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Opera d'arte Cristo crocifisso trionfante a Pisa

L'opera d'arte Cristo crocifisso trionfante - codice 09 00528903 si trova nel comune di Pisa, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero (ex), benedettino, Museo Nazionale di S. Matteo, Piazza San Matteo in Soarta, 1, Museo Nazionale di S. Matteo, Prima sala
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bene culturalecroce dipinta, opera isolata
soggettoCristo crocifisso trionfante
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00528903
localizzazioneItalia, Toscana, PI, PisaPiazza San Matteo in Soarta, 1
contenitoremonastero (ex), benedettino, Museo Nazionale di S. Matteo, Piazza San Matteo in Soarta, 1, Museo Nazionale di S. Matteo, Prima sala
datazionesec. XII prima metà; 1100 (post) - 1149 (ante) [bibliografia; analisi stilistica]
ambito culturaleambito pisano(analisi stilistica; bibliografia)
materia tecnicatavola/ pittura a tempera/ doratura
misurealt. 295, largh. 210,
condizione giuridicaproprietà Stato, Museo nazionale di San Matteo
dati analiticiPresenta la tipica struttura provvista di cimasa, tabelle, tabelloni. Ma queste parti non sono del tutto integre; manca infatti parte della cimasa, del braccio sinistro della croce e parte delle tabelle edella decorazione dei bordi rilevati. Cristo è raffigurato vivo e con gli occhi aperti, fissato alla croce con quattro chiodi e coperto da un lungo perizoma annodato al ventre; la croce mostra una ricca decorazione a motivi vegetali e presenta nella parte superiore un coronamento gemmato. Nella cimasa è rappresentato a mezza figura un Cristo Pantokrator benedicente,vestito di imatio e tunica e con un libro chiuso nella mano sinistra; è affiancato in basso da due angeli frammentari che gli si rivolgono con gesti di intercessione. Nei laterali sono raffigurate, nell'ordine superiore, la Vergine con san Giovanni evangelista (a sinistra) e le pie donne (a destra), mentre in quello inferiore compaiono le scene dell'Anastasis (ridotta alla semplice rappresentazione di Cristo che trae Adamo fuori dal limbo) e della Cena in EmmausPersonaggi: Cristo Crocifisso; Dio Padre benedicente; Angeli; due Marie; Vergine; San Giovanni Evangelista; Discepoli.
notizie storico-criticheL'opera non ha una bibliografia significativa poiché fino ad un recente restauro risultava illegibile. Da Morrona (1793) la datava al XII secolo. Essa è la più antica delle croce pisane superstiti, e potrebbe essere anche più antica diquella di Sarzana datata 1138. La croce può essere messa in rapporto con le Bibbie monumentali umbro-romane, prodotte a Roma a partire dalla metà del XI secolo, e con prodotti della stessa cultura come gli affreschi di Santa Maria in Valle a Ferentillo (TN) o del Triclinio Lateranense (ora inserito nel Sancta Sanctorum di Roma). L'accentuata propensione alla monumentalità di queste opereè uno degli aspetti della politica culturale di renovatio imperi perseguitadagli Ottoni, e che fu portata avanti anche dai pisani che si posero come eredie continuatori dell'impero romano (Burresi-Caleca 1993). In seguito, ritornandosull'argomento, Caleca (1994) ha anticipato la datazione dell'opera (seconda metà XI-inizi XII secolo), considerandola così precedente alla Croce di Sarzana, e ha notato affinità con i mosaici della Cappella di San Zenone in Santa Prassedea Roma del IX secolo, per il modo di delimitare le figure con contorni di largo disegno, secondo una fissità monumentale. Il programma iconografico e compositivo della croce tende a sottolineare l'aspetto del trionfo sulla morte e sul peccato e rende verosimile un'originaria collocazione della croce in prossimità dello spazio dell'azione liturgica, probabilmente al di sopra di una barriera divisoria tra la navata e il presbiterio. Il tema sacrificale, espresso nella commemorazione della Passione di Cristo contenuta nel Canone della messa, è richiamato dalla figura centrale del Crocifisso e da quelle dei dolenti sui laterali, ma l'enfasi è posta soprattutto sull'aspetto vittorioso del Salvatore, che allude direttamente all'attuale presenza di Cristo nel mistero eucaristico; le due scene inferiori - l'Anastasis e la Cena in Emmaus- richiamano la gloria della Resurrezione e sottolineano il tema del riscatto dal peccato. Infine, la composizione della cimasa con l'intercessione degli angeli presso il Pantokrator mette ancora in evidenza come la salvezza dei singoli,concessa da Dio, sia resa possibile dal Sacrificio del Figlio nella Passione e nella sua attuale ripetizione nel mistero eucaristico. L'antichità dell'immagine è posta in evidenza, oltre che dalle soluzioni iconografiche, anche dall'impaginazione,che richiama le più antiche croci lucchesi, come, almeno in parte, quella firmata dal maestro Guillielmus nel 1138 per il duomo di Sarzana. Per alcune caratteristiche formali, quali la resa rotendeggiante delle teste o il trattamento di occhi e nasi, mostra punti di contatto con opere di ambito umbro-laziale tra XI e XII secolo.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Toscana, PI, Pisa
bibliografiaBurresi M., Caleca A.( 1993)p. 8; Caleca A.( 1994)p. 168; Da Morrona A.( 1787-93)p. 243
definizionecroce dipinta
regioneToscana
provinciaPisa
comunePisa
indirizzoPiazza San Matteo in Soarta, 1
ente schedatoreS39
ente competenteS39
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Savettieri C.Compilatore scheda: Bacci M.; Funzionario responsabile: Burresi M.; Trascrizione per informatizzazione: Giometti C. (2001); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Carletti L. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregress
anno creazione2001
anno modifica2007
latitudine43.714487
longitudine10.407340

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