notizie storico-critiche | Il busto femminile, posto nella nicchia ovale rustica di sinistra degli avancorpi laterali della quinta architettonica del Belvedere, che fa coppia con il corrispondente maschile nella nicchia di destra (V. Defabiani, Torino. Grotte di villa della Regina, in V. Cazzato, M. Fagiolo, M.A. Giusti, Atlante delle grotte e dei ninfei in Italia. Italia settentrionale, Umbria e Marche, Milano 2002, p. 123), è ricordato da E. Olivero (La Villa della Regina a Torino, Torino 1942, p. 40) come "bel busto di dama" con ipotetica attribuzione a Giovan Battista Bernero. P. Cornaglia (SBAS TO 00168608, 1998; Id., Giardini di marmo ritrovati, Torino 1994, pp. 161-166) ne ha proposto una datazione alla metà del Seicento riferendo il busto (la conformazione di base non esclude che possa trattarsi di un frammento di statua riadattato) all'apparato scultoreo del giardino della reggia di Venaria Reale (smantellato nel corso del XVIII secolo e il cui apparato scultoreo fu in parte trasferito nel 1776 a Villa della Regina): in relazione alla serie dei ventiquattro pastori e ninfe (i primi con "pelli indosso" e le seconde con "corone di fiori in capo") scolpiti nel 1667 da B. Falconi per il Teatro del Giardino, o con la serie dei dodici busti scolpiti nel 1668 da G. M. Carlone per la medesima struttura ("ornati con panni e drappamenti avvolti attorno, con bizaria e anche ninfe con ghirlande di fiori in corpo, con belle arie d.e faccie"). È però da notare che già nell'incisione di G. A. Belmond, su disegno di G. P. Baroni di Tavigliano del 1737, l'allestimento del Belvedere contemplava le due nicchie ovate laterali, anche se non risultano ben identificabili le statue ivi collocate (la struttura del Belvedere è da ascriversi ai lavori intrapresi alla villa da Filippo Juvarra a partire dagli anni 1723-29, proseguiti dal Baroni di Tavigliano fino alla metà del '700: M. Bernardi, Tre Palazzi a Torino, Milano 1963, p. 166, tav. XXXII; C. Roggero Bardelli, M.G. Vinardi, V. Defabiani, Ville Sabaude, Torino 1990, p. 174; F. Fontana, R. Lodari, in Parchi e giardini storici, Roma 1991, p. 15; C. Roggero Bardelli, in I giardini del "Principe", a cura di M. Macera, Torino 1994, I, pp. 15-16; G.Gritella, Juvarra. L'architettura, Torino 1992, vol. II, pp. 178-181). A favore di una datazione seicentesca è il rapporto stilistico con la coppia dei busti in marmo bianco di Bernardo Falcone raffiguranti Maria Giovanna Battista e Carlo Emanuele II, rispettivamente in sembianze di Venere e di Adone, del 1669, ora a Rivoli ma provenienti da Venaria (schede nn. 29-30 di G. Dardanello, in Diana Trionfatrice, a cura di M. DI Macco e G. Romano, catalogo della mostra, Torino 1989, pp. 28-29); un rapporto significativo da tener presente anche per la questione iconografica relativa all'allestimento delle due sculture nel Belvedere. |