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Opera d'arte compianto sul Cristo morto di Cavaro Pietro (notizie 1500/ 1549), a Cagliari

L'opera d'arte compianto sul Cristo morto di Cavaro Pietro (notizie 1500/ 1549), - codice 20 00135161 di Cavaro Pietro (notizie 1500/ 1549), si trova nel comune di Cagliari, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, museo, Pinacoteca Nazionale, Cittadella dei Musei, Piazza Arsenale, Pinacoteca Nazionale
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaleretablo, frammento
soggettocompianto sul Cristo morto
tipo schedaOA_3.00
codice univoco20 00135161
localizzazioneItalia, Sardegna, CA, CagliariPiazza Arsenale
contenitorepalazzo, museo, Pinacoteca Nazionale, Cittadella dei Musei, Piazza Arsenale, Pinacoteca Nazionale
datazionesec. XVI ; 1515 - 1525 [documentazione]
autoreCavaro Pietro (notizie 1500/ 1549),
materia tecnicatavola/ pittura a olio/ pittura a tempera/ doratura
misurealt. 102, largh. 80,
condizione giuridicaproprietà Stato, NR (recupero pregresso)
dati analiticiretabloNR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheLa tavola costituisce lo scomparto mediano destro del retablo della Madonna dei sette dolori, descritto dallo Spano come proveniente dal San Francesco di Oristano. Il cavalier Ercole Antico lo acquistò nella vendita della collezione DeCandia nella quale figuravano custoditi anche gli scomparti con "Ritrovamento di Cristo nel Tempio", "Caduta sotto la Croce", , "Fuga in Egitto". I primi comparvero, dopo la permanenza in casa dell'avv. Orrù in Cagliari (1902), nella vendita all'asta della Galleria Spinelli a Milano nel 1928 e da allora non se ne ha più notizia. L'acquisto del Compianto per la Pinacoteca (1955)fu curato dal Delogu ed il carteggio si conserva presso l'Archivio Documenti della Soprintendenza SBAAAS CA/OR. La densità della cultura del pittore, che qui raggiunge una delle massime altezze qualitative nella sua produzione, ha provocato in passato diverse attribuzioni tra le quali spicca la scuola fiamminga per la cura nel ritrarre i particolari naturali. Al Delogu si deve il meio di aver per primo riconosciuto nella tavola un autografo di Pietro Cavaro eseguito nel decennio 1515-25 per gli stretti rapporti intercorrenti tra esso ed il retablo di Villamar (1518) (carteggio d'ufficio). Il riferimento alla "Pietà" di Bartolomeo della Porta appare discutibile poichè hanno in comune solo tangenze tra cui il flettersi della Maddalena sulle gambe del Cristo. L'episodio ricco di pathos si articola lungo lo scoscendimento della roccia in tre scene che sfogano in un crescendo dinamico il dolore della dipartita. A sinistra la Vergine avvicina a se la testa del Cristo con una gestualità che esprime incredulità e disperazione e con il lamento che sembra uscire dalla smorfia del viso. Maria di Cleofe si rivolge come una "prefica sarda" in un a solo verso il cielo e Maddalena si china a baciare i piedi del Cristo. La posa del corpo del Redentore è accompagnata dal panneggio a pieghe larghe di stile romano, le quali diventano più fitte in prossimità del braccio sostenuto dal S.Giovanni. Alle spalle, Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea tendono per le cocche un nuovo lino destinato ad essere il sudario del corpo di Gesù. Sullo sfondo il paesaggio all'italiana rimanda alla "Sepoltura di Cristo di Raffaello (Roma, Galleria Borghese" e la definizione plastica del nudo non nasconde modelli michelangioleschi. Un cielo astratto a fondo oro segnato a bulino con arabeschi e fiori di cardo usciti dagli stessi stampi e dalle stesse matrici dei fondi oro del retablo di Villamar, sovrasta la composizione creando un certo attrito con la definizione naturalistica, di stampo umanistico, applicata nel ritrarre il corpo del Cristo. L'ombra blu sullo sfondo, presente anche nella tavola centrale del polittico con l'Addolorata, appare prodotta dalla quinta rocciosa collocata in ambedue i dipini sulla destra, e dimostra le conoscenze delle teorie di Leonardo da Vinci. L'iconografia del compianto risulta dalla sintesi degli episodi della Deposizione nella tomba e di quello della Pietà ai piedi della Croce. Il paesaggio, fatto di umbri silenzi, e la costruzione delle figure con il colore e con la luce è prova del'aggiornamento culturale dell'artista e sopratutto della sua capacità di rielaborare conoscenze apprese durante i viaggi ed anche nella terra natale attraverso le opere del Maestro di Castelsardo e del Maestro di Sanluri.
bibliografiaSpano G.( 1861); Maltese C./ Serra R.( 1969)p. 306; Iusco S.( 1971)pp. 64-71; Previtali G.( 1978); Serra Renata( 1980); De Lasarte J.A.( 1984)p. 41-43; Caleca A.( 1984)pp. 31-39; Pescarmona D.( 1988)p. 675; Serra R.( 1989)pp. 28-93; Serra R.( 1990)pp. 170
definizioneretablo
regioneSardegna
provinciaCagliari
comuneCagliari
indirizzoPiazza Arsenale
ente schedatoreS10
ente competenteS10
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Concas E.; Funzionario responsabile: Siddi L.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Ledda S. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Ledda S. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2002
anno modifica2006
latitudine39.221568
longitudine9.116822

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