notizie storico-critiche | Nell'inventario dell'eredità del defunto Duca Domenico Malvezzi, stilato n el 1888 dal notaio Giuseppe Battista alla presenza del nipote Marco Malvez zi, si descrive nella "stanza coniugale di rimpetto" al salone "un grande quadro a larga cornice dorata, ma molto annerita e sciupata, in esso pittu ra ad olio sopra tela pure del Seicento. Rappresenta probabilmente Rebecca presso la sua gregge. La pittura è screpolata in molti punti, e si dà il valore di lire ottanta". A seguito dell'acquisto del palazzo, in un verb ale relativo ai mobili presi in consegna dall'Amministrazione Provinciale di Matera, ma ancora di proprietà degli eredi Malvezzi, in data 4 marzo 19 60, si nomina un "quadro di Rebecca" collocato nella sala attigua al salo ne, di proprietà condivisa di Mariolina Malvinni Malvezzi e Vincenzo Malvi nni Malvezzi (la cui quota risulta già pignorata). L'Amministrazione Prov inciale, con ordinanza n. 9402 del 14 giugno 1961, acquisterà la quota di proprietà di Vincenzo per poi acquistare, nel 1963, quella di Mariolina (A rchivio della Provincia di Matera, b. 658). Nell'inventario generale dei beni di proprietà della Provincia, il dipinto con il titolo "Rebecca" è pr eso in carico con il numero 3673. Il soggetto del dipinto, già nel 1888 n on riconosciuto con certezza, è tratto dal dramma pastorale "Il pastor fid o" di Battista Guarini, terminato nel 1584, ma edito nel 1590 ed in redazi one definitiva solo nel 1602. Per porre termine al tributo che ogni anno gli abitanti dell'Arcadia dovevano a Diana, ovvero il sacrificio di una gi ovinetta, si consulta l'oracolo che vaticina: "Non avrà prima fin quel che v'offende/ che duo semi del ciel congiunga Amore; e di donna infedel l'an tico errore/ l'alta pietà d'un pastor fido ammende." (Pastor fido, atto I, scena II, vv. 237-240) Al termine di una complessa trama di amori contra stati, avranno luogo le nozze tra il giovane Mirtillo, pastore, in realtà rivelatosi figlio del sacerdote Montano e perciò discendente di Ercole, e la ninfa Amarilli, figlia di Titiro, discendente di Pan. Il tema nuziale, peraltro consono alla destinazione del dipinto alla stanza "coniugale", è trattato in chiave bucolica. Sapiente la composizione della scena artico lata sulla diagonale al fine di accentuare l'incedere dei protagonisti, ri levati dal gioco chiaroscurale. |