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bene culturale | scultura |
soggetto | busto di Vibia Sabina come Cerere |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 08 00438093 |
localizzazione | Italia, Emilia Romagna, MO, Modena, MODENALargo Sant'Agostino, 337 |
contenitore | palazzo, museo, Palazzo dei Musei, Largo Sant'Agostino, 337, Collezioni Galleria Estense di Modena, Galleria Museo e Medagliere Estense |
datazione | sec. XVI ; 1550 (ca.) - 1550 (ca.) [bibliografia] |
autore | Lombardo Ludovico (1509 ca./ 1575 ca.), |
materia tecnica | bronzo/ fusione |
misure | alt. 85, largh. 58, prof. 28, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Collezioni Galleria Estense di Modena - Palazzo dei Musei |
dati analitici | Lo splendido busto raffigura Vibia Sabina, moglie dell'imparatore Adriano, nelle vesti di Cerere, divinità della terra coltivata, il cui mito in epoca imperiale era sovente associato alle imperatrici. Il ritratto frontale suggerisce i tratti fisionomici della giovane nipote di Traiano, conosciuti nel XVI secolo grazie ai prototipi antichi e alla monetazione allora nota. All'identificazione con la dea alludono i due fasci di spighe appoggiati sul capo che, convergendo al centro, formano una sorta di corona poggiata su un'elaborata acconciatura a tre ordini di alti riccioli simmetrici, divisi al centro da una scriminatura, secondo la moda del periodo Flavio. Dalla parte posteriore della testa si dipartono due nastri, che scendendo con morbide pieghe sino alle spalle lambiscono i lati del collo; quest'ultimo, lasciato scoperto dal panneggio della veste, è ornato da una ghirlanda di spighe rincorrenti, così da formare una appariscente collana. Il ritratto è fuso in un solo pezzo con il sostegno, a sua volta formato da due elementi: un piccolo piedistallo a cartoglio appoggiato su di una base circolare. Su tutto il busto si notano numerosi depositi tondeggianti di un diverso metallo che fanno supporre la presenza, in epoca imprecisata, di elementi decorativi in altro materiale.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | Identificato da Roberto Salvini in una delle opere menzionate nell'inventario del 1584 della guardaroba del duca Alfonso II d'Este, dove si dice "due teste di metallo col busto, uno Adriano, l'altra Cerere. Si ebbero a Bressa" ("Documenti inediti" 1879-1880, vol. III, p. 13) e attribuito all'Antico, il bronzo è stato recentemente ripreso in considerazione dalla critica. Tenuta per assodata l'identificazione (F. Trevisani, in "In the light of Apollo" 2004, vol. I, pp. 549-550; Avery 2007, p. 87; Bernardini 2006, pp. 80-82; M. Nigro, in "Rinascimento e passione per l'antico" 2008, p. 528), ma caduta l'attribuzione all'Antico, l'immagine di "Vibia come Cerere" si è ritenuta pendant di un "Ritratto di Adriano" oggi alla National Gallery di Washington (Bostrom 2003, pp. 165-167) commissionato a Ludovico Lombardo nel 1550 da Lorenzo Ridolfi, colto nipote di Lorenzo de' Medici, per ornare il suo palazzo fiorentino. La "Sabina" di Modena non sarebbe tuttavia il bronzo originale bensì una fusione (Avery 2007, pp. 83-84) tratta da un analogo busto conservato alla Galleria Franchetti alla Ca' d'Oro a Venezia, eseguito da Ludovico Lombardo dopo il 1550 (Bostrom 2003, pp. 165, 178). Sebbene i ritratti della coppia imperiale paiono presentati in maniera del tutto differente, le opere trovano stringenti legami non solo nella grande qualità della fusione, ma anche nell'analoga potenza dello sguardo, la cui intensità suggerisce quella forza interiore mutuata dai grandi esempi della statuaria antica i quali solo un'artista di grande levatura quale Lombardo poteva confrontarsi. Oltre a questo alcuni particolari stilistici contribuiscono a confermare la paternità del bronzo modenese: primo fra tutti il modo di eseguire gli occhi, con le pupille scavate, quasi un tratto distintivo dei Lombardo, fino alla corrispondenza tipologica del cartiglio su cui poggia il busto, impiegato da Ludovico anche nell'"Adriano" oggi a Washington e nella redazione veneziana. Ciò posto, rimane davvero difficile stabilire con certezza la priorità cronologica del bronzo veneziano rispetto a quello modenese, e anche la sua identificazione con l'opera ricordata nell'inventario estense solleva qualche perplessità. Scorrendo infatti quel documento, non è ben chiaro il criterio con il quale le varie sculture vengono elencate. |
committenza | Ridolfi Lorenzo (1550) |
bibliografia | Scalini M./ Giordani N.( 2010)pp. 52-53, n. 4 |
definizione | scultura |
regione | Emilia Romagna |
provincia | Modena |
comune | Modena |
localita | MODENA |
indirizzo | Largo Sant'Agostino, 337 |
ente schedatore | S28 |
ente competente | S28 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Morandi C.; Funzionario responsabile: Giordani N.; Aggiornamento-revisione: ICCD/ DG BASAE/ Salimbeni B. (2010), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 2008 |
anno modifica | 2010 |
latitudine | 44.646037 |
longitudine | 10.934481 |