilistica)
materia tecnicalegno di noce/ verniciatura/ intagliolegno/ verniciatura/ doratura
misurealt. 194, largh. 52, lungh. 234,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiAlto schienale rettangolare; cornice poco aggettante modinata. Lo schienale è scompartito in tre pannelli, ciascuno di essi profilato da cornice rettangolare modinata entro la quale è intagliato motivo ornamentale di forma ovale all'interno del quale vi sono, rispettivamente, vaso di fiori, stemma crociato, scala a pioli e leone rampante. Lateralmente allo schienale sono poste due arpie intagliate, opposte. Lo schienale poggia su alto zoccolo scompartito in pannelli; due braccioli alle estremità formati da corpo di sfinge accucciata. Sedile rettangolare con anta apribile. Ai lati, in corrispondenza delle arpie assume forma sagomata. Alta fascia sagomata che funge da sostegno riccamente intagliata sulla fronte con emblemi e stemmi di fantasia in corrispondenza della fascia e degli spigoli: tre spade, sole raggiato, leone rampante; motivo a onde e cavaliere. Poggia su predella sagomata e modinata lungo il perimetro. I profili di parte della decorazione intagliata sono dorati.Figure: sfingi; arpie.
notizie storico-criticheLa cassapanca fa parte della serie di arredi che vennero acquistati, con delibera del luglio 1940, dalla Provincia di Torino a seguito dell'acquisizione di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, fino a tale data proprietà di Casa Savoia-Aosta. Nell'elenco topografico è indicato un "divano cassapanca" che potrebbe riconoscersi nell'esemplare in esame stimato per L. 3000 e collocato nella "Sala ricevimento". Si tratta di uno dei pochi arredi che, non solo non andò venduto durante le numerose tornate d'asta che nella prima metà del Novecento portarono alla dispersione della mobilia originale del palazzo, ma si trova ancora nella posizione originale come dimostrato da alcune fotografie d'epoca, pubblicate nel catalogo d'asta edito nel 1932 dalla Galleria Dante Giacomini, Catalogo delle collezioni private d'arte appartenute a S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta, Galleria Dante Giacomini, Roma, 1932, tav. V. La cassapanca, infatti, fa parte della serie di arredi commissionati dal duca en suite con la decorazione in stile neorinascimentale da lui voluta che trasformò il volto del palazzo settecentesco. La preferenza accordata alla cultura figurativa del XV secolo, si inserisce nell'ambito della caratteristica inclianazione della cultura ottocentesca al recupero degli stili storici, spesso connessi, nelle varie aree regionali, al richiamo di un passato glorioso. Contrariamente alla tendenza diffusa in Piemonte, tesa al recupero del tardo gotico, come testimonia il riallestimento del castello di Issogne da parte di Vittorio Avondo, Emanuele Filiberto preferì il più consolidato ed internazionalmente diffuso gusto fiorentino. Il cassone in esame, infatti, rimanda, pur con una eccessiva esuberanza nell'ornamentazione, tratta dal repertorio delle grottesche, a prototipi centro italiani della metà del XVI secolo, come si evince dalla complessa struttura architettonica dello schienale. Pur non essendo state reperite precise note di pagamento che documentino la commissione degli arredi, coordinati, naturalmente, anche ad esemplari reperiti sul mercato antiquario, è noto da una guida commerciale della città di Torino che due studi fossero interessati, in quegli anni, da committenze da parte di Casa Savoia-Aosta, ovvero, quello di Carlo Albertoni e quello di Giuseppe Anguissola; inoltre, da un annuncio pubblicitario dei fratelli Mora di Milano risulta che anche i famosi mobilieri lombardi fossero tra i fornitori della famiglia ducale, Augusta Taurinorum. Torino illustrata nelle sue cose e nei suoi cittadini, Torino s.d. [ma 1902], pp. 256-258; E. Colle, Museo d'Arti applicate, mobili e intagli lignei, Milano, 1996, pp. 26-28.
bibliografiaAugusta Taurinorum( 1902)pp. 256-258; Catalogo delle collezioni( 1932); Colle E.( 1996)pp. 26-28
definizionepanca
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
ente schedatoreTO
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Facchin L.; Funzionario responsabile: Mossetti C.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Rocco A. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2003
anno modifica2007

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