notizie storico-critiche | L'affresco, con la figura intera del Beato Gherardo, decora il sottarco dell'edicola di un tabernacolo al centro della parete di fondo del presbiterio. Il tabernacolo è interamente dipinto e reca al centro una "Madonna in trono con Bambino", che alla base presenta un'iscrizione in caratteri gotici col nome del pittore Andrea da Jesi il Vecchio, artista al quale si deve quindi l'esecuzione di tutti gli affreschi dell'edicola. La data 1471, segnalata ancora nel 1924 da Pagnani, e sulla sua scorta da Polverari nel 1980, oggi risulta illeggibile, ma della sua esistenza è data conferma in un inventario del 1825, consultato da Amelia Mariotti nell'ambito di una ricognizione del patrimonio storico artistico del Comune di Serra de' Conti svolta nel 2003. I caratteri di eleganza tardogotica, uniti alla nuova sostanza plastica della figura del Beato Gherardo, emergono nelle poche altre opere lasciate da Andrea di Bartolo sul territorio: nella chiesa dell'ospedale di Belvedere Ostrense si conserva una "Madonna della Misericordia" firmata e datata 1473, in quella di S. Maria fuori Monsano esistevano due affreschi, di cui si conserva solo una Madonna, noti attraverso copie seicentesche, mentre i dipinti murali della chiesa di S. Fortunato ad Ostra Vetere del 1500 recano la sua firma "Andrea da Jesi Senio", preziosa testimonianza per distinguerlo da suo nipote Andrea da Jesi il Giovane, attivo nella prima metà del XVI secolo (Dizionario Enciclopedico Bolaffi, 1972). L'immagine è particolarmente cara alla devozione locale, in quanto il Beato Gherardo è patrono di Serra de' Conti dal 1524. Nella chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta de Abbatissis si venerano le sue spoglie, a ricordo della morte, avvenuta nel 1367 nell'antico monastero benedettino che qui sorgeva. Nato nel 1280 a Serra de' Conti, Gherardo entrò a soli nove anni nel monastero di Santa Croce presso Sassoferrato dove vigeva la regola benedettina. Qui fu ordinato sacerdote nel 1305 e, a partire dal 1320, fu assegnato dall'abate del convento alla cura pastorale delle diverse chiese di Serra de' Conti, dove visse in grande fama di santità presso la comunità per i suoi atti di umiltà ed obbedienza alla Regola. Alberico Pagnani, che per primo ha compilato una dettagliata biografia del monaco, ne ha ricostruito il culto attraverso i dipinti che lo rappresentano, contandone ben otto nella città natale (tra i quali la tavola quattrocentesca sull'altare a lui dedicato nella parrocchia e l'affresco di Agabiti ora nel Palazzo Comunale) e due a Sassoferrato (tra i quali il polittico attribuito ad Antonio da Fabriano, proveniente dalla Chiesa di S. Croce). |