notizie storico-critiche | Nella rotonda sud, su cui s'innalza il Padiglione dei Solinghi (fatto ricostruire nelle forme attuali a partire dal 1766 da Maria Antonia Ferdinanda di Borbone ad opera dell'architetto Baroni di Tavigliano), è menzionata da Olivero (La Villa della Regina a Torino, Torino 1942, p. 36) nella nicchia esterna semicircolare coperta da volta e decorata da "riquadri di tufo", su un alto basamento, la "bellissima statua marmorea di Bacco" del Bernero, "una delle migliori statue della Villa". L'attribuzione a Giovanni Battista Bernero (A. Grossi, Corografia del territorio di Torino e contorni, Torino 1791, II, p. 142; V.E. Gianazzo di Pamparato, Il Principe cardinale Maurizio di Savoia, Torino 1891, p. 21; E. Olivero, 1942; M. Bernardi, Tre Palazzi a Torino, Torino 1963, p. 139), è ora precisata dalle ricerche di R. Arena e G. Spione (in Villa della Regina, a cura di C. Mossetti, Torino 1997, p. 103) con l'indicazione dell'anno di esecuzione. La sistemazione delle rotonde a nord e sud, al termine dei viali laterali, attuata nel corso della seconda metà del Settecento, fu completata dalla posa nelle nicchie delle due statue (F. Fontana, R. Lodari, in Parchi e giardini storici, Roma 1991, p. 15). Nel 1786, infatti, lo "scultore in marmi" piemontese Bernero, di formazione romana, è documentato per "aver formatto in marmo bianco di Frabosa due statue rapresentanti una baco e l'altra una bacante di alteza once 42 colocate nelle nichie superiori nel giardino alla diritta e sinistra della palazina della Real Vigna della Regina per comisione di S.M. in tutto modelli in grande, marmo e fatura e metitura in opera di assistenze e condotta £. 1800 tra le due (Torino, Archivio di Stato: Sezioni Riunite, Azienda Generale Fabbriche e Fortificazioni, Relazioni a S.M., a. 1786, I sem., reg. 47, 22 aprile 1786, c. 342; Sezioni Riunite, Fondo Real Casa, Registri Fabbriche per Categorie, Casuali Fabbriche, a. 1786, reg. 6574, 1 luglio 1786, c. 37; Camerale, Fabbriche e Fortificazioni, art. 183, Conto Tesoreria, 1786, c. 146). Si registra inoltre che "S.M. non trova conveniente la statua rapresentante Bacco salvo che nel luogo della foglia che cuopre le di lui parte vereconde, però truovi il mezzo di cuoprirgliele con accomodarli il panneggiamento quale resti senza diffetto, ovvero suroghi un'altra alla medesima avendo pure disaprovato fatte si siano le sud.te due statue con marmo di frabosa"; dopo "le nuove opere fatte alla statua di Bacho", sotto la supervisione dello scultore Ignazio Collino, "ritrovata ora colaudabile e meritevole", al pari della scultura della Baccante, viene effettuato il pagamento di lire novecento caduna (Torino, Archivio di Stato, Sezioni Riunite: Azienda Generale Fabbriche e Fortificazioni, Relazioni a S.M., a. 1786, I sem., reg. 47, 22 aprile - 29 maggio 1786, c. 342; cfr. R. Arena, G. Spione, in C. Mossetti, a cura di, 1997, p. 103).. |