notizie storico-critiche | Nato in Anversa nel 1684 e figlio del pittore rubensiano Peter van Lint (Anversa 1609-1690), il giovane Hendrik, che fu avviato alla pittura dal paesaggista Peeter van Bredael, si recò una prima volta a Roma nei primi anni del Settecento (F.M.N. Gabburri in A. Busiri Vici, Peter, Hendrik e Giacomo van Lint. Tre pittori di Anversa del '600 e '700 lavorano a Roma, Roma 1987, p. 27), entrando con ogni probabilità nello studio di Caspar van Wittel (1653-1736), e rimpatriò per assistere la madre malata tra il 1710 ed il 1711. Ma già nel 1711 egli firmava e datava a Roma la Veduta dell'Esquilino (Roma, Galleria Doria Pamphilj) e la Veduta del Gianicolo (Roma, Galleria Spada) (Busiri Vici 1987, p.38-39, nn. 3, 5, ill.). A Roma visse per il resto della sua lunga vita (vi si sposò nel 1719, vi ebbe dieci figli, vi morì nel 1763, nella sua casa di via del Babuino); entrò da giovane nella lega degli artisti nordici, con il soprannome di 'Studio', e ben più tardi (1744) nella assai più ufficiale e paludata Congregazione Artistica dei Virtuosi al Pantheon. La sua opera, pur assai vicina a quella del Van Wittel, se ne distingue però per una maggior varietà di soggetti e per un riferimento più esplicito al paesaggismo classicistico di Claudio Lorenese, in cui l'ambiente della campagna romana diviene scenario mitico, talora popolato da antichi personaggi. Il dipinto raffigura una piccola città laziale, Ronciglione, che sovrasta la strada tra Viterbo e Roma, nella zona compresa tra i laghi di Bracciano e di Vico così cara ai pittori dei paesaggi laziali. Zona farnesiana per eccellenza (Caprarola è vicinissima), il borgo divenne feudo del duca di Castro, figlio illegittimo di Paolo III Farnese, e fu tolta alla dinastia parmense dopo la Guerra di Castro, nel 1653. Ma il Vignola poté progettare la sua piazza e la cupola della chiesa, caratteristico elemento dello skyline che i pittori appassionati del luogo non mancarono di annotare: si veda, ad esempio, anche la veduta del van Wittel del 1721 (Busiri Vici 1987, p. 121, ill.). A Ronciglione, secondo lo Houbraken che fu biografo del van Lint (A. Houbraken, De Groote Schouburgh der Nederlantsche Konstschilders en Schilderessen, (1718-21), 's Gravenhage 1753, check III, p. 48 ss.), il pittore incorse in uno strano episodio poco dopo il ritorno a Roma, in gioventù. Vi si era recato con il collega Theodoor Wilkens di Amsterdam per una sorta di villeggiatura artistica, che contemperava il godimento dell'aria aperta con lo studio delle architetture e delle rovine più pittoresche. Il crollo improvviso di un edificio fatiscente, che essi stavano studiando, attirò su li loro l'ira della piccola folla che li teneva d'occhio, non già per curiosità dell'arte, ma perché, vedendoli stranieri ed intenti in attività inconsuete, li avevano scambiati per stregoni. Solo l'intervento delle guardie e del governatore locale poté salvarli dalla furia popolare. I disegni che forse il Van Lint realizzò in questa occasione (come quello a Berlino, staatliche Museen, Kupferstichkabinett (A.Zwollo, Hollandse en Vlaamse Veduteschilders te Rome 1675-1725, Gorcum 1973, p. 81, ill.) furono comunque sfruttati a più riprese, in dipinti presi più o meno dalla stessa angolazione, anche se a distanze diverse da quella presentata nel dipinto Martelli. Ricordiamo quella firmata e datata 1735 già di proprietà Mrs. N.A. Barclay (Busiri vici 1987, p. 124, n. 131), quella del 1732 a Roma, coll. priv. (Busiri Vici 1987, p. 120, n. 126, ill.), quella del 1727 sempre a Roma, coll. priv. (Busiri Vici 1987, p. 122, n. 129), ed infine quella identica nella visuale, ma con qualche differenza nei personaggi e nelle attività svolte, già a Londra, Galleria Leger (1953) (Busiri Vici 1987, p. 123, n. 130). Dal punto di vista cronologico il dipinto, peraltro non datato, può essere collocato negli anni giovanili, per un concetto prospettico più geometrico e disegnativo e per il chiaroscuro più luministico. Non sono lontane le due Vedute laziali a Roma, Galleria Spada (Busiri Vici 1987, pp. 135, n. 148; 243, n. 291, ills.) datate 1712. Il quadro Martelli si porrebbe dunque assai vicino alla brutta avventura narrata dallo Houbraken. Come osservato da A. Civai, Dipinti e sculture in Casa Martelli. Storia di una collezione patrizia fiorentina dalQuattrocento all'Ottocento, Firenze 1990, p. 101 nota 58, il dipinto è forse da identificare con uno dei due quadretti acquistati il 12 maggio 1744 dall'Abate Domenico Martelli a Roma. Secondo l'inventario del 1771, ivi menzionato, il dipinto aveva come pendant in Palazzo Martelli una Veduta di Caprarola, ora perduta ma forse dello stesso tipo della veduta firmata dal van Lint passata in asta da Finarte a Roma, 8 maggio 1990 lotto n. 205 e proveniente da una collezione romana (Busiri Vici 1987, p. 116, n. 120). Sul dipinto si veda Huys Jansen P./ Squellati Brizio P., Repertory of the Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections. Tuscany in corso di stampa. |