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Opera d'arte Cerere a Torino

L'opera d'arte Cerere - codice 01 00039552 - 2 si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in reggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, Piano terreno, sala 4, armadio 8, scaffale B, inv. C86/ IV 7 C 429
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bene culturalegruppo scultoreo, elemento d'insieme
soggettoCerere
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00039552 - 2
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, TorinoPiazzetta Reale
contenitorereggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, Piano terreno, sala 4, armadio 8, scaffale B, inv. C86/ IV 7 C 429
datazionesec. XVIII ; 1780 (ca.) - 1780 (ca.) [bibliografia]
ambito culturalemanifattura parigina, esecuzione(analisi stilistica)
materia tecnicabiscuit
misuremm., alt. 290, largh. 140, diam. 130,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiIn piedi su un basamento di erba e rocce, si appoggia ad un tronco d'albero parzialmente scorticato. Con il braccio sinistro stringe un fascio di spighe, nelle mano destra impugna il falcettoDivinità: Cerere. Nudi femminili. Oggetti: falcetto. Vegetali: spighe.
notizie storico-criticheTrovate in due diversi scaffali e accorpate ai centrotavola di Nast, questi due pezzi presentano caratteristiche stilistiche e culturali che li eccepiscono dalle serie omogenee di figure mitologiche di Palazzo Reale e li avvicinano ad una figura isolata di "Marte" (F. CORRADO, in Porcellane e argenti del Palazzo Reale di Torino, catalogo della mostra a cura di A. GRISERI e G. ROMANO, Torino 1986, scheda n. 126, pp. 292-293), ciò che induce a postulare l'esistenza di due gruppi di divinità già smembrati negli inventari più antichi. Rispetto alle figurine di Nast, questi biscuits denotano un momento culturale precedente, che si richiama al modello di Nettuno del 1769 conservato presso la manifattura di Sèvres e pubblicato da E. BOURGEOIS (Les biscuits des Sèvres au XVIIIe siècle, Parigi 1908, tomo II, p. 13), ma si avvicina alle esperienze di trasposizione interpretativa e inventiva di reminiscenze classiche in cui si esercitavano gli scultori dell'atelier di Boizot a Sèvres e la schiera dei suoi imitatori parigini. Accanto alla venerazione per la statuaria antica i pensionanti dell'Accademia di Francia a Roma tributavano un'aperta ammirazione verso gli artisti del Cinquecento e del Seicento: Le Lorrain copiava il Carracci della Galleria Farnese, Caffieri studiava Giambologna, Adam, Pigalle, Falconet, Slodtz - il maestro di Boizot - si nutrivano di Bernini (V. BEYER, La sculpture, in Louis XV. Un moment de perfection de l'art français, Parigi 1974, p. 59; R. WITTKOWER, La scultura raccontata da Rudolf Wittkower. Dall'antichità al Novecento, Torino 1985, pp. 245-269). Affinità dei due biscuits con le figure di Boizot si manifesta anche nel principio compositivo della forma. organizzata in funzione di molteplici punti di vista, nel bilanciato contrapposto delle masse, nell'amore per la linea serpentinata che esprime armonia e sottolinea la misurata espressione di movimento.
bibliografiaCorrado F.( 1986)p. 292; Bourgeois E.( 1908)t. II, p. 13; Beyer V.( 1974)p. 59; Wittkower R.( 1985)pp. 245-269
definizionegruppo scultoreo
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzoPiazzetta Reale
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Corrado F.; Funzionario responsabile: Mossetti C.; Trascrizione per informatizzazione: Fratini M. (2000); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Pappalardo A. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1986
anno modifica2007
latitudine45.072658
longitudine7.686346

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