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bene culturale | dipinto, opera isolata |
soggetto | Beata Margherita d'Ungheria riceve le stimmate |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 10 00075791 |
localizzazione | Italia, Umbria, PG, Città di CastelloNR (recupero pregresso) |
contenitore | chiesa, Chiesa di S. Domenico, NR (recupero pregresso), parete sinistra |
datazione | sec. XV primo quarto; 1400 - 1424 [analisi storica; analisi stilistica] |
ambito culturale | ambito umbro(analisi stilistica) |
materia tecnica | intonaco/ pittura a fresco |
misure | alt. 220, largh. 165, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.) |
dati analitici | NR (recupero pregresso)Personaggi: Beata Margherita d'Ungheria; Gesù Cristo. Architetture: chiesa con campanile; archetti trilobati; campane. |
notizie storico-critiche | Nei primi anni del '900 con la realizzazione dei restauri della chiesa di S. Domenico e con l'asportazione di alcuni altari, vennero alla luce glia ffreschi che ornavano le pareti (Giovagnoli, 1921). Infatti l'affresco in esame venne scoperto casualmente la mattina del 7 giugno 1917, dal prof. A lberto Colmignoli, che aveva operato il restauro della grande Crocifission e e delle storie di S. Antonio Abate (la Cieca della Metola, VI) sulla par ete sotto l'ultimo altare. Il dipinto è strutturato come un trittico e nel la parte centrale raffigura una scena riconosciuta dai più come S. Caterin a da Siena che riceve le stimamte, mentre in realtà, come sottolineto dal Kaftal (1965), deve essere identificata come un'altra domenicana, Margheri ta, nata nel 1242, figlia del Re d'Ungheria che dopo aver rifiutato le noz ze con il Re di Boemia si ritirò in preghiera e penitenza. In quest'opera la raffigurazione delle Stimmate segue la tradizionale iconografia frances cana introdotta da Giotto e poi riproposta da numerosi artisti fino a Gent ile da Fabriano. L'affresco è stato indicato, sia dal Kaftal che dal Todin i (1989), come lavoro di scuola umbra del XV secolo in cui compare un ling uaggio semplice, arcaizzante e popolare dove però si possono individuare a nche componenti senesi. Infatti questo pittore anonimo, certamente lo stes so che eseguì il Presepe e la Santa Mustiola (vedi schede 10/00075794, 10/ 00075795), dovette conoscere la produzione senese di fine Trecento e ad es sa si avvicinò mostrando però l'incapacità di assimilarla pienamente. Sapp iamo che nel 1395 la costruzione di San Domenico non era ancora iniziata ( Ascani, 1963) mentre nel luglio 1399 erano stati già collocati i primi cin que cavalloni di travatura come affermano il Certini (1726) ed il Muzi (18 43). Pertanto il 1395 è un sicuro termine post quem, come afferma la Savin i (1989-90) nel suo lavoro, per la datazione di questo affresco, probabilm ente eseguito entro il secondo decennio del XV secolo, così come il San Pi etro Martire rappresentato a sinistra della Santa di cui si veda scheda n. 10/ 00075796. Il dipinto fa parte di un complesso decorativo diviso in tr e scene che hanno tra loro linee rosse e gialle con una cornice superiore cosmatesca. |
bibliografia | La cieca Metola, VI, 3 e 4( 1917)VI, 3 e 4, pag. 21; Rosini C.( 1961)pag. 52; Kaftal G.( 1965)ad vocem; Todini F.( 1989)pag. 366; E.Giovagnoli( 1921)pag. 71; Asacni A.( 1963)pag. 20; Savini S.( 1989)pp.179-182; Cerami D.( 1997)pp. 75-76 |
definizione | dipinto |
regione | Umbria |
provincia | Perugia |
comune | Città di Castello |
indirizzo | NR (recupero pregresso) |
ente schedatore | S38 |
ente competente | S38 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Migliarini M.; Funzionario responsabile: Rossi G.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Buzzi L. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Buzzi L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1999 |
anno modifica | 2006 |
latitudine | 43.444333 |
longitudine | 12.248651 |