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bene culturale | scomparto di polittico, Cuspide centrale |
soggetto | Cristo benedicente |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 13 00020068 - 6 |
localizzazione | Italia, Abruzzo, AQ, L'AquilaVia Ottavio Colecchi |
contenitore | Castello, Castello Cinquecentesco, Via Ottavio Colecchi, Museo Nazionale d'Abruzzo, Piano I sala V |
datazione | sec. XV ; 1420 (ca) - 1430 (ca) [analisi stilistica] |
autore | Jacobello del Fiore (1370/ 1439), |
materia tecnica | tavola/ pittura a temperatavola/ doratura |
misure | cm, alt. 83, largh. 45, |
condizione giuridica | detenzione Stato, Soprintendenza BSAE per l'Abruzzo |
dati analitici | Il Cristo è raffigurato in atto di benedire con le tre dita della mano destra, secondo l'uso ortodosso, ed è identificabile con l'iconografia del PantocratoreCristo benedicente |
notizie storico-critiche | L'opera si presenta come emblematica testimonianza della circolazione di artisti lungo la via dell'Adriatico, facendosi eccellente portavoce della cultura del gotico internazionale. Il polittico è stato registrato per la prima volta dal Bertaux come afferente al fenomeno dell'influenza dell'arte veneziana nell'Abruzzo teramano. Enzo Carli lo trovò in stato di semi abbandono nel 1938 e proprio le disastrose condizioni in cui versava hanno alimentato il dibattito critico sulla su paternità, impedendo subito un pieno riferimento a Jacobello del Fiore messo a confronto con il polittico di Teramo, a lui attribuito, raffigurante l'Incoronazione della Vergine, oggi conservato in Cattedrale. Al contrario, è stato considerato autografo da una cospicua parte della critica comprendente Bologna, Gallo, Abbate e Santucci, mentre il Volpe concordava con Pallucchini nel ritenerlo una produzione tarda probabilmente eseguita con la collaborazione del figlio di Jacobello, Ercole. Il Carli, invece, prende le distanze dall'attribuzione, rilevando lo stretto rapporto di relazione con alcuni lavori di Gentile da Fabriano, riferibili al gioco dei chiaro-scuri, all'utilizzo delle ombreggiature e alla delicata stesura dei colori. Sempre il Carli, tuttavia, non dimentica di sottolineare come in un confronto tra l'opera in esame e il polittico teramano, emergano strette affinità riguardo l'abilità nell'intaglio delle raffinate carpenterie, riconosciuta all'interno del territorio piceno tra le Marche e l'Abruzzo come reinterpretazione e rielaborazione locale della cifra tardo gotica internazionale. Non sono mancate proposte alternative come quella di Huter che si è espresso in favore del Maestro di Ceneda, della Torlontano che lo attribuisce al Maestro di Cellino Attanasio o di Andrea De Marchi il quale lo riferisce a Lorenzo da Venezia, attivo anche in Dalmazia. Rilevante fu, in ogni caso, il contributo di maestranze abruzzesi per ciò che riguarda la perizia nell'intaglio e nel cesello, derivante da una ragguardevole tradizione orafa che proprio tra il Trecento e il Quattrocento raggiunse i suoi massimi livelli. |
altra localizzazione | luogo di provenienza: Abruzzo, TE, Cellino Attanasio |
bibliografia | Rinascimento danzante. Michele Greco( 2011)pagg. 42-46 |
definizione | scomparto di polittico |
regione | Abruzzo |
provincia | L'Aquila |
comune | L'Aquila |
indirizzo | Via Ottavio Colecchi |
ente schedatore | S107 |
ente competente | S107 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Molinari D.; Funzionario responsabile: Tropea C.; Trascrizione per informatizzazione: CONSORZIO IRIS (L. 84/90) (1990); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Ludovici E. (2005), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); SIGECWEB/Iann |
anno creazione | 1980 |
anno modifica | 2005; 2013 |
latitudine | 42.396177 |
longitudine | 13.424584 |