dati analitici | Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, di tre quarti. Porta la parrucca bianca, con riccioli, lunga fino alle spalle; sguardo serio, labbra serrate. Indossa una corazza azzurro/grigio, diritta, con fasce ornate e dorate sul petto e lungo il guardascella. Al di sotto si intravede la cravatta bianca, annodata. Al di sopra, ricadente su una spalla, il manto regale rosso foderato di ermellino in bianco e nero. Porta il collare dell'ordine della SS. Annunziata. Il busto poggia su sostegno a tronco di cono dorato con profili modinati posto su base a sezione quadrata; interamente dorato. Il busto non è montato correttamente sul piedistallo.Soggetti profani. Ritratti. Personaggi: Vittorio Amedeo II di Savoia. Abbigliamento: corazza da parata; collare dell'ordine della Santssima Annunziata. |
notizie storico-critiche | La prima citazione documentaria di un busto in cera rappresentante Vittorio Amedeo II, riguarda la spesa di L. 100 per una "custodia" atta a proteggere l'opera. Le prime attestazioni circa la collocazione del ritratto nei locali della Biblioteca, riferendo trattarsi del dono di una monaca siciliana, ricevuto dal sovrano durante il breve periodo di acquisizione della Sicilia (1713-1718), si trova nella seconda edizione della guida di Joseph Jerome de Lalande (Voyage d'un Français en Italie fait dans le années 1765-66, Parigi, 1786, vol. I, p.290 e segg.), che lo ritenne molto somigliante. Tale collocazione è confermata nella guida del Pastore del 1797 ove si precisa la sistemazione nella stanza che funge da vestibolo alla Biblioteca (F. Pastore, Soperga Notizie della Reale basilica raccolte da Felice Pastore, Torino, 1797, p. 25). Sia il testo manoscritto di De Canis e che l'edizione della guida di Pastore del 1809, testimoniano dei danni subiti dal busto a seguito dell'occupazione francese (F. Pastore, Storia di Soperga e dello Stabilimento annesso, Torino, 1809, p. 40). Nella guida di Pastore del 1828 il busto, senza informazioni circa la teca, è indicato nel Salone "ove le LL. MM. Si fermano a far colazione, od a pranzo il giorno della Natività di M.V." (F. Pastore, Storia della Real Basilica e Congregazione di Soperga, Torino, 1828, p. 46) e si precisa che l'opera, per interessamento del preside, Cesare Dionigi Garretti di Ferrere, venne restaurata intorno al 1818. Tale allestimento è ribadito da buona parte della guidistica ottocentesca sino all'ultimo decennio del secolo quando, in occasione del riallestimento delle sale al primo piano ed al piano terreno per ospitare l'Appartamento reale ed altri ambienti di rappresentanza, i dipinti vennero trasferiti nella Biblioteca, Tutti a Superga ricordi e impressioni di un visitatore, Torino, 1894, p. 37; L. Selvaggi, La Biblioteca di Superga, in "Accademie e Biblioteche d'Italia", n. 32, Roma, 1982, p. 237. Non sono state reperite testimonianze documentarie che accertino la provenienza della cera dall'area siciliana, benché tale produzione nell'isola fosse particolarmente diffusa. Tuttavia, è interessante ricordare che proprio alla metà del Settecento, in Piemonte, lo scultore Francesco Orso si specializzava nella realizzazione di busti in cera e tra gli esemplari oggi noti figura effigiato anche un personaggio della famiglia reale, ovvero, Vittoria di Savoia Soissons, nipote del principe Eugenio, anch'esso conservato entro teca, E. Gabrielli, Le decorazioni e gli arredi, in D. Biancolini, E. Gabrielli (a cura di), Il Castello di Agliè gli appartamenti e le Collezioni, Torino, 2001, p. 66; V. Natale, scheda n. XII.9, in in F. Mazzocca - E. Colle - A. Morandotti - S. Susinno (a cura di), Il Neoclassicismo in Italia da Tiepolo a Canova, catalogo della mostra, Milano, 2002, pp. 498-99. |