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Opera d'arte autoritratto di Moor Van Dashorst Anthonis detto Antonio Moro di Van Dashorst Anthonis Moor detto Antonio Moro (1517/ 1576), a Firenze

L'opera d'arte autoritratto di Moor Van Dashorst Anthonis detto Antonio Moro di Van Dashorst Anthonis Moor detto Antonio Moro (1517/ 1576), - codice 09 00103331 di Van Dashorst Anthonis Moor detto Antonio Moro (1517/ 1576), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Palazzo degli Uffizi, Complesso vasariano, piazzale degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, sala 33
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bene culturaledipinto
soggettoautoritratto di Moor Van Dashorst Anthonis detto Antonio Moro
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00103331
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazzale degli Uffizi
contenitorepalazzo, Palazzo degli Uffizi, Complesso vasariano, piazzale degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, sala 33
datazionesec. XVI ; 1558 - 1558 [data]
autoreVan Dashorst Anthonis Moor detto Antonio Moro (1517/ 1576),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurealt. 113, largh. 84,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Ritratti: Antonio Moro. Abbigliamento: giubba foderata di pelliccia; collarino increspato. Interno. Oggetti: cuscino; vasetto dei colori; cavalletto; foglio con epigramma greco; tavoletta; mazza; pennelli.
notizie storico-critichePittore dedicato alla ritrattistica è uno dei maggiori artisti del suo tempo di area nordica. Accolto nel 1547 nella corporazione dei pittori di Anversa, trovò protezione presso il vescovo di Arras e fu la sua fortuna poiché diventò pittore ufficiale delle corti di Austria e Portogallo, pur mantenendo la sua linea grave e solenne che la committenza particolare e l'ambiente di corte non riuscirono a corrompere. Mutò volontariamente il suo nome forse in omaggio ai grandi pittori italiani del tempo. Da notare in questo autoritratto, ricco di equilibrio e pacatezza, il poema encomiastico, scritto in lingua greca, di Domenico Lapson che è vergato sul foglio attaccato al cavalletto in cui il poeta ne loda le qualità di pittore, ponendolo al di sopra di Zeusi ed Apelle. Per la prima volta, nella pittura olandese, si fa riferimento alla "voce" del ritratto, motivo proveniente dalla epigrammatica greca. Il dipinto fu acquistato a Londra nel 1682 dal residente in Inghilterra della famiglia Medici Francesco Terrieri e proveniva dalla collezione Peter Lely. Una copia datata post 1558, si trova a Firenze al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, inv. 1890, n. 5319.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Regno Unito; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze
bibliografiaWalpole H.( 1786)v. I p. 1222; Vries A.B. de( 1934)p. 34; Friedlander M.( 1924-1937)v. XIII n. 358; Goldscheider L.( 1936); Frerichs L. C. J.( 1947)p. 43; Mostra arte( 1948)p. 86, n. 7; Masciotta M.( 1949); Fiamminghi Italia( 1951)n. 39; Masciotta M.( 195
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazzale degli Uffizi
ente schedatoreL. 41/1986
ente competenteS417
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Langedijk K.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Trascrizione per informatizzazione: Pilati E. (1989); Aggiornamento-revisione: Romagnoli G./ Rousseau B. (2002), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST (2006), Refere
anno creazione1978
anno modifica2002; 2006
latitudine43.768826
longitudine11.255744

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