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bene culturale | dipinto |
soggetto | banchetto di Erode |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 09 00037663 |
localizzazione | Italia, Toscana, FI, Firenzevia di S. Salvi, 43 |
contenitore | monastero, vallombrosano, Monastero di S. Michele a S. Salvi, Chiesa e monastero di S. Michele a S. Salvi, via di S. Salvi, 43, Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, depositi |
datazione | sec. XVII seconda metà; 1650 - 1699 [analisi stilistica] |
autore | Botti Francesco (1640/ 1710), |
materia tecnica | tela/ pittura a olio |
misure | cm., alt. 112.5, largh. 144, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali |
dati analitici | NR (recupero pregresso)Abbigliamento. Animali: cane. Figure: bambino; uomini. Interno. Mobilia: sedie; tavolo. Oggetti: bicchieri; collana; corona; cuscino; piatti; vassoio. Personaggi: Erode; Erodiade; Salomè; san Giovanni Battista (testa). |
notizie storico-critiche | Vicina a Livio Mehus nella figura di Salomè, l'andamento spezzato e franto del cui panneggio riconduce alla linea della cultura pittorica fiorentina che va dal Furini a Cecco Bravo e al Pignoni, la tela appare, anche nelle cattive condizioni di conservazione che ottemperano fortemente i suoi valori estetici, di buona qualità. La matrice fiorentina si rivela con evidenza nella figura di Erode, vicina per spirito, stile e tipologia a Cecco Bravo, mentre nel suo complesso il dipinto è inquadrabile in un ambito genericamente pignonesco. Gli elementi stilistici fin qui elencati riconducono in particolare a Francesco Botti, un allievo del Pignoni attento anche alla lezione dell'attività di Cecco Bravo. La resa dei panneggi e il tono scuro, quasi notturno, della scena, la resa sfumata e veloce dell'insieme, trovano confronti nella "Diana e Atteone" e nel "Giudizio di Paride", una delle opere firmate dall'artista, di collezione privata recentemente pubblicate da R. Spinelli (Pitture fiorentine, 1987) e nelle quali anche le tipologie, soprattutto femminili, trovano riscontri in quelle del dipinto di san salvi. Stringente mi pare infine il confronto (cfr. in particolare la donna incatenata sulla destra) con la pala raffigurante una "Gloria d'Angeli e Santi", della chiesa di sant'Agostino a Prato, già attribuita al Pignoni (Mannini, 1990), ma credo ascrivibile al catalogo del Botti o opera di collaborazione fra l'allievo e il maestro. Se opera del Botti, ma le condizioni attuali non ne rendono possibile una sicura attribuzione, la tela è ascrivibile alla gioventù dell'artista, cioè intorno agli anni sessanta del Seicento. |
altra localizzazione | luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze |
bibliografia | Fantappiè R.( 1983)II, pp. 234-235; Pitture fiorentine( 1987)pp. 98-101; Museo Civico( 1990)p. 161 |
definizione | dipinto |
regione | Toscana |
provincia | Firenze |
comune | Firenze |
indirizzo | via di S. Salvi, 43 |
ente schedatore | S17 |
ente competente | S417 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Turrini S.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Acordon A. (1995), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1975 |
anno modifica | 1995; 2006 |
latitudine | 43.803968 |
longitudine | 11.275909 |