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Opera d'arte Cristo e l'adultera di De' Pitati Bonifacio detto Bonifacio Veronese (1487/ 1553), a Venezia

L'opera d'arte Cristo e l'adultera di De' Pitati Bonifacio detto Bonifacio Veronese (1487/ 1553), - codice 05 00440292 di De' Pitati Bonifacio detto Bonifacio Veronese (1487/ 1553), si trova nel comune di Venezia, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, Convento dei Canonici Lateranensi, ex Convento dei Canonici Lateranensi, Dorsoduro, 1050, Gallerie dell'Accademia, deposito
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bene culturaledipinto
soggettoCristo e l'adultera
tipo schedaOA_3.00
codice univoco05 00440292
localizzazioneItalia, Veneto, VE, VeneziaDorsoduro, 1050
contenitoreconvento, Convento dei Canonici Lateranensi, ex Convento dei Canonici Lateranensi, Dorsoduro, 1050, Gallerie dell'Accademia, deposito
datazionesec. XVI ; 1545 (post) - 1553 (ante) [analisi iconografica]
autoreDe' Pitati Bonifacio detto Bonifacio Veronese (1487/ 1553),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 181, largh. 304,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiOriginariamente in doppia centina, ora applicato su tela rettangolare.Soggetti sacri: Gesù Cristo e l'adultera. Architetture: Loggetta Sansoviniana; Procuratorie.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: arme, Qualificazione: gentilizia, Quantità: 4, Posizione: in basso, Descrizione : non riconoscibili,
notizie storico-criticheParte del grande ciclo realizzato da Bonifacio De'Pitati e bottega per il Palazzo dei Camerlenghi di Venezia tra il 1529 al 1553, era collocato nella seconda stanza del Magistrato al Sale, a pendant con i "SS. Francesco e Paolo" e "SS. Marco e Jacopo". Il programma decorativo prevedeva infatti l'accostamento di pale centinate con i santi eponimi dei magistrati uscenti a più grandi tele di soggetto religioso. Gli stemmi sottostanti sono posteriori e non riconoscibili, ma la presenza della Loggetta e della Libreria Sansoviniana sullo sfondo, le cui prime cinque arcate furono finite nel 1545, stabiliscono il termine post-quem per la realizzazione del dipinto. Variamente discussa da un punto di vista stilistico, l'opera è effettivamente discontinua nei suoi tratti, ed è secondo la critica tanto inclusa quanto esclusa dal catalogo del De'Pitati. Il soggetto, molto diffuso a partire dai primi del Cinquecento, va inserito nell'intero programma iconografico del Palazzo dei Camerlenghi, evidentemente improntato sulla carità nella giustizia, sull'equità del giudizio e dell'esercizio del potere: il "Cristo e l'Adultera" era infatti posto di fronte al "Giudizio di Salomone".
bibliografiaMoschini Marconi S.( 1962)p.56, n.92; Cottrel P.( 2000)pp. 658-678; Simonetti S.( 1986)pp. 83-134; Faggin G.T.( 1963); Lucco M.( 1996)v.I, pp.96-97, n.382; Pernac N.( 2008)pp. 181-195; Herman T.A.( 2003)
definizionedipinto
regioneVeneto
provinciaVenezia
comuneVenezia
indirizzoDorsoduro, 1050
ente schedatoreS472
ente competenteS472
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Moschini Marconi S.; Funzionario responsabile: Paccagnini G.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/Di Maio B. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/Di Maio B. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); Bergamo M.
anno creazione1962
anno modifica2006; 2009
latitudine45.431402
longitudine12.328676

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