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bene culturale | croce dipinta, opera isolata |
soggetto | Cristo crocifisso |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 09 00405873 |
localizzazione | Italia, Toscana, PI, PisaPiazza San Matteo in Soarta, 1 |
contenitore | monastero (ex), benedettino, Museo Nazionale di S. Matteo, Piazza San Matteo in Soarta, 1, Museo Nazionale di S. Matteo, Prima sala |
datazione | sec. XIII metà; 1240 (ca.) - 1260 (ca.) [analisi stilistica; bibliografia] |
autore | Giunta di Capitino da Pisa detto Giunta Pisano (notizie 1236-1254), |
materia tecnica | tavola/ pittura a tempera/ doratura |
misure | alt. 107, largh. 84, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Museo nazionale di San Matteo |
dati analitici | La Croce è di tipo processionale: dipinto sui due lati. Ha una forma sagomata; il braccio orizzontale ha due terminazioni rettangolari e di simile forma sono il suppedaneo e la cimasa; la parte inferiore del braccio verticale è corredata di laterali, decorati con motivi geometrici. Sul lato anteriore Cristo è raffigurato morto, con la testa reclinata sulla spalla destra e il corpo che si inarca verso la parte sinistra della croce. Indossa solo un perizoma annodato all'addome, decorato con una ricca crisografia; le gambe sono incrociate e i piedi passati da un unico chiodo. L'aureola crucigera che circonda la testa è resa a rilievo. All'estremità sinistra del braccio orizzontale è raffigurata la Vergine a mezza figura, vestita con un manto decorato con crisografia e un velo bianco; con la mano sinistra rivolge al Figlio il gesto dell'intercessione, mentre con la destra si porta un lembo di stoffa agli occhi in segno di dolore. All'estremità opposta è rappresentato san Giovanni evangelista. Il rettangolo della cimasa, in cui compare l'iscrizione, è coronato da un clipeo nel quale è raffigurato Cristo Pantokrator. Il lato posteriore presenta caratteristiche analoghe, a eccezione del diverso orientamento dell'inarcatura del corpo del crocifisso.Personaggi: Cristo patiens; Vergine Maria; San Giovanni evangelista. |
notizie storico-critiche | Proveniente dal convento vallombrosiano poi di San Benedetto a Ripa d'Arno,l'opera è appartenuta alla collezione di Sigismondo Jonasson che nel 1940 l'ha donata al Museo di San Matteo; il lato anteriore era completamente ridipinto ed è stato riportato all'aspetto orginale tramite un restauro di N. Carusi nel1949 (Vigni 1950). L'attribuzione a Giunta risale a Bacci (1924) ed è stata confermata da vari studiosi (Toesca 1927 e 1933; Sandberg Vavalà 1929; Longhi1948). Vigni la reputa o di Giunta o di un suo stretto seguace e Boskovitz (1973)la esclude dal catalogo del pittore; per Carli (1994) si tratta di un'opera sicuramente uscita dalla bottega di Giunta e di datazione tarda. Anche Caleca (1987) accetta l'attribuzione a Giunta, mentre Tartuferi (1991) preferisce riferire il Crocifisso ad uno stretto seguace del pittore. L'opera apparteneva anticamente al convento delle monache stefaniane di San Benedetto, in piazza San Paolo a ripa d'Arno. Con la soppressione del monastero nel 1866, la croce fu collocata provvisoriamente sull'altare della Cappella di Sant'Agata e quindi trasportata, verso negli anni '20 di questo secolo, in una stanza della nuova residenza delle monache, presso l'antico monastero. Acquisita più tardi da una collezione privata, fu donata nel 1940 al Museo Nazionale di San Matteo dall'industriale Sigismondo Jonasson. Poiché la croce, di dimensioni ridotte, è dipinta su due facce, è verisimile che fosse stata concepita in origine come opera a destinazione processionale. Coerentemente con questa funzione, il lato posteriore, ritenuto evidentemente di minore importanza, è realizzato con l'impiego di materiali meno preziosi: il fondo non è in oro ma in tinta rossa, mentre alla crisografia sono sostituite delle filettature in nero. Gli elementi iconografici sottolineano il tema del Sacrificio di Cristo, ponendo enfasi sulla morte del Salvatore e richiamando la scena della Crocefissione attraverso la trasposizione delle figure della Vergine e di san Giovanni dolenti alle estremità del braccio orizzontale della croce. Nella cimasa, la tradizionale scena dell'Ascensione è qui ridotta al solo clipeo col Pantokrator. L'opera mostra una stretta affinità con le croci di Giunta (in particolare di quella già in San Ranierino) al punto che numerosi studiosi la ritengono di mano dello stesso maestro. Secondo altre interpretazioni, la minore carica drammatica che si osserva in quest'opera induce a considerarla di mano della bottega. |
altra localizzazione | luogo di provenienza: Toscana, PI, Pisa; luogo di collocazione successiva: Toscana, PI, Pisa; luogo di collocazione successiva: Italia, Toscana, PI, Pisa |
bibliografia | Vigni G.( 1950)pp. 35-36; Carli E.( 1994)pp. 15-16; Sandberg Vavalà E.( 1929)pp. 687-88; Caleca A.( 1987)I, p. 233; II, p. 583; Tartuferi A.( 1991)pp. 18-19; Longhi R.( 1948, 1974)pp. 7-8, 28; Boskovitz M.( 1973)p. 348; Bacci P.( 1922-23)pp. 241-50; Bacci |
definizione | croce dipinta |
regione | Toscana |
provincia | Pisa |
comune | Pisa |
indirizzo | Piazza San Matteo in Soarta, 1 |
ente schedatore | S39 |
ente competente | S39 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Cerrai M.; Funzionario responsabile: Burresi M.; Trascrizione per informatizzazione: Giometti C. (2001); Aggiornamento-revisione: Bacci M. (2001), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); Savettieri C. (2002), Referente scientif |
anno creazione | 1996 |
anno modifica | 2001; 2002; 2007 |
latitudine | 43.714487 |
longitudine | 10.407340 |